In questo ultimo capitolo della pubblicazione, voglio parlare di quello che dovrebbe essere al contempo l'aspetto più tangibile e quello più spirituale della religiosità di mia madre: l'approccio carismatico.
Il metodo carismatico contempla in sé la guarigione fisica e quella interiore, all'interno di quest'ultima vi è affiliata la preghiera di esorcismo; questa usata più come uno strumento di liberazione personale dal male, piuttosto che come un rito complesso contro la possessione diabolica eseguito dal vescovo o da un suo delegato, come comunemente si intende.
Questi aspetti della religione sono tangibili, perché danno seguito ad un riscontro certo ed inconfutabile. Ma accanto a ciò vi è l'aspetto prettamente spirituale che professa l'Amore di Dio, il progetto salvifico destinato all'umanità e la Misericordia divina.
Con il metodo carismatico, mia madre intuisce i possibili vantaggi dell'amare Dio, ma trova anche la consolazione alla sua sofferenza, la sicurezza ai suoi dubbi e la convinzione che la fede donatagli da Dio è un elemento importante su cui far leva in qualsiasi momento della vita.
Il miracolo, il prodigio, la meraviglia sono le stampelle del credente fragile, al quale la fede in quanto fede non dà tutte le risposte. A ciò però bisogna aggiungere la grande emotività, gli slanci fatti di lacrime e di risa e l'amore dichiarato a Dio!
Ad esempio, ricordo le lacrime di gioia e di stupore, quanto mia madre rievocando un convegno nazionale di preghiera a Rimini, constatò la guarigione contemporanea di dieci disabili avvenuta dopo una preghiera di guarigione fisica guidata da Padre Emiliano Tardif. Ciascun disabile si alzò in piedi con le proprie forze, abbandonando la rispettiva sedia a rotelle che lo sosteneva. Fu un miracolo che commosse profondamente mia madre e che le fornì una nuova ninfa.
Dopo quell'esperienza le preghiere di esorcismo e di guarigione di Padre Tardif divennero il pane quotidiano di mia madre che recitò fin quando le forze la sostennero. Qualche anno prima che l'Alzheimer la stroncasse, feci stampare un fascicolo composto da tutte le sue preghiere e qualche volta recitammo assieme.
Tra le preghiere di mia madre, ne ho trovata una antica che però supera tutte le altre per Bellezza e Verità. Essa ha per titolo: "I dolci rimproveri di Gesù" che qui riporto:
"Mi chiamate Maestro e non m'interrogate.
Mi chiamate Luce e non mi vedete.
Mi chiamate Via e non mi seguite.
Mi chiamate Vita e non mi desiderate.
Mi chiamate Saggio e non mi imitate.
Mi chiamate Buono e non mi amate.
Mi chiamate Ricco e non mi chiedete nulla.
Mi chiamate Misericordioso e non confidate in me.
Mi chiamate Signore e non mi servite.
Mi chiamate Giusto e non mi temete.
Mi chiamate Onnipotente e non mi onorate.
Sacro cuore di Gesù confido in Voi".
A mia madre, il cui corpo riposa dentro una tomba elegante, ma la cui Anima sta davanti a Dio, dedico un pensiero estratto da una preghiera da recitare prima di coricarsi: "Cuore dolcissimo del mio Gesù, io ti raccomando in questa notte l'anima e il mio corpo, affinché dolcemente in te riposino".
Ciao, mamma. Fabio.