racconti » Racconti brevi » Storia semplice due
Storia semplice due
"Chi e' ?" chiese il vento.
"Non lo so " rispose l'albero " sulle mie radici, col viso tra le mani, piangeva
disperato poi e' salito su questo ramo e aggiustandosi bene al collo un laccio,
si lasciava cadere nella fredda luce del mattino... È accaduto tutto cosi' velo-
cemente che ancora la mia linfa ne parla sconvolta!"
Si fermo' un attimo come a stemperare l'angoscia col tiepido sole d'autunno, poi
continuo'."E pensare che solo due giorni fa ho gioito nel vederlo arrivare: non
viene quasi pi nessuno qui', era bello sentire il fruscio dei passi sopra le mie
foglie cadute!"
Tacque ancora, prese linfa e, sempre rivolto al vento, prosegui': " Nella mano
stringeva un libro, e' caduto la' sotto, tra i solchi appena arati. È chiuso..
. non potremo mai sapere." Concluse tristemente.
" Faccio io " Si offri' il vento e con sapienti soffi, come avesse mani, comincio'
a sfogliare il piccolo volume.
Accadde allora che le parole come impazzite presero a rincorrersi e pagina dopo
pagina crearono nuovi suoni ed immagini...
... e' la musica, il mare.. e' la carezza...
mi saluta di la' una ragazza
mi fa segni, sorride pi bella
del folgore d'estate...
... screzia i corpi sinuosi,
i tuoi occhi stregati brillano...
.. forse le labbra che oggi non si conoscono.
io ti respiro accanto
ma cosi' tanto appresso che tu..
le troveremo
un giorno
le parole...
Pagina dopo pagina fino a quando una foto scivolo' sul terreno.
"Ma questi io li conosco!" Grido' meravigliato l'albero sgranando il giallo ocra delle sue ultime foglie."Incominciarono a venire qui' quando il grano era ancora verde e, lo ricordo benissimo, i tulipani avevano il medesimo colore. Passarono interi pomeriggi sotto la mia ombra a leggere poesie. Certe volte lui si improvvisava attore declamandole la', sul punto più alto mentre lei lo ascoltava incantata e anche un po' divertita per via di un suo piccolo difetto di pronuncia. Che bei momenti passai con loro!" sospiro' "Non incisero nomi e cuori sul mio tronco come ho saputo del platano qui' accanto ma vissero un amore
grande e tenero che, come accade solo nei sogni, arrivo' a toccare le nuvole."
Si muoveva dolcemente ora il vento come a cullare quel romantico racconto.
"Alla mietitura non tornarono piu'. Rimase distesa sull'erba, incerta e fugace, la loro
innocente poesia tra il biondo del grano maturo e il rosso sul candido lino."
" E poi?"
" A lungo li pensai e paziente li attesi, chiesi di loro ai passeri sui nidi, sperai nelle farfalle gentili, attivai legami tra radici lontane inutilmente. - OCCORRE DIMENTICARE - mi tuono' seccato il cielo e dopo un po' lo feci. È triste oggi questo luogo e questa luce mi da' spavento."
" Si e' triste e quel libro che ho appena aperto ancor più mi dice di quanto e quale amore sei stato testimone un tempo..." aggiunse con un filo di brezza il vento.
" Ma arriva qualcuno!" poi grido'.
"Chi? Cosa vedi? Dimmi presto!"
"Alcuni uomini, sono in divisa. C'e' una donna con loro, presto lo troveranno."
"La donna dimmi ha occhi color alloro e morbidi riccioli d'ebano? Sono le sue labbra due file di corallo rosa? Odi se la sua voce tintinna come fosse di cristallo?"
"No, sembra stanca, dimessa, i suoi occhi mi parlano di notti insonni e lacrime. Avanza con l'ansia in volto e gli assomiglia."
"È sua madre! Presto non facciamole trovare il suo figliolo cosi': pettina con soffi decisi il ciuffo ribelle, adesso muovi quelle foglie rosse vicino al suo viso ch'io possa strofinare le sue guance pallide e fredde, asciuga la fronte e accomoda con garbo la bocca dischiusa, chiudi lo sguardo di cielo e togli dal ciglio la goccia che stilla."...
... Cosi' la racconterei se fosse una storia, ma di una cronaca si tratta, di un poeta morto suicida un tiepido giorno d'autunno.
"POESIA SPAGNOLA OGGI" lesse quasi meccanicamente e nel farlo tolse con la mano le tracce di terriccio dalla copertina nera che un ventaglio rosso stampato al centro rendeva stranamente ancora più austera.
Dovette quasi saltare quel piccolo fosso pieno di rovi per raccoglierlo e mentre alzava lo sguardo verso il moro, come a misurare la distanza tra il libro e la pianta, si convinse che ne era valsa la
pena di pungersi e imbrattarsi per raccoglierlo.
" Noi andiamo comandante, per ora abbiamo finito quì. Lei che fa, non viene?"
"Si, dammi una mano a risalire, questo fosso è pieno di ortiche."
"Ha trovato qualcosa d'interessante?" Chiese riferendosi al libro.
"Niente. solo un libro di poesia che il vento stava spaginando, gli deve essere caduto mentre s' impiccava. Tenga, lo porti in caserma. Forse la madre lo riconosce... avra' conforto riaverlo.
Dov'e' adesso?'"
" È con una psicologa, povera donna.. Questa pazzia di togliersi la vita non la capiro' mai."
Disse il brigadiere prendendo il libro.
Incuriosito lo sfoglio': una pagina con l'angolo piegato attiro' la sua attenzione:
"questo luogo soltanto
trattiene la memoria
senza tempo e ricordi
senza baci ne' terra "
Lo chiuse, scosse la testa.
" Chi era? " gli chiese un curioso al margine della strada.
" Un povero cristo. " Rispose.
Nessuno vide la foto tra le foglie secche mosse da un'improvvisa folata di vento.
Era sfuggita ai loro occhi attenti, ma sorridevano i due giovani abbracciati nel loro mare di grano,
per sempre sicuri, protetti dal nuovo riparo, sorridevano felici.
123
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
1 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- Una scrittrice che alterna mirabilmente stupendi passi di un racconto con versi pieni di musicalità e di sentimento... è degna d'encomiabile apprezzamento...
BRAVA LORETTA... UN SOLO CONSIGLIO DAI ALLA LETTURA PIU' SPESSO... POESIE, RACCONTI O AFORISMI... È FANTASTICO LEGGERE QUALCOSA DI TUO... CREDIMI... CIAOOO MICHELE...
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0