racconti » Racconti horror » Alys on Hell (8)
Alys on Hell (8)
(Un anno dopo)
Jacob e Siria erano seduti sul bordo del letto di Alys. La bambina dormiva, pareva quieta. Troppo quieta quella notte. Una delle tante. Una delle soliti notti dentro la quale i due genitori vegliavano sulla figlia. Alys aveva quasi 10 anni; il suo fisico era dimagrito di parecchi chili. C'erano state volte nelle quali tutto sembrava perduto.
Compresa la vita della loro amata bambina. Alys aveva passato gran parte di quell'anno tra un ospedale ed un altro. Silenziosa. Timida. Quasi rassegnata. O forse consapevole che il suo male davvero derivasse da altro ancora. Ed ancora. Ed ancora. Ed ancora.
Le palpebre di Jacob si abbassarono un attimo; poi un lieve sussulto della bambina riacutizzò la paura e le pupille del uomo si dilatarono. Siria le ascoltò la fronte con il palmo della mano. Alys scottava come ogni sera. Nessuna medicina era mai stata in grado di abbassare quella febbre. Giungeva rapida in pochi secondi; quasi sempre quando dormiva. Andava via improvvisamente come in un lampo, come era venuta. Come una battaglia che cessa di esistere; dopo il grande impeto iniziale; ed il campo dove si è combattuto adesso, aveva solo vittime da raccogliere.
Nel caso di Alys la vittima era il suo fragile corpo. Sempre più martoriato da ferite che apparivano improvvisamente per poi scomparire nello stesso modo.
Alys fu visitata dai migliori specialisti della zona. Sia dal punto di vista fisiologico che da quello presunto spirituale. Due preti pratici di esorcismo;
un vescovo, moltissimi dottori, psicologi, psichiatri; ma mai nessuno dopo il loro incontro con la bambina;seppe capire di che male si trattasse.
Jacob e sua moglie erano convinti che la possessione era da escludere.
Primo non credevano a certe cose anche se i fatti; le situazioni per come accadevano avevano un no so che di assurdo. Una notte Alys sputò del sangue sulla parete della cameretta. Siria osservò inorridita come quel sangue colando per la parete disegnò forme sconosciute ed indistinte. Un'altra volta ancora; sempre nel sonno Alys cominciò a parlare una lingua sconosciuta. Per molte ore. Sudando freddo. Jacob era li.
Era li presente mentre la moglie faceva un corso. Cercò di scrivere qualche parola ascoltata a caso ma non riuscì mai a comprenderne il significato. Nessuno, conosceva quella lingua.
Perché quella lingua non era classificata tra le lingue esistenti e da sempre conosciute.
Jacob pensò spesso a ciò che un anno prima la bambina gli aveva detto dei sogni.
Pensò scettico a quelle parole. A quel ragazzo conosciuto tra quelle visioni.
Ma poi aveva dimenticato; troppo impegnato a comprendere la vera causa del malessere di sua figlia ; aveva in parte dimenticato. Alys per i suoi dieci anni, pareva ne avesse adesso trenta. Era comunque una bambina molto chiusa; ed ogni tentativo, sia del padre che della madre di capire qualcosa in più alla sua sofferenza ; rimaneva invano.
Jacob solo per scrupolo si era informato da certi specialisti dei sogni su come interpretare ciò che la bambina inizialmente gli aveva detto. Nessuno era riuscito a convincerlo così tanto da proseguire con ricerche diverse dalla normale situazione che si era creata. Un infermiera si occupava di Alys durante il giorno; quando la bambina;
se la notte non riusciva a dormire; oppure non voleva dormire; si accasciava nel letto sopraffatta dal sonno; lei, la accudiva mentre si riposava.
La rassegnazione per quel male aveva preso possesso anche delle loro convinzioni.
Tra i due il rapporto si era verosimilmente incrinato. Siria voleva che Alys fosse ricoverata in un istituto adatto per quei tipi di problemi.
Jacob ribadiva che non sapevano neanche quale tipo di problemi avesse la loro bambina, e che si sarebbe imposto con ogni forza alla scelta di ricovero da parte della moglie.
Una sera del 8 maggio Toby scodinzolava allegro vicino ad Alys che contraccambiò il saluto con un carezza. "Ciao amore!" Gli disse. Il cane latrò gentile e le diede una leccata. Alys si avvicinò all'orecchio sussurrandogli qualcosa. Il cane parve non capire; poi fece un balzello in avanti. "Ah se potessi esserci anche tu!" Gli disse.
Siria entrò in camera e con un gesto fece segno al cane di spostarsi. "Mamma! Non mi da noia!" Rimarcò la bambina. "Dovresti stare a letto! Anche ieri hai perso molto sangue! Ed ancora oggi! E ancora non capiamo da dove!" Le disse stizzita. Alys guardò la madre un po preoccupata. "Madre ascolta!" "No! Sono stanca di tutto questo! Se non fosse per quell'ottuso di tuo padre; ti avrei già portata in una clinica specializzata! E tutto si sarebbe risolto.!" Concluse. "Credo che il mio problema va visto sotto una logica diversa mamma!" Siria la guardò "Come parli amore mio? Come? Io non ti capisco più sai?"
