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Da scrittore a lettore
Renato entra in libreria e se lo ritrova subito davanti. Un libro. Il suo libro.
In copertina, rigorosamente rigida, c'è l'urlo di Munch che si contorce sotto il titolo scintillante a caratteri maiuscoli: Racconti ritrovati. Renato prende il libro in mano e lo gira trovandosi rispecchiato nella quarta: un uomo sulla cinquantina con cappelli brizzolati e occhi neri nascosti da lenti senza montatura, in una classica posa da intellettuale. All'interno in poche righe è stata schedata la sua vita: laureato in Lettere moderne alla Sapienza di Roma dopo il suo primo libro Oltre il tempo, un vero caso editoriale, ha scritto altri cinque libri tradotti in più di trenta lingue. Autore acclamato dal pubblico e dalla critica ha da poco ceduto i diritti della sua opera di debutto ad un'importante casa di produzione cinematografica che intende trasformarla in un film.
Renato sorride "In qualche modo devo pur campare".
Ripone il libro e sospira. Ancora si ricorda della prima volta in cui aveva visto Oltre il tempo in libreria: poche copie sul bancone delle proposte con una copertina anonima. Era scoppiato a ridere tra la gente che lo guardava di traverso da dietro libri di celebri autori; aveva acquistato l'intera pila rinunciando al pranzo per un intero mese.
E ora? Nessuna emozione. Sparita come, d'altronde, la voglia di scrivere che da giovane lo costringeva a stare alla scrivania fino a notte fonda. Quella che era stata definita la sua "ultima fatica", in realtà, altro non era che un insieme di racconti mediocri scritti in gioventù, alcuni persino tra i banchi di scuola, spacciati per il lavoro di revisione di una vita. Persino il suo editor, persona tutt'altro che sincera, era stato costretto a dirgli la verità: " Renà, se tu non fossi così famoso 'sta roba l'avrei subito buttata nel cesso ".
Renato cammina tra gli scaffali leggendo quei titoli di libri che ha visto così tante volte da fargli venire la nausea. E dire che una volta quello era l'unico posto in cui si sentiva a casa. Ora, invece, sente quell'abisso fatto di creatività e abilità letteraria che lo separa dal Tolstoij di Guerra e pace e dal Manzoni dei Promessi sposi.
"Perché loro sì e io no?" si ritrova ancora una volta a pensare.
Si stringe nel cappotto e sta per passare fra le porti scorrevoli, quando una voce lo ferma: " Scusi, lei è Renato Sassi, lo scrittore? ".
Renato si gira verso una robusta donna sulla cinquantina eccessivamente truccata.
" No, si sbaglia. E non compri il suo ultimo libro: fa' schifo ".
L'appartamento che lo accoglie una mezz'ora dopo è sempre lo stesso: stessa vista su Testaccio, stesso arredo minimalista, stesso odore di chiuso e solitudine.
Renato si toglie il cappotto e spinge il tasto per ascoltare i messaggi della segreteria telefonica.
" Renà! Me dovevi telefonà pe' mettece d'accordo per domani. Te ricordi l'intervista in tv, vero? Chiamami ".
Bip.
" Signor Sassi, sono Marco Salvia, il responsabile del suo sito internet. Mi dispiace disturbarla, ma vorrei chiederle se gentilmente potrebbe entrare in rete per rispondere a qualche suo fan. È ormai passato molto tempo dal suo ultimo intervento e ci sono molte domande circa i racconti che ha recentemente pubblicato. Grazie infinite e a presto ".
Bip.
" Ciao Renato! Sono Andrea Lattani, tuo ex-compagno di classe alle medie. Ti ricordi? Volevo sapere se ti andava di rivederci e parlare un po' del più e del...".
Questa volta il "bip" è fatto scattare volontariamente da Renato.
" Un po' tardi per farti sentire, caro Andrea. Molti sono arrivati ben prima di te " Dice a voce alta, come se il suo interlocutore potesse sentirlo.
Quando era diventato famoso aveva scoperto di avere centinaia di amici, persone che prima non lo avevano neanche degnato di uno sguardo.
" Ora entro su internet, Marco, stai tranquillo. Come posso deludere i miei fan? ".
Renato ha preso da un paio d'anni l'abitudine di parlare da solo: un modo per riempire quel silenzio che rimbomba dentro e fuori di lui.
Il computer emette suoni sinistri, o almeno così li considera lui. Di solito impiega il doppio del tempo necessario alle persone normali per connettersi.
Neanche lo voleva un sito ufficiale.
" Ma, Renà, tu non dovrai pensà a niente! ".
Le ultime parole famose.
" Odio quando mi chiama "Renà" " bisbiglia tra i denti mentre grazie ad un ultimo click si apre l'home page con un collage delle copertine dei suoi romanzi.
Click.
I commenti dei fan: sono tutte lodi e domande più qualche critica sparsa velata da "Se posso", "Mi permetta di", "A mio modesto parere".
Renato è già pronto a pubblicare un nuovo intervento di ringraziamento corredato da qualche gossip sull'ultimo libro, quando vede un commento che lo colpisce. In realtà ciò che lo costringe ad avvicinarsi allo schermo del computer per leggere meglio è il nick dell'autrice: Rosettaxx.
Rosetta è uno dei "personaggi di passaggio" del suo secondo romanzo. Nessuno aveva mai commentato quella ragazza che offre nel deserto roccioso dell'acqua al protagonista della storia. In effetti, compariva solo per poche righe ed aveva una connotazione fisica e comportamentale piuttosto insignificante. Tuttavia quella fanciulla, aggiunta per ampliare un capitolo troppo breve rispetto agli altri, aveva suscitato in lui una profonda tenerezza.
" Signor Sassi, sono consapevole del fatto che non leggerà quanto le sto scrivendo, come, d'altronde, non ha letto né tanto meno risposto ai miei commenti precedenti.
Ho appena letto il suo ultimo romanzo, del quale ho dovuto aspettare l'edizione economica, e mi devo confessare delusa. Il protagonista della vicenda compie delle scelte utopiche e assolutamente non realistiche. Mi sorge il dubbio che lei si sia completamente isolato dal mondo e soprattutto da chi ne fa parte non riuscendo più a rendere i suoi personaggi delle persone vere. Nonostante ciò continuo a stimarla per le sue precedenti creazioni. La saluto cordialmente ".
Renato ha le sopracciglia aggrottate e stringe i denti mentre il suo orgoglio da scrittore bestemmia contro quell'impertinente ragazzina.
Preme il pulsante per spegnere il computer non curandosi della procedura corretta e si alza.
" Ma guarda tu questa..." borbotta mentre si dirige ad un ripiano e afferra un impolverato tomo di 842 pagine dal titolo La passione di Simone. Si siede sul divano e comincia a leggere. La vicenda si svolge al tempo della guerra del Vietnam e tratta di un ragazzo di vent'anni che si arruola e che, grazie a coraggio e amore, riesce a tornare in patria dalla sua amata.
Renato si ritrova su quel divano fino a notte fonda.
" Non posso averlo scritto io " sussurra dopo aver richiuso con un tonfo il libro.
Accende nuovamente il computer e, dopo aver consultato una sorta di manuale per il sito scritto da Marco, riesce a recuperare l'indirizzo di posta elettronica di Rosettaxx.
" Cara Rosetta (così ti chiamerò ignorando il tuo vero nome), dopo aver notato il tuo commento ho letto, forse per la prima volta, quel libro. Hai ragione su tutto: ogni tua singola parola corrisponde a verità. Vorrei sinceramente scusarmi con te. Ti chiedo umilmente perdono da scrittore a lettrice. Spero tu possa e voglia rispondermi al più presto ".
Passano poche ore e una busta compare sul desktop.
È la prima di una lunga serie. Renato e Rosetta si scambiano opinioni, suggerimenti, giudizi, critiche, lodi. Lui è uno scrittore acclamato e lei scrive per divertimento. Lei non gli dice come si chiama e lui non le dice quanto la invidia: è giovane, in gamba e sa cosa vuole dalla vita.
Quando decidono di incontrarsi Renato sente la paura insinuarsi in lui minuto dopo minuto: paura del confronto.
Hanno scelto un piccolo caffè in un vicolo vicino la Sinagoga. Appena Renato entra la individua subito: curva su un libro ha una folta frangetta castana che gli impedisce di vederle gli occhi.
" Rosetta? "le chiede inclinandosi, come inchinandosi, verso di lei che alza lo sguardo e illumina il suo viso con un sorriso.
" Claudia. Piacere di vederti dal vivo. Sembri più vecchio ".
È decisamente lei. Dopo pochi attimi di smarrimento e imbarazzo è tutto come su internet.
Lei gli racconta dell'esame che sta preparando su Svevo, lui le parla della sua passione per la letteratura russa. Lei ride dei suoi Racconti ritrovati, lui le vuole organizzare un appuntamento con il suo editor.
" Perché non vuoi? "
" Non sono abbastanza brava "
" Si, invece "
" Ti propongo una sfida: un anno di tempo per scrivere un romanzo poi tu leggerai il mio e deciderai se è all'altezza del tuo. In tal caso mi impegnerò per farlo pubblicare ".
" Ci sto ".
Renato sorride.
" Il suo non sarà mai migliore del mio " pensa mentre digita l'incipit della sua nuova opera. Scrive e pensa notte e giorno. Rilegge e corregge giorno e notte.
E passa un intero anno.
Sulla scrivania di Renato c'è una pila di fogli.
Lui, sprofondato nel divano, legge altri fogli. Questi sono stropicciati e scritti a mano.
E raccontano una storia diversa. Una storia divertente e commovente, reale solo quanto lo può essere una storia inventata, una storia che culla tra le sue parole Renato e che lo porta a dire: " Perché non io? ".
Renato legge e piange di sincera umiltà.
Poggia questi fogli, bagnati di lacrime, accanto ai suoi.
Questi ultimi raccontano di un amore impossibile tra uno scudiero e la figlia di un ricco mercante nella Venezia del '700.
Gli altri sussurrano la storia di un uomo, un sognatore, uno scrittore che sa portare i suoi lettori in luoghi diversi e tempi lontani, che può prenderti per mano e trascinarti in un vortice di immagini e di emozioni, che riesce con la sua penna a scalfire il tuo cuore indelebilmente. Quei fogli raccontano la storia di un uomo che non è lui.
Renato prende dei fogli e li getta nel cestino. Fogli scritti al computer.
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