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Ai miei tempi qua eran tutti campi
Tutto ha avuto inizio quando ho deciso di trovarmi un lavoro vero. Basta fregnacce accademiche! Mamma, papà, il futuro è un'invenzione dei meteorologi, bolle di scoreggia in piscina, non lo trovi mica tra i rifiuti del Sessantotto!
Cercavo un lavoro dicevo, e mi son trovato in questa stanzina con questa tizia, piuttosto carina, che mi guarda qualche secondo, poi vomita parole, poi mi riguarda. Torni domani mattina alle otto e trenta, farà un giorno di prova e vedremo se assumerla o meno. Prova di cosa non si sa, la sua lingua andava a mille all'ora e il mio cervello si è perso al primo semaforo...
Il giorno dopo ritorno. Piove e sono in anticipo. Me ne sto fuori sotto la tettoia fumando una sigaretta e chiedendomi che fine avrà mai fatto Marco Columbro, quand'ecco che la porta dell'ufficio si apre di botto rigurgitando un esercito di giacchecravatta, con annessa cartelletta sottobraccio. Partono spediti, leggermente curvi, non un secondo di esitazione. Un due, un due, passo!
Ahi. Brutto segno. Non tanto per la giacca o la cravatta, quanto per la cartelletta e il passo spedito. Sono nella merda.
Poi la segretaria caccia fuori la testa, mi chiama e mi fa accomodare nella sala d'aspetto. Con me altra gente nella stessa situazione. Firmiamo un foglio col quale ci prendiamo l'impegno di passare con loro una giornata intera. Ogni tanto la porta dello stanzino si apre, la tizia legge un nome, quello che viene chiamato entra e dopo qualche secondo ne esce affiancato da un giaccacravatta.
Mi chiama, tocca a me. Entro nello stanzino.
"Buongiorno, tutto bene?"mi dice "questo è Manu, il tuo tutor."
Manu è un tizio elegante, lampadato, di dubbio orientamento sessuale. Mi guarda e spara un sorrisone. Cerco di scorgere le graffette ai lati della sua bocca che lo costringono a quel ghigno bestiale ma non riesco a trovarle
"Ciao! Allora, sei pronto per questa nuova esperienza?"
"Ciao Manu. Certo, Manu"
"Occhei, allora andiamo!"
Usciamo subito, a passo spedito. Un due, un due!
Saliamo sulla sua macchina e Manu mi spiega un po' il lavoro: in parole povere, ad ognuno è affidato un quartiere. Suoni un campanello, rispondono, gli dici che vuoi farli risparmiare nella bolletta del gas, loro ti mandano a fare in culo, tu sorridi e suoni il campanello del vicino di casa. Semplice.
Arriviamo nella zona assegnataci e cominciamo a setacciare. Piove ancora, anzi diluvia. Manu mi passa un ombrello enorme.
-Dlin Dlon
-Chi è?
-Salve siamo della Bella Zio Gas Company siamo qua per spiegarle le note illustrative presenti nel retro della sua bolletta
-Eeeeeeh, pota..
-Deve sapere che dal 2008 il mercato del gas è libero e lei ha la possibilità di risparmiare il 30% nella bolletta grazie al nostro servizio che può offrirle il riscaldamento a prezzi ridotti in parole povere risparmia soldi e lei può andare al mare o in montagna se preferisce va a gusti sa comunque il gas serve
-Eeeeeeh, pota..
-Guardi se viene qua mi basta una sua vecchia bolletta e un attimo del suo tempo per illustrarle
-Se ne vada.
E così via, dieci, venti campanelli. Finalmente una signora ci fa entrare e firma il contratto. In quel momento ho visto Manu reprimere la tentazione di saltare in piedi sul tavolo del tinello e ballare Maracaibo facendo roteare il pene, preferendo limitarsi ad un più formale "La ringrazio. Arrivederla."
"Vedi" mi dice "è statisticamente provato che se ci credi ogni dieci tentativi puoi trovare un acquirente!"
"Ho capito Manu."
"E ora subito sotto coi campanelli, non bisogna fermarsi mai!"
"Va bene Manu"
Il mio ruolo principale è reggere l'ombrello gigante e dire "Occhei Manu" mentre provo a stargli dietro a nuoto, cercando intanto di capire da quanti giorni è che giriamo e suoniamo campanelli. Manu ha il pepe al culo, non ho mai visto nessuno camminare sull'acqua a quella velocità.. Ho il fiatone, la vista annebbiata, le mutande inzuppate per la pioggia. I miei piedi bestemmiano. Comincia a solleticarmi l'idea di prendere sto dannato ombrellone e piantarglielo tra le scapole: me lo immagino, trafitto da parte a parte, continuare a camminare spedito per chilometri, sorrisone sul muso, mentre io dietro col fiatone che cerco di raggiungerlo e dargli il colpo di grazia..
Vabbè, ultima casa della via. Una specie di condominio dagli anonimi campanelli. Suoniamo il primo in basso.
"Chi è" chiede il citofono
"Bella Zio Gas Company, siamo qui per.."
"Entrate. Piano terra."
Entriamo. Dentro l'appartamento un simpatico vecchietto ci stringe la mano e sorride.
"Salve, sono Manu, come le dicevo grazie a noi ha l'opportunità di risparmiare..." Manu si blocca. Il vecchietto ci punta un canne mozze e sorride.
"Vacci piano con quel coso, nonno" sbotto io. La mia prima frase di senso compiuto da stamattina alle otto.
"Sta zitto, capellone!"
Poi un colpo fortissimo alla nuca, le stelle, il buio.
Riprendo conoscenza in uno scantinato, nudo come un verme. Vicino a me Manu, nudo pure lui ma con la cravatta ancora addosso.
Davanti a noi il vecchietto armato e un panzone barbuto, probabilmente il figlio, che ci fissa con gli occhi che quasi schizzan fuori dalle orbite.
Il vecchietto sorride.
"Tu, capellone"mi dice "fai un pompino a mister cravatta!"
"Col cazzo!"
"Con la bocca. Avanti!"
"Sentite ragazzi, ci dev'essere un malinteso. Sono ancora in prova, manco mi piace questo lavoro.."
"NON LI CONTRADDIRE!"Grida Manu, disperato "Se gli altri condomini venissero a sapere della loro insoddisfazione, potremmo perdere dei potenziali clienti!"
In quel momento non ci ho più visto. Con uno scatto mi scaravento contro il vecchietto e gli strappo il fucile di mano. Mentre li tengo sotto tiro mi riapproprio dei nostri vestiti. Lego padre e figlio come due salami, prendo Manu per la cravatta e insieme ce la svigniamo.
Due minuti dopo siamo di nuovo vestiti e al lavoro.
"Certo che in questo lavoro se ne incontrano di persone strambe!"
"Hai ragione Manu." Vaccagare, Manu.
Abbiamo cambiato via, ora ci son nuove famiglie da convertire alla Bella Zio Gas Company!
Ci fermiamo davanti ad una villetta. Nel giardino un coso enorme e peloso, probabilmente un orso polare, comincia a ringhiarci contro e abbaiare, con la schiuma alla bocca. Ha un sacco di denti ed è parecchio incazzato. Manu suona il campanello e attendiamo che qualcuno risponda.
"Senti Manu, ma la ringhiera non ti sembra un po' troppo bassa? Voglio dire, quell'essere è enorme non penso ci metta molto a.."
"Ma va laaa, i cani temono l'autorità del proprio padrone, anche potendo non si azzarderebbe mai a scavalcare! Stai tranquillo."
Massì al diavolo pure il cane! Sta anche smettendo di piovere! Il sole comincia a spiarci tra le nuvole. Tra poco andiamo in pausa pranzo, e dopotutto questo lavoro non è così malaccio! Almeno si fa un po' di moto.. e poi senti quest'aria fresca e sincera, e il profumo di erba bagnata col suo retrogusto di ricordi infantili! Il sole brilla in cielo e non c'è nube ormai che possa intimidirlo. L'aria è più tiepida. Gli uccellini cinguettano felici. Il cane scavalca la ringhiera.
Venti minuti dopo siamo in pausa pranzo. Sediamo sotto il portico di un bar, due piadine cotto e fontina e due mezzo litro d'acqua sul tavolo. Ho uno sbrego enorme sulla parte posteriore dei jeans, dal quale si intravedono impronte di zanne sul culo. Manu non ha più la giacca e gli manca una manica della camicia, in compenso la cravatta è ancora lì, intonsa. La guarda e mi fa segno di sì con la testa.
"Occhei mittico, è giunto il momento che ti mostri il lato burocratico del nostro lavoro. Queste sono le pratiche da compilare per la signora che ha firmato il contratto. Ecco, tieni. Qua metti la data, esatto, proprio lì, mittico.."
Concluso il lato burocratico, mi congedo un attimo dal collega. Scendo gli scalini del bar e col cellulare in mano raggiungo il marciapiede. Provo a chiamare la mia ragazza ma non risponde. Pazienza. Vicino a me la fermata dell'autobus. Mi accendo una sigaretta, che ore sono? L'una. Ancora cinque ore e mezza di lavoro. Arriva l'autobus. Alzo lo sguardo verso il bar, Manu mi fissa un attimo, sorride ebete, mi mostra un pollice alzato, poi si rituffa sulle sue scartoffie. Butto il mozzicone. Le porte dell'autobus si aprono. Con una rapidità di riflessi che mai avrei sospettato di avere, mi ci fiondo dentro e me la batto.
Ciao Manu. Salutami tutti i Manu che ogni giorno, a passo spedito, lottano col diluvio che cerca di annegarli. La mano che vi tiene le palle ha tatuato VENDI sulle nocche, e ve le stringe forte mentre le accarezza. Eppure voi continuate a sorridere e mai rallentate, perché è statisticamente provato che se ci credi ogni dieci tentativi puoi trovare un acquirente! E allora sarà come dieci, cento orgasmi tutti insieme, e sentirete quella voce un po' cummenda, di miele marcio e amido per camicie, dirvi che siete i migliori, che state per raggiungere la superficie, mentre la mano aumenta la stretta e l'alito sul vostro collo si fa più pesante.. sempre in canna, mi raccomando. Cordiali saluti,
Un Nessuno
Scendo alla mia fermata e mi avvio verso la stazione dei treni. Per strada vedo arrivare il Tossico. Buon vecchio Tossico, passano gli anni eppure lui è sempre lo stesso. Sta parlando col suo allievo invisibile, lo istruisce: ".. l'importante è mostrarsi convinti, scegli quelli con la faccia meno sveglia e attacchi con la storia. Ricorda, uno ogni dieci abbocca, l'importante è non fermarsi mai.."
"Ciao vecchio" mi dice "non crederai mai a quello che mi è successo.. guarda un casino che non sto qua neanche a spiegarti, sono appena uscito di prigione, è morta mia nonna, stavo per prendere il biglietto del treno ma.."
"Tò, prendi" rispondo sganciandogli un euro "ma lo sai che ho appena provato a fare un lavoro tipo il tuo?"
"Assicurazioni?"
"No, gas. Le assicurazioni l'anno scorso."
"Lascia perdere, quelli pagano poco!"
"Mi sa che a me non mi pagano proprio"
Via, a casa. Per oggi ho dato abbastanza.
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1 recensioni:
Anonimo il 18/05/2012 11:54
Un'idea ce l'ho...
Tutti con le filosofie orientali... Una volta era uno stile di vita, adesso una moda.
- Una parte è vera, una no.. scegli tu quale
P. S. Marco Columbro che io sappia si è dato agli agriturismi e alle filosofie orientali... eeeeh pota
Anonimo il 18/05/2012 09:45
Ovviamente eri in zona Bergamo? Eeeeeeh pota...
Anonimo il 18/05/2012 09:44
Ahahahahahah!!! L'ho trovato molto divertente!!!
Ma è di pura fantasia o... Perché se non lo è, mazza ce n'è di gente stramba tipo alla Pulp Fiction!
Be' caro Accidio (primo nome così che vedo) è stata proprio un'avventura, bella, brutta, lo lascio decidere a te...
Ma... Che fine ha fatto Marco Columbro?
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