"Torno a scuola? Mi mancano i miei compagni!" Chiese. "Non vai più a scuola da oltre un anno!" Ripose. "Non me ne ero dimenticata! Ma posso recuperare!" Sorrise solo per un istante. (La porta si aprì) "È tornato tuo padre!" I passi di Jacob si mischiarono ad altri. "Non è solo quanto pare! Altro medico?" Sottolineò la bambina. Siria osservò stanca la porta. Alla sua vista apparve un marito abbastanza trasandato e sudato;
accanto a lui un signore un po strambo con degli occhialetti tondi ed una barba lunga ed incolta. "Basta visite a casa vi prego!" Urlò preoccupata Siria. Jacob sorrise e disse: "Vi presento il dottor Fromm!" "Ho detto niente visite in casa! Se vuoi possiamo portare nostra figlia dove sapranno prendersi cura di lei." Disse. Jacon si asciugò la fronte. "Ne abbiamo già parlato amore!" "Non mi chiamare amore!" Rispose arrabbiata.
L'uomo parve lievemente imbarazzato. "Questo signore non è un dottore comunque! L'ho incontrato al bar per caso qui sotto!" Disse allegro Jacob. Siria guardò l'uomo
"Scusi! Ci permette un attimo? Può aspettare fuori la camera? Grazie!" Chiese. E l'uomo uscì silenzioso. Siria diede un occhiataccia al marito. "Io non ce la faccio più davvero! Non ce la faccio più! Sono stanca di spendere soldi per chicchessia! Sono stanca. Nostra figlia ha un male sconosciuto! Nessun medico è riuscito a capirci qualcosa.. e te mi porti un uomo che hai trovato al bar? Dico io sei impazzito?"
Jacob si sedette facendo una carezza al al cane. "Questo signore è uno studioso di sogni!" "Ed allora? Sono fandonie!" Rispose la donna. "Fammi finire!" Disse Jacob.
"Stavo bevendo quando...!" Venne interrotto. "Bevevi! Come di solito succede da un anno a questa parte!" Jacob non si mosse. Attese; poi continuò. "Stavo parlando con il barista di nostra figlia; dei suoi sogni!" Siria si aggrottò ancora di più.
"Volevo sfogarmi con qualcuno ok?" Urlò quasi arrabbiato. "E scegli un barista?"
"Siria! Rifletti! Non abbiamo alternative! E non voglio che nostra figlia faccia da cavia in quell'istituto dove vuoi portarla!" Sottolineò. "Quest'uomo si occupa di sogni e per puro caso, bevendo li accanto a me; ha ascoltato i miei discorsi!"
"Certo che non hai più ritegno Jacob! La prossima volta chi porterai?" Chiese.
"Facciamolo provare!" Gli disse. "A fare cosa? Sei Idiota? Jacob?" Alys osservò la scena senza fiatare. L'uomo fece capolino. "Se volete me ne vado!" Disse.
"Si ecco bravo se ne vada! E scusi per mio marito! Questa cosa l'ha fatto andare fuori di testa." Apostrofò. "No! Voglio che resti!" Disse Alys con il sorriso in bocca.
"Voglio che resti e che ci aiuti! " Concluse. "Cosa?" Replicò la madre.
"Vi siete messi d'accordo per questa farsa tu e tuo padre?" Chiese. "No mamma! Credo d'essere pronta!" Ripose. "Pronta a far cosa amore?" Chiese Jacob.
"A farvi capire cosa mi sta succedendo e se dite che lui è un esperto di sogni; la cosa casca a pennello!" Concluse facendo l'occhiolino a quell'uomo. "C'è qualcosa che ci vuoi dire finalmente?" Jacob si avvicinò alla bambina. La madre quasi furiosa invece andò verso quell'uomo."Lei conosce nostra figlia?" Io la denuncio se scopro che le ha fatto qualcosa! Io la uccido!" Urlò. "Mamma! Calmati! Credo, anzi sento che quell'uomo ha le capacità ; fallo provare!" "Provare cosa? È una buffonata! Cosa? Cosa?" Urlo furiosa Siria. "Io chiamo la polizia!" Disse ancora. L'uomo si avvicinò alla donna.
"Sua figlia, io credo, ho avuto un solo caso simile; io credo abbia bisogno di voi in un 'altro modo!" Gli disse. La donna parve calmarsi. La voce di quell'uomo pacata e soave le diede uno strano senso di tranquillità. "Io credo; anzi sono sicuro che i tempi sono maturi; bisogna sbrigarci!" disse ancora. "Mi farete impazzire davvero! Si spieghi e se non sarò soddisfatta farò rinchiudere sia lei che quel pazzo del mio ex marito! Dato che ho intenzione di divorziare!" Chiuse.
Jacob la guardò gelido. "Un'ultima possibilità escludendo i rancori che ci siamo portati dietro in questo ultimo anno; ti chiedo un'ultima possibilità Siria!
Ho già esposto il caso al signor Fromm!" Si fermò. "Dunque? Illuminatemi!" Disse Siria.
Fromm si avvicinò alla bambina. "Credo che per aiutare vostra figlia dobbiate fare un'unica cosa; si... è necessario che ci riusciate.. e che siate veramente convinti di farlo; in pratica.. io vi insegnerò.. gratuitamente s'intende... casi come i vostri sono rari in questo mondo.. io vi insegnerò ad entrare nei sogni di vostra figlia.. per comprendere cosa le succede..." Concluse sorridendo. Siria strabuzzò gli occhi e gli disse: "Lei sta scherzando vero? Non esiste una cosa del genere. Non siamo al cinema. Nessuno può farlo. Nessuno può entrare nei sogni degli altri.!" Scosse la testa.
Fromm la guardò e poi; dopo aver accarezzato il cane disse ancora:
"Signora; con tutto il rispetto, lei ne è davvero sicura?"
1234
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0