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Oltre l'amore ci siamo noi
Quando Siria, in una noiosa sera d'inverno, scrisse un messaggio a Luca non avrebbe mai potuto immaginare come sarebbe andata a finire.
Lei è sempre stata una ragazza, un po' solitaria, diversa da tutte le altre:non le piace truccarsi, non le piace andare in discoteca, non le piace mettersi in mostra per attirare l'attenzione su di sè, è un'anima solitaria, che adora fantasticare e perdersi nel mondo immaginario che riesce a trovare all'interno dei libri.
Pur avendo un paio di amiche, forse sotto sotto, non sopporta questa solitudine ed è un'assidua frequentatrice del cyberspazio, magari spera di trovare qualcuno almeno lì, qualcuno che la capisca.
Il giorno in cui inizia la nostra storia, è stato pesantissimo per lei, stressante come sanno esserlo quei giorni in cui non te ne va una per il verso giusto, e quindi, arrivata la notte per rilassarsi un pò, si concede del tempo sul suo social network preferito.
Le piace molto documentarsi e quindi legge varie discussioni su tematiche un po' particolari, come il credo religioso, l'omosessualità e l'aborto, e le servono per rivalutare la sua opinione in merito,
Morfeo sta per chiamarla, quando nota che un ragazzo risponde alle discussioni in un modo inspiegabile, sa come usare le parole, sa come esporre le proprie opinioni e lei, anche se morta di sonno legge. È raro che una persona riesca ad attrarla così, solo leggendo ciò che scrive, come quel ragazzo pian piano sta facendo.
Ad un certo punto, lottando contro le sue forze interiori che la minacciano di non fare nessun passo avventato perchè non ne vale la pena, Siria decide di mandargli un messaggio per complimentarsi con quello che ha letto.
"Ciao. Vorrei complimentarmi con te per tutto quello che hai scritto sulla pagina, mi piace il tuo modo di pensare, mi piace come esponi le tue idee..." , trepidante attese il messaggio di risposta, mentre al suo interno la sua personalità pessimista la sgrida dicendole che non avrebbe dovuto, e che era il modo per concludere male una giornata iniziata peggio.
Si alza per fare un po' di tè e si ripromette di andare subito a dormire, quando vede una lucina rossa che lampeggia e cattura la sua attenzione, la lucina sta a significare che è arrivato un messaggio.
"Grazie, molto gentile. Ciao."
Un po' ci rimane male per questo messaggio telegrafico, alla fine lei gli aveva fatto dei complimenti, lui avrebbe potuto sforzarsi un po' di più. Si lascia andare ad un'imprecazione, spegne il computer e va a letto, cercando di evitare la sua personalità negativa che, con una cantilena, le ripete: "Te l'avevo detto scema, te l'avevo detto."
Ma a Siria non va giù questa cosa, il fatto che Luca le abbia risposto in modo freddo le ha rovinato la nottata, le ha causato degli incubi in cui lei veniva derisa da tutti e veniva emarginata, e cerca di cacciarli via dalla memoria, perchè non sono solo incubi, ma momenti di vita vissuta.
Quello che lei non sa però, è che Luca è una persona sociopatica, che non ama scambiare molte parole con le persone sconosciute, lei leggendo i commenti si immagina un bel ragazzo, forte e sicuro di sè, ma non sa che quello è il modo in cui lui si sforza di mostrarsi, ma se deve parlare con una persona in particolare non riesce.
La notte seguente ci riprova, mettendocela tutta per riuscire a strappare una parola in più a quel ragazzo. L'occasione le si presenta in una discussione sui libri.
Leggere è la sua ragione di vita, la sua unica passione, il suo modo personale per evadere dalla realtà, infatti lei legge libri dove va tutto bene, la vita è già negativa di suo, perchè rovinarla ulteriormente anche nei sogni?
"Ciao! Come va? Ho notato che anche tu adori leggere... quali sono i tuoi generi preferiti?"
La risposta tarda un po' ad arrivare, il nostro protagonista nel buio della sua stanza, rischiarato solo dalla luce azzurrina del computer, cerca di mettere insieme una risposta che non sembri tanto negativa; il giorno precedente era rimasto male ad aver scritto un messaggio freddo a quella ragazza così carina che gli aveva fatto dei complimenti, ma alla fine, Luca pensa: "Sarà una delle classiche ragazze egocentriche, che vogliono solo passare qualche minuto divertendosi alle spalle degli altri." e quindi, schiacciando il tasto sul computer, cancella tutto quello che aveva scritto e le risponde: " Cerco di essere eclettico nelle letture, amo variare ed esplorare generi ma i chick-lit non li reggo proprio."
