Viaggiare in aereo per me si traduce in un misto di paura ed eccitazione, non capisco come facciano tutti quanti ad essere così rilassati e sorridenti ma ora che Palermo è collegata con Oslo da un volo diretto non voglio perdermi la Norvegia!
Un week-end mi basterà e con pochi soldi ce la posso fare.
Il volo parte da Punta Raisi alle quindici in punto e arriverà a Rygge dopo poco più di tre ore di viaggio.
La fase del decollo è sempre un trauma, per fortuna che accanto a me sta seduta Emilia, una studentessa della mia città, così facciamo amicizia e iniziamo a parlare del più e del meno. Ho scelto il posto panoramico così -da vero masochista- mi godo tutti i paesaggi, le nuvole, il mare.
Comunque, aleggia sempre una certa inquietudine ben celata, che riesco a percepire.
Poi, verso le 17, dopo due ore di volo tranquillo si vede già il mare del Nord e una nuvola scura, rotonda... si muove, non è una nuvola!
Si avvicina sempre di più, ma che diavolo... Riesco a vedere una luce rossastra, pulsante al centro.
Emilia, ma... guarda. Oddio... ma cosa.. È vicino... Poi una forte scossa di terremoto, l'aereo sobbalza, in poco tempo è il panico... cadono giù le maschere... perdiamo quota e io sono di pietra, Emilia gli occhi sbarrati...
Guardo fuori, la cosa è ancora lì, appena fuori dall'oblò. Poi si allontana ad una velocità inspiegabile, l'aereo riprende quota, la gente applaude.
Laggiù in lontananza, con uno sforzo di immaginazione, riesco a vedere le luci del fiordo di Oslo.