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Lee
Caro diario,
Devo ammettere che in questo periodo, ho un pensiero che mi frulla in mente. Qui nella mia stanza, ripenso alla mia vita qui al... non so nemmeno come chiamarlo. Insomma, quella che per 10 anni ho definito la mia casa ora mi sembra un prigione, una bugia. L'idea che ti dicevo in questi momenti di riflessione mi balena nella mente è l'idea di lasciare questo posto. I miei amici non la pensano come me, abbiamo la stessa età eppure loro, sono molto più innocenti di me.
Sono sulla giostra metallica, è di colore grigio metallo lucido. Anche i nostri camici avevano lo stesso colore delle giostre a dire il vero tutto aveva quel colore. Era, forse, la terza o quarta giostra più vicina al uscita. Siamo tutti qui, tutti i miei amici che chiacchieriamo tra di noi ed a volte con qualche addetto, anche lui nostro amico. I miei amici hanno un aria rilassata come si godessero le prima brezze del pomeriggio. Ma io ho un solo pensiero! La gamba è terra e punto le porte che portano al mondo di fuori, la mia testa brulica di pensieri, so visibilmente tessa! E continuando nervosamente a leccarmi le labbra dissi : "secondo voi è meglio non essere visti o invece non ha importanza? ... per scappare di qua." i miei amici non presero seriamente le mie parole, mi risposero, ma in realtà fu come se non avessi detto nulla. Ricordo di essermi voltata per guardarli e avevo il sole che mi abbagliava gli occhi, non so se quel immagine significo qualcosa per me in quel momento, di certo ora, per me questo è il mio unico ricordo di loro.
Comincia a camminare, furtiva fra una giostra. In mezzo secondo avevo già una mappa per uscire in mente : sapevo che per uscire sarei dovuta passare per la vedetta. Mentre sgattaiolavo sentivo le voci dei bambini, salii la scaletta e arrivai alla camera di vedetta dove alle mie spalle apparve Bellon (un uomo un po' alto, molto in carne, un tantino stupido, ma eravamo amici) , che stupito di vedermi li mi chiese "che cosa stai facendo... ?" (hai tempi non avevo un nome) . Non sono mai stata una persona bugiarda, quindi dissi "non sarebbe meglio per me stare fuori!?" . mi aveva visto al inizio pensai che avesse capito dal inizio il mio intento, ma ora che ci ripenso ne dubito un po' . lui distolse lo sguardo, sapeva che avevo ragione gli e lo leggevo in viso, ma sapevo anche non me lo avrebbe detto in faccia. Cosi fece finta di non avermi vista, e con il cuore addolorato per la funesta strada che avevo intrapreso mi lascio fare.
Scesi la scala della camera di vedetta, svicolai tra alcuni pilastri quadrati, passai davanti alla guardia che stava al ingresso, che mi vide! Chiamo degli inservienti ma io non mi voltai anzi aumentai il passo! Cominciai correre attaccata alle vetrate che dividevano i tre corridoi prima della libertà , tutte le porte avevano di fianco un pulsante per aprirle, apri una e un altra e un'altra e in fine l'ultima, avevo due guardie alle calcagna, e quando fui per strada dovetti elaborare in fretta.
Quello che da prima mi era sembrata una prigione isolata dalla realtà era invece situata alla bocca di una piazza con una grande statua in mezzo, circondata da fiori ed alberi per tutto il percorso delle vie che uscivano da questa rotonda. C'erano macchine, persone, casa ovunque probabilmente piene di persone, posti per le bici, oltre al asfalto terra e sabbia probabilmente formate dalla pioggia che erodeva il terreno dove stavano gli alberi ; dalla rotonda partivano 5 vie ma io ne vedevo solo una quella adiacente alla mia prigione, c'erano anche dei tram arancioni alti linee a me notte il 12 il 14 ; vicino alla quarta uscita della rotonda c'era anche l'uscita di una metropolitana ma di questo non ne sono sicura (non preocupatevi non sono stata ferma ad osservare tutto questo permettendo alle guardie di raggiungermi) .