Noi, come Siria, possiamo rimanere basiti nel leggere queste parole, chi ha detto a Luca che lei legge chick-lit? In realtà nessuno, ma lui ha l'abitudine di immaginarsi le cose e mettere le mani avanti, sbagliando, la maggiorparte delle volte.
A quel punto, la ragazza, non ci vede più e d'impulso scrive: "Scusa, ma non capisco questa tua avversione nei miei confronti. Cosa ti ho fatto di male?"
Inutile precisare che Luca, se potesse si batterebbe con il cilicio, perchè si rende conto che è stato scortese senza un motivo preciso.
"Scusa, ma io a volte non mi controllo, sono irritabile e aggressivo, e faccio rimanere male persone che non lo meritano. Ti va di continuare il discorso sui libri?
Allora, come ti dicevo a me piace essere eclettico, anche per me la lettura è un'evasione, io evado con thriller psicologici, libri di pazzi, di sci-fi o fantasy."
Lontana svariati chilometri da quel ragazzo un po' particolare, Siria fu subito contenta delle scuse che le vennero offerte ma andando avanti a leggere il messaggio rimase basita e scrisse: "Oddio! Proprio le cose che a me non piacciono... mi fanno venire l'ansia, mi inquietano e mi fanno venire gli incubi! Sono un po' sensibile... ".
Luca, convinto che le ragazze siano, quasi tutte, delle egocentriche menefreghiste, mai si sarebbe immaginato di leggere quelle parole, di trovare una ragazza sensibile come lui:infatti è molto empatico e solitario, ma allo stesso tempo sensibile e pessimista, ha una seconda pelle che gli permette di non illudersi e crogiolarsi nel male conosciuto piuttosto che nel bene, o nel male minore sconosciuto e che gli può riservare sorprese.
I due ragazzi si scambiarono messaggi fino a tardi, e Siria, che nonostante la sua natura inguaribilmente pessimista, ogni tanto si lascia cullare dalle illusioni, va a letto con la convinzione che forse, con quel ragazzo che si trova lontano da lei, ha gettato le basi per un buon rapporto.
Passa un giorno in cui non si sentono, e la nostra protagonista già è triste, la sua parte pessimista non fa altro che ripeterle che è stupida e non dovrebbe illudersi, che poi sarebbe stato peggio.
"Lucaaaaa, ciao, oggi hai letto?", Siria non sa come intavolare un discorso, sa solo che vuole scrivere a quel ragazzo interessante e misterioso e quindi gli manda un messaggio.
Lui non sa cosa risponderle per non essere scortese, non è arrabbiato con lei, ma con il mondo intero che inevitabilmente gli rovina le giornate, e purtroppo ci passa chi non dovrebbe.
"Si, oggi sono andato avanti con la lettura, sto leggendo un thriller e mi sta piacendo. Comunque, sono sfacciato se dico che il nuovo avatar è una gran bella foto?"
Luca si è proprio imposto di scrivere così, non che non lo pensi, anzi, crede che Siria sia una ragazza bellissima e dolcissima, solo non è sua consuetudine dirlo apertamente, ma da quell'idea che si è fatto pensa che lei si meriti tante cose belle e quindi, perchè non contribuire un po' anche lui?
Dall'altra parte dello schermo, Siria muore dalla felicità, non crede di aver letto quelle parole, non è affatto abituata a ricevere complimenti e la cosa non le dispiace affatto.
Dentro di lei, chiaramente, si animano forse contrastanti, la personalità pessimista che le ripete di non fare la credulona, di non credere a tutto quello che legge che dietro lo schermo tutti sono bravi a scrivere di tutto, ma non necessariamente sono cose pensate, mentre la personalità ottimista le da il permesso di galvanizzarsi, perchè, si è capito che Luca è una persona un po' scontrosa con chi non conosce, ma non è completamente sociopatico, lui non è disonesto e non mente, come chi fa chi soffre di questo disturbo.
Pian piano il tempo passò, l'inverno freddo divenne una primavera soleggiata, e la primavera si fece strada anche nei cuori bui dei due ragazzi, ormai l'uno faceva parte della quotidianità dell'altra, si era instaurato un rapporto intimo, un rapporto senza precendenti.
Si sentivano relativamente da poco tempo, ma entrambi credevano che l'entità di un rapporto non si basa sulla quantità di tempo passato assieme, ma sulla qualità... Puoi sentire un'affinità mentale con persone che non conosci, e magari persone che conosci possono starti indifferenti.
Non dipende dalla lontananza, dipende tutto dall'interiorità di una persona, da come è la sua personalità, e se possono esistere varie anime gemelle, loro erano sicuramente un'anima gemella che il caso, purtroppo, ha fatto nascere in luoghi distanti per prendersi gioco di loro, per contribuire con la sua cattiveria, a non far conoscere una cosa che inevitabilmente migliorerebbe le loro vite già disastrate.
Mettiamo l'accento sul fatto che qui non si parla d'amore, il sentimento più strumentalizzato di questi tempi, ma si parla d'amicizia, il sentimento che ti lega indissolubilmente ad un'altra persona, il sentimento che, se si vuole e ci si mette d'impegno, può durare per molto tempo. I due ragazzi erano anime gemelle in questo senso.
Luca non mente, lui poco parla, ma le poche cose che dice sono sincere, esageratamente sincere.
Alcune cose però non può rivelarle, come per esempio quello che lui fa nella sua vita, la sua vera vita diversa da quella che vive ogni giorno su internet con Siria. Loro si lasciano andare a racconti fantastici, fantasie, sogni e illusioni proprie di due anime sole che vogliono trovare qualcuno che le capisca. Ha paura che lei smetta di scrivergli, sa che probabilmente non succederà mai perchè lei pende dalle sue labbra, lo utilizza come una guida, da molta importanza alle sue parole, ma la paura di fondo c'è sempre, e una persona ansiosa non può mandarla via tanto facilmente.
Il ragazzo, fin da piccolo, ha dato segni di essere un po' particolare. Si interessava a cose non adatte per la sua età, cose che neanche un adulto sarebbe riuscito a risolvere, lui le maneggiava senza problemi quando tutti i suoi compagni giocavano ancora ed erano liberi e spensierati.
Di comune accordo, i medici e i genitori decisero di nascondere questa intelligenza particolarmente sviluppata, inevitabilmente avrebbe fatto scalpore e non era una vita sotto le luci dei riflettori che si voleva per questo ragazzo. Sicuramente ciò influì sulla sociopatia, ma Luca, nel segreto della sua stanza allenava comunque le sue capacità.
Da sempre era un amante della fantascienza, e senza problemi riusciva a creare, smontare e studiare cose che le persone comuni credono impossibili, che siano cose che si possono vedere solo al cinema. Varie volte aveva avuto dei contatti virtuali, varie volte si era convinto di poter creare un buon rapporto con una persona, ma in tutte le occasioni nessuno lo capì totalmente e dopo un po' quelle amicizie che tanto si ornavano di belle parole, con un soffio di vento furono portate via.
Questa volta però, sentiva che era diverso... Una sera, mentre pensava a Siria gli venne in mente di controllare in un angolino della sua camera.
Si inginocchiò accanto al letto, sotto il quale si trovavano varie cose, polvere per esempio, o fumetti dimenticati e riviste porno, nascoste per non essere trovate.
Riportò alla luce una scatola anonima, la aprì e al suo interno era custodito un dispositivo particolare, un dispositivo segreto che non poteva rischiare di capitare in mani estranee, altrimenti avrebbe causato non pochi problemi all'umanità intera. Luca sentì che era il momento di utilizzarlo. Accese il computer, collegò il dispositivo e l'aggiornò, apportando le modifiche necessarie per l'utilizzo.
Quando la sera, la sua amica si connesse le disse subito: "Io ci ho pensato, tu per me rappresenti moltissimo, hai rischiarato le mie giornate buie, io voglio molto di più di uno scambio anonimo di messaggi. Fra qualche giorno riceverai un pacco da parte mia, non chiedermi niente ora. Leggerai tutto a tempo debito."
Siria aveva ormai imparato che con Luca non bisogna chiedere, bisogna aspettare e pian piano lui esce fuori e si mostra così com'è, quindi anche quella volta, trepidante attese quello che stava per arrivare, lottando con tutte le forze per non chiedere nulla a proposito.
Il tempo passò abbastanza velocemente e venne il giorno in cui il postino suonò al campanello avvisando che era appena arrivato un pacco. La felicità e la curiosità le misero le ali ai piedi e in men che non si dica lo aprì, facendo attenzione a non rovinarlo. Piano tolse la carta, maneggiandola con cura, pensando che quella stessa carta qualche giorno prima era tra le mani del suo amico, e chiudendo gli occhi le parve di sentire la sua presenza lì con lei che le prendeva le mani e gliele stringeva delicatamente.
Vide una lettera, si sedette in terra con le gambe strette al petto e la lesse:
"Mia cara Siria, tu per me sei speciale e io non tollero più questa situazione. Non mi va di stare lontano, vorrei essere sempre con te, vorrei starti sempre accanto, vorrei darti la forza di andare avanti con le tue giornate, potremmo darci sostegno a vicenda, infatti anche io ho bisogno di te. Purtroppo, in questa vita siamo nati in due posti distanti, non possiamo vivere nella stessa città perchè cause di forza maggiore lo vietano, io vorrei stringerti, vorrei toccarti, ma ciò non è possibile. Io con te sono sempre stato sincero, ma non sai che io ho un'intelligenza più sviluppata del comune, la questione è stata sempre insabbiata, non lo sa nessuno a parte i miei genitori e i medici, ma io voglio dirlo anche a te. Da sempre mi sono sempre dilettato a realizzare i dispositivi che vedevo nei film, questo l'ho creato da molto... è vero, in realtà l'avevo creato inizialmente pensando ad un'altra persona, ma non è mai stato utilizzato, fortunatamente, così adesso è tutto per te. Aspettavo solo te per provarlo. Come puoi vedere è un microchip che va inserito all'interno della nuca. So che sei una persona sensibile e non puoi vedere sangue ma questo è l'unico modo. Insomma, questo microchip, che anche io ho inserito, ci permette di essere vicini mentalmente, anche se non fisicamente, a me per ora questo basta. Spero che la tua opinione nei miei confronti non cambi, nel caso, mi dispiace. E ricorda che io ti sento sempre con me."
Siria era stupefatta, non riusciva ad immagazzinare tutte le informazioni appena ricevute, eppure... l'affetto che provava per quel ragazzo lontano era talmente forte che decise di superare la sua paura del sangue e la sua ipocondria per inserire il microchip.
Si armò di taglierina, raccolse i capelli in una coda alta e senza pensarci, trattenendo il respiro, prima disinfettò e poi affondò la lama nella morbida carne e fece un taglio netto e deciso. Il sangue iniziò a colare a fiotti, le gambe iniziarono a tremarle, la stanza girava attorno, lei si stava immettendo in uno stato di tramortimento, quando Luca le balzò in mente e con molta fatica, a causa del sangue perso, si rialzò e tamponò la ferita con la prima cosa che le passò in mano. Non diede il tempo al taglio di cicatrizzarsi che, con decisa convinzione prese il microchip, aprì la ferita con due dita e lo introdusse delicatamente all'interno. Sentì improvvisamente caldo, la testa le scoppiava, sembrava che un incendio stava divampando al suo interno e si sdraiò. Svenne per un paio d'ore, quando prese conoscenza si ritrovò in una pozza appiccicosa, il sangue si era raggrumato tutto attorno ai capelli, sui vestiti, sul pavimento e sul letto, sembrava un'assassina che aveva appena squartato una vittima.
Con le dita sporche di sangue, toccò delicatamente la ferita per paura di riaprirla e notò che era chiusa. Non sapeva infatti, che il dispositivo era imbevuto in una particolare sostanza che cicatrizzava le ferite, Luca sapeva che Siria sicuramente avrebbe fatto un macello e non poteva rischiare di avere la morte della sua amica sulla coscienza. Pulì la stanza come meglio poteva, si fece una doccia e si sdraiò sul letto, nuda, ancora umida e profumata. Si sentiva immersa in un mondo parallelo, non sapeva definire ciò che provava, ma si alternavano varie sensazioni:prima si sentiva come sprofondata sott'acqua e poi come se stesse volando, racchiusa in una bolla d'aria.
Non capiva ancora come funzionava il dispositivo, allora chiuse gli occhi rilassandosi mentre accarezzava il corpo nudo e i suoi pensieri volavano verso l'amico.
Da un momento all'altro sentì una morsa che le stringeva il cranio, sentì l'incendio di prima che scoppiava al suo interno, sentì un frastuono che si impossessò di lei e poi il nulla. Il vuoto. Silenzio totale. Chiuse gli occhi e le sembrò di sentire la voce di Luca che la chiamava.
"Siria, mi senti? Sono io... Noto che sei riuscita ad inserire il microchip. Ascoltami un attimo:sappi che puoi controllarlo quando vuoi, se vuoi parlarmi basta pensare di chiamarmi, e così via. Ovviamente è tutto tramite pensiero, basta pensare quello che vuoi e accade."
Lei ci mise un po' a prendere confidenza con quell'aggeggio infernale che le permetteva di sentire il suo amico vicino.
Pian piano i due si incontrarono nei pensieri, era come stare finalmente assieme, tutta la giornata, la vita di uno non aveva segreti per l'altro e loro erano contenti così.
Se uno dei due si sentiva solo e aveva voglia di parlare bastava che chiamava e l'altro rispondeva senza problemi, se avevano voglia di un contatto fisico bastava indirizzare il pensiero verso una parte del corpo, accompagnato da una carezza, e subito l'altro sentiva una sensazione strana, la sensazione di un tocco caldo e affettuoso e sapeva che l'altro aveva bisogno di sentirlo vicino. Inoltre, venivano scambiate anche le emozioni provate, insomma, uno faceva parte dell'altro in tutti i sensi.
Tutto andò bene per un po' di tempo, quando, una sera mentre si scambiavano frasi dolci, Siria fu colta improvvisamente da una sensazione di paura, terrore misto a rabbia.
Non riusciva a capire cosa stesse succedendo e più volte cercò un contatto con Luca, ma lui non rispondeva. Sentiva parole senza senso, un fiume di parole tristi e sensazioni negative si impossessarono di lei, venne gettata nello sconforto più assoluto e scoppiò a piangere, perchè sapeva che Luca quello stava provando e lei non sopportava vederlo triste o giù di morale. Ad un certo punto il suo corpo si irrigidì, non riusciva a muoversi e anche se concentrava tutte le sue forze, era come se una colata di cemento fresco le venne buttata addosso, e allora aspettò. Cercò di capire cosa stava succedendo a Luca e la cosa non fu affatto piacevole.
"Umanità maledetta, che scopo hai? Distruggi il mondo che ti sta attorno, mieti vittime ogni secondo, l'ignoranza dilaga e io sono stufo. Ti donerò quello che tu realmente vuoi, quello che tu desideri ardentemente... la fine di tutto!"
Luca, colto da un raptus di follia omicida scese in strada e iniziò ad uccidere le persone. Non aveva nient'altro che la forza fisica, che è noto, quando è animata da odio, rabbia e repressione può essere letale. Seminò il panico, e quello che gli passava tra le mani lo utilizzò per raggiungere il suo scopo in meno tempo possibile. Le sue mani furono macchiate dal sangue di persone innocenti, ignare di essere le vittime di un ragazzo che aveva conosciuto solo dolore nella vita, che aveva conosciuto l'odio e si sentiva in gabbia, in catene perchè non poteva esprimere quello che realmente pensava, perchè non poteva avere quello che desiderava, perchè doveva sottostare ad un'esistenza triste e non si poteva lamentare.
Siria nel frattempo, inerme assistette alla carneficina che stava accadendo a tanti chilometri di distanza, ma che lei sentiva vicina, era quasi come se la stesse commettendo lei.
Le sue sensazioni furono scaraventate via da quelle provate da Luca che erano più forti e quindi ebbero la meglio. Ferma e zitta non ebbe la forza di reagire, fin quando il ragazzo, esaurita la vena folle si accorse di cosa realmente era accaduto, si nascose e pianse.
"Siria, Siria che ho fatto? Cosa è successo?" le comunicò mentre piangeva di disperazione e vergogna per quello che aveva fatto.
"Luca, ascoltami, nasconditi... io... non posso starti lontana in questo momento. Nasconditi e aspettami, io prima o poi arriverò!"
Nei due giorni che seguirono, Luca si nascose, non tornò a casa, fece attenzione a non farsi trovare da nessuno, era consapevole che ormai la sua vita era finita.
Siria arrivò nella sua città, con varie difficoltà riuscì a trovarlo. Lui era nascosto in un vicolo buio, seduto in terra, pallido, emaciato, sporco, ma la sua condizione esteriore veniva peggiorata dalle emozioni negative che provava al suo interno. Siria gli andò accanto, lo abbracciò e in un sussurro gli disse: "Non avrei voluto incontrarti in questa occasione. Avrei voluto incontrare Luca che mi sussurrava parole dolci, Luca che mi ripeteva quando era affezionato a me... ma tu sei anche questo, e io non posso fare altro che accettarti e starti accanto." Il ragazzo si commosse, mai nessuno gli aveva detto quello, mai nessuno l'aveva accettato per quello che era nella completezza della sua essenza, e ora lei, quella ragazza che con tanta insistenza aveva cercato di creare un rapporto che inizialmente non era voluto, riusciva a guardare dentro la sua anima, riusciva a capire cos'era veramente.
"Siria... io ti ho sempre detto che se avessi letto nei miei pensieri ti saresti spaventata e mi avresti fatto rinchiudere in un manicomio... ho vissuto varie situazioni che mi hanno portato ad essere così, situazioni che mi hanno rovinato... io sono questo adesso, non posso cambiare. Non posso vivere così, però... hai visto cosa ho fatto? Tutti mi danno la caccia in città, sono riuscito a nascondermi in questi due giorni, perchè mi sono rifugiato in questi vicoli sporchi che nessuno viene a controllare perchè, oltre la sporcizia vera e propria è pieno di feccia umana, tutti hanno paura di passare qui e chi ci passa, fidati, non ha timore delle possibili persone che può incontrare. Non posso continuare a vivere così... non posso e non voglio. Non ne ho la forza."
"Stai zitto, ma che dici? Potremmo scappare, potremmo crearci una vita assieme, potremmo...", Siria ogni tanto faceva emergere la sua personalità ottimista e sognatrice, non riusciva a capire che in quella situazione poco avrebbero potuto fare. La cosa era una:non appena tutti avrebbero visto Luca l'avrebbero prontamente linciato e rinchiuso in carcere, nessuno sa che qualcosa aveva scatenato quella furia omicida, tutti pensavano alle povere vittime, giustamente.
Si presero per mano e con attenzione si recarono al porto, il buio li aiutò a passare inosservati. Quando arrivarono in un punto si sedettero, Siria strinse Luca a sè e disse: "Vedrai che in qualche modo faremo...", il ragazzo lì si infervorò e alzò le voci: "Ma sei stupida! Non capisci?? Non vedi quello che ho combinato? Apri gli occhi, vuoi uscire dalla tua bolla fatata per una santissima volta???", l'espressione di Siria parlava chiaro:l'aveva fatta soffrire e non poco, lei non si sarebbe mai aspettata un simile sfogo nei suoi confronti, lei che aveva fatto di tutto per quell'amicizia... e si sciolse in un oceano di lacrime amare.
"Scusami... sai che non mi controllo..." "Ma che è successo?", disse lei, "Che è successo al ragazzo che conosco? Quello che non avrebbe mai fatto male ad una mosca?"
La strinse tra le sue braccia e la cullò dolcemente."Siria, sai... io non ho mai nascosto la mia particolarità, sai come sono, anche se, in questo tempo ho cercato di nascondere la mia parte bastarda, l'ho fatto per te, volevo che mi accettassi... purtroppo, qualcosa è andato storto con il microchip, e le emozioni a lungo represse sono state portate a galla... e ho fatto quello che ho fatto. Mi sono macchiato le mani di sangue."
La scostò delicatamente, si mise in piedi e continuò a parlare: "Io sono un ragazzo che ha avuto una vita difficile, ho passato gli ultimi anni della mia vita immerso nell'oscurità, io sono una persona negativa, io adoro le tenebre, io mi trovo bene con le persone oscure, disturbate come me, io... io ho sempre odiato la luce, le persone aperte e solari, non le ho mai sopportate... tu sei la prima luce che mi sia mai piaciuta, tu sei tu, tu hai rischiarato la mia inutile esistenza, tu... io ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me, ti ringrazio dal profondo del cuore, ti ringrazio per aver fatto emergere la mia parte buona...".
In lontananza iniziò a suonare una sirena che interrompeva il silenzio, che scosse i ragazzi dal torpore e li riportò sulla terra, mondo malvagio in cui tutto, non va mai secondo il volere dei suoi abitanti.
"Cosa... Luca dobbiamo andare!", disse Siria colta improvvisamente dall'ansia.
"Dove vuoi andare? Stanno venendo a prendermi, devo pagare per quello che ho fatto."
In un attimo, due uomini in divisa ammanettarono il ragazzo, e lo condussero all'interno dell'auto. Siria assisteva inerme alla scena, non riusciva a realizzare cosa esattamente stava succedendo, per lei era tutto un sogno, un brutto sogno.
Vagò per le strade, in una sorta di trance, non era padrona dei suoi pensieri, non era padrona dei suoi sentimenti, non era padrona del suo corpo, semplicemente lei non si capacitava di cosa era successo, non riusciva a credere che non avrebbe più rivisto il suo amico, non riusciva a credere che quel gesto avventato era stato commesso a causa sua, perchè se Luca non avesse voluto sentirla vicina non le avrebbe mai mandato il dispositivo, non avrebbe mai ucciso quelle persone, non si sarebbe mai rovinato la vita. Lei si sentiva tremendamente in colpa e maledì il giorno in cui iniziò quell'amicizia, provava talmente tanto affetto per quel ragazzo che, avrebbe preferito vivesse una vita tranquilla senza di lei piuttosto che avere una vita rovinata con la sua presenza. Che se ne faceva lui del suo ricordo, quando ormai tutti i suoi sogni e le sue speranze erano distrutte?
Le risultò difficile emergere dal limbo di quei pensieri, quando si risvegliò si rese conto che aveva camminato senza sosta per ore e ore, i suoi vestiti erano logori, strappati, i capelli in una condizione pietosa e il viso era incrostato di lacrime. In un attimo riprese la sua coscienza in mano e si rese conto che avrebbe dovuto far qualcosa per aiutare il suo amico. Innanzitutto controllò se il dispositivo era ancora funzionante, se poteva captare i pensieri di Luca. Si sedette in terra e chiuse gli occhi, si cullò un attimo nel ricordo del suo amico, nel ricordo di quello che avevano passato insieme e da un momento all'altro sentì qualcosa:voci confuse, rumori assordanti, urla... Si rese conto che Luca aveva appena combinato qualcosa e cercò di connettere i loro pensieri, ma non riuscì. Si recò nelle zone del carcere, quel carcere che rinchiudeva il suo amico, quando vide uomini che correvano e urlavano. Riuscì a capire che un detenuto, al momento della consegna della colazione, colto da un raptus di follia picchiò a sangue il portavitto e riuscì a scappare. L'azione si svolse in talmente poco tempo e l'uomo aveva una forza quasi sovrannaturale che non si riuscì a bloccarlo. Siria sperò che il folle carcerato non fosse Luca, ma una piccola parte di lei sapeva che l'amico sarebbe stato in grado di comportarsi così. Indifferente si allontanò e si rifugiò in un vicolo, nel vicolo in cui lo trovò la notte della strage, sapeva che l'avrebbe potuto trovare lì. Pian piano si incamminò nelle strade sporche, e ad un certo punto vide una figura che la osservava, un po' turbata fece finta di niente, non voleva pensare che la sua vita sarebbe potuta essere in grave pericolo da un momento all'altro.
Prima piano, ma poi più velocemente si allontanò, cercò di andare lontano da quelle stradine del centro storico, cercò di uscire nella zona conosciuta e molto più sicura, quando si accorse che la figura si mise a correre per raggiungerla. Il cuore le balzò in gola, tutti i suoi muscoli vennero guidati dalla paura, ma ad un certo punto sentì una mano calda che la immobilizzò con forza e le serrò le labbra. Siria chiuse gli occhi, le lacrime iniziarono a scendere copiose, l'uomo non poteva guardarla sul viso perchè la immobilizzava da dietro e disperata cercò di pensare alle rare cose belle che le capitarono nella sua vita, quando la stretta forte si trasformò in un abbraccio, un abbraccio forte e caldo, un abbraccio che parlava chiaro e significava solo una cosa: "Sono contento di averti ritrovata. Ora tu sei con me e io sono con te.".
Lei capì subito che si trattava di Luca e rimasero così, stretti l'uno all'altra, che si scambiavano la forza e il coraggio a vicenda, e per la prima volta le loro anime e i loro corpi furono veramente vicini. La ragazza piano si girò e scrutò gli occhi del suo amico, quegli occhi che comunicavano tristezza per la condizione, rabbia per quello che era successo ma anche gioia per aver ritrovato lei.
"Non so che dirti... so solo che io sono qui con te." , lui la guardò commosso, con un sorriso appena accennato studiò il volto di quella ragazza, quella ragazza che nonostante tutto era sempre al suo fianco.
"Cosa possiamo fare? Fuggiamo? Ma ci beccherebbero subito... come uscire vivi?"
Luca non riusciva a parlare, le emozioni che scoppiavano al suo interno, rendendolo simile ad un oceano in tempesta, gli bloccavano le parole e gli facevano scoppiare il cuore. Era azzerato, non riusciva a reagire, sapeva solo che voleva continuare a stringere la mano di Siria, per sentirla più vicina.
"Io avrei un'idea... però dovremmo separarci per un po' di tempo. Non so se queste cose succedono nella realtà, o si vedono solo nei film però, se sei d'accordo, potresti offrire il tuo aiuto alla polizia, potresti aiutarli a trovarmi, ma questo sarà quello di cui loro sono convinti, ma tu dovrai portarli fuori strada. Con il pensiero tu saprai dove mi trovo e porti la polizia da tutt'altra parte."
"Ma è un idea geniale!" disse lei entusiasta.
"Non so... dovremmo iniziare da adesso?"
Lei scosse la testa, con un mezzo sorriso gli disse: "Il sole sta per tramontare, ci siamo appena ritrovati, facciamo passare almeno questa notte."
Tenendosi per mano si incamminarono, per tutta la notte parlarono ininterrottamente. Per la prima volta godevano della presenza dell'altro, un momento che avevano sempre sognato e che finalmente stava accadendo, ma purtroppo in condizioni sfavorevoli.
Il sole iniziava a sorgere, il cielo si tinse di rosa, i gabbiani volarono e il coraggio di Luca pian piano svanì, forse perchè di giorno tutto sembra diverso, tutto si presenta così com'è, mentre la notte lascia spazio ai sogni, ci illude che le cosa possano andare così come vogliamo, ma poi meschina ci volta le spalle, ci tradisce facendoci ripiombare nello sconforto.
"Siria io... io non ce la faccio...", disse lui con una voce tremante.
"A cosa?" " Io non riesco ad andare avanti... ho fatto un tremendo errore, e il motivo per cui sono scappato è per vedere te, io volevo vederti, se non ci fossi stata tu io sarei rimasto là..."
"Io ti ho rovinato la vita... io ti ho fatto uscire fuori di testa.", disse lei scoppiando in lacrime.
"Ascoltami, tu sei importante per me, ma non hai la colpa di quello che è successo."
Dandosi forza l'uno con l'altro, camminarono ma ognuno era immerso nei propri pensieri.
Non sapevano cosa fare e come andare avanti, non sapevano niente, stavano vivendo quell'assurda condizione umana che getta nella disperazione del dubbio e dell'incertezza, quando niente appare chiaro e tutto sembra contenere pericoli.
"Andiamo al porto?", disse Siria con voce dolce."Perchè vuoi andare lì? Ci vedranno tutti, vuoi rischiare?" "Le cose sono due:o ci nascondiamo a vita o..." "O...?"
La ragazza ammutolì, non riusciva ad esprimere quello che le passava per la testa, forse perchè neanche lei ne aveva idea.
Con il mare tranquillo alle loro spalle, si guardarono negli occhi per un istante, un istante interminabile che conteneva l'infinito, e si scambiarono tutto... I loro sentimenti, le emozioni e le sensazioni che quella storia aveva regalato ad entrambi, le speranze per il futuro che vennero spezzate in un battibaleno...
Luca fece qualche passo in avanti, Siria nel frattempo era seduta, guardava l'asfalto e si teneva disperatamente la testa fra le mani. Non sapeva cosa dire, era ammutolita, senza parole... E fu questione di un attimo:non fece in tempo ad alzarsi che vide il suo amico, il suo compagno in pomeriggi bui e solitari, il compagno che le dava la forza di andare avanti, librarsi in aria e cadere in mare. "Lucaaaaaaaaaa!" urlò lei a pieni polmoni scossa da tremiti e singhiozzi.
Il microchip, del quale si era dimenticata l'esistenza per quei giorni, riprese a funzionare e le arrivò l'ultimo pensiero del suo caro amico: "Scusami, ho dovuto farlo. Non avrei avuto la forza di andare avanti, neanche con il tuo aiuto. Sono troppo debole. Scusami, spero che potrai perdonarmi un giorno." e sentì una sensazione di caldo, Luca mentre si lasciava trasportare dal mare in tempesta aveva rivolto il suo ultimo pensiero a lei, e le aveva mandato il primo e l'ultimo bacio di tutta la sua vita. La pioggia scese incessante, Siria sentiva di appartenere ad una dimensione parallela, non mancò momento in cui lanciò delle bestemmie, contro Luca che aveva deciso di farla finita e che l'aveva lasciata sola, contro il mondo che detta le sue leggi che non tutti hanno la forza di seguire e vengono discriminati, contro un Dio, se esiste un Dio, perchè ha creato le persone con l'intento di farle soffrire.
Nel tempo in cui una farfalla sbatte le ali, Siria azzerò il suo cervello e si lanciò dallo strapiombo.
Il suo corpo, stette in aria per un attimo, assaporò un attimo di libertà, ma violentemente fu scaraventato in acqua. L'impatto fu molto forte, era come andare a sbattere contro un muro che ti rovina, un muro che ti blocca per un attimo ma poi ti risucchia al suo interno. Strano a dirsi, ma Siria trovò Luca vicino a lei, aveva già perso conoscenza e gli strinse la mano. Lui, per un attimo ricambiò la stretta:sapeva che la sua amica gli stava vicino, sapeva che non era solo, sapeva che l'affetto che lei provava nei suoi confronti era talmente grande che le permise di seguirlo in quella decisione folle e disperata. Entrambi vennero cullati dalle onde, uno accanto all'altra, liberi di andare verso quel mondo utopico che avevano sempre sognato e cercato inutilmente in ogni situazione, in ogni persona e che, troppo tardi avevano trovato nella loro amicizia. In fondo, è bello essere importanti per qualcuno, è bello venire apprezzati, specialmente se non si è abituati.
E tu, caro lettore che sei arrivato con pazienza alla fine di questa storia, piena di sfortunati eventi ma intrisa di sentimento in ogni sua pagina, scommetto che stai pensando che sotto sotto i due ragazzi si amavano. Cos'è l'amore? È un'etichetta che viene attribuita ad un sentimento troppo bello e che lo limita. Chi lo dice che per forza si deve provare amore esclusivamente per un amante? Non si può provare anche per un amico, un animale, un oggetto? L'affetto che loro provavano era indescrivibile, ma certamente non si amavano, erano mossi dalla bellezza che l'amicizia dona a chi crede ancora in lei, senza condizioni e indecisioni.
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