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Alda (ovvero la noce)

Sgranocchia la noce, bambino, ascolta il suo sapore.
Come miele ti entra tra i denti e non se ne vuole andare.
Non apparirà mai come una mandorla pelata, bianca e liscia.
Rugosi, scuri e irregolari sono il suo aspetto e la sua vita.
Il suo sapore ti rimane dentro, con un residuo di amaro, che offusca il primo assaggio.
Lei è come un panorama di montagna che scopre i suoi colori solo se illuminato dal sole, dopo il temporale.
Nata in un guscio dai pori serrati, anela il respiro.
Uno schiaccianoci sapiente rompe la scorza legnosa e libera il frutto.
Lo rinchiude nel guscio di plastica riciclata, senza luce né calore.
Negli anni della neve sui capelli, il frutto rinsecchito trova una incrinatura e scappa. Si rifugia nel terreno di lettere e suoni.
Respira brezza di primavera, si lascia cullare dai sogni di bambina.
Ridono gli occhi innocenti di chi ascolta.
La noce accarezza con le parole.

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 16/05/2012 18:54
    UN AUTOBIOGRAFICO... CHE SA DI POESIA... NELLA LA TUA SENSIBILITA'...
    Poi non nascondo che è... il mio frutto preferito... il pane dei poveri per alcuni...
    Della Tua semplicità... la virtude e la fragranza de le noci... Tesoreggiate nel Tuo essere...
    BRAVA ALDA... CIAOOO!!!

2 commenti:

  • Anonimo il 16/05/2012 22:21
    Notevole. Complimenti!...
  • rainalda torresini il 16/05/2012 19:05
    Grazie, Rocco. Ero incerta su come classificare questo scritto. Esiste la versione "poesia"vera e propria, ma io ho cercato di tradurla in prosa, al contrario di quello che mi hanno insegnato a fare. Al mio prof. è piaciuta molto la prima parte e così ho continuato con la metafora. Amo anche io mangiare le noci con il pane... chissà se qualcuno mi mangerà?