Una volta uscita mi ressi conto che dovevo elaborare in fretta un modo per filarmela perché le guardie stavano arrivando! Pensai in fretta : un tram? No troppo lento... una macchina allora, vi avvicinai alla strada, c'era il semaforo rosso, salii su una macchina chiedendo per favore un passaggio e di andare veloce. Le guardie che mi stavano seguendo erano vestite tutte di nero e le avevo entrambe vicinissime, le conoscevo entrambe uno era : alto, con i capelli ricci tenuti cortissimi, e la a barba e i baffi, con un carattere irritabile e astio ; l'altro : alto, con i capelli un po' lunghi, con un carattere dolce e comprensivo. C'era un grande traffico per questo le due guardie riuscirono a seguirci a piedi, mentre che io stavo in macchina con tre ragazzi e una ragazza era quel tipo di persone un po' trasandate, che fumano erba e credono nella pace, la loro auto era verde acqua ; quella che stava alla guida aveva i capelli corti e lisci, ma non ho visto in faccia nessuno di loro, quello nel sedile di fianco al guidatore aveva i capelli ricci un po' gonfi, la ragazza aveva dei rasta lunghi, gli occhi verde tendente al azzurro e dei vestiti larghi e di colore verde, ed era seduta accanto a me. Anche quando la coda sembro defilarsi la nostra macchina andava ancora piano, allora decisi di togliermi il sospetto che avevo "non voglio giudicare io sono di mentalità aperta ma vi siete fatti una canna?" e loro mi risposero di si.
In quel momento, desiderai di lasciare l'auto ma le due guardie Ich e Ilay erano troppo vicini. Quindi mi portarono a casa loro. Ebbi cosi il tempo per prepararmi una valigia e ricominciare il mio viaggio, pressi ciò che mi serviva e usci dopo aver ringraziato calorosamente i ragazzi per il loro aiuto.
Quando usci dalla casa (i ragazzi vivevano in un condominio al primo piano) vidi, Ilay nella casa di fronte, dritto sulla porta. E anche lui visse me, ma io non mi fermai ugualmente, quando poi vissi che non mi stava seguendo coppi che presso da compassione mi stava dando un vantaggio.
Mi lanciai giù dal balcone e corsi per il cortile, usci dal portone e in quel momento stava passando un tram. Ci sali sopra, il mio obiettivo ora era ricominciare una nuova vita!
Sul tram conobbi una famiglia formata dal padre di origine cinese, dalla madre americana come la figlia. Il padre mi trovava carino e cerco subito di avvicinarmi con pensieri loschi. Ma era gente molto ricco e io in loro vidi la mia opportunità per sparire! Non accettai le avans del padre... ma quelle della figlia, diventando, la sua puttana personale. Non pensate male di me, quella famiglia pagava bene e io avevo bisogno di sparire!
Passai con loro alcuni anni, vivendo nel lusso, con vestiti alla moda a conciature enormi e tanti soldi, arrivavano tutti dalla famiglia di lei ma... per un tirai un sospiro di sogli evo credendo che i soldi mi avrebbero nascosto dalla compagnia (coloro che volevano riportarmi in quella specie di prigione) . Non fu cossi...
La compagnia mi trovo, e fui costretta a fuggire, quella ragazza voleva sapere il motivo, si era affezionata a me ma io non avevo tempo per spiegare, pressi i soldi e spari, potevo il respiro di Ilay sul mio colo!
Lui mi era vicino, scesi in strada e rubai una macchina. Mentre guidavo, mi ressi conto di quanto ero cambiata da quando ero scappata, i capelli erano diversi, ero più grande e avevo uno sguardo freddo. Guardavo nello specchietto retrovisore e con la stessa intensità della luce mi venne in mente quel unico ricordo che avevo dei meii amici. E pensai che ero uscita da cosi tanto che loro probabilmente erano già usciti per buona condotta. E io non gli avevo nemmeno cercati perché tutti i collegamenti al mio passato erano controllati dalla compagnia, un solo indizio e mi avrebbero trovata. Pensai anche alla mia famiglia che mi aveva lasciata in quella prigione, nemmeno lei avevo cercato. Per le stesso motivo : la compagnia poteva trovarmi. Guidai fino ad arrivare ad una zona deserta sotto dei ponti dove fini la benzina. Abbandonai la macchina e cominciai a camminare, si fece notte e in quel posto non c'erano lampioni era in buio pesto. Alle mie spalle arrivarono di gran carriera due motociclisti, uno dei due aveva dei crossi baffi e comincio a farmi delle avans, in quella situazione non ci pensai due volte a contrattare, loro stavano andando in un bar di motociclisti poco distante, e andai anche io. Tuttavia gli chiesi gentilmente se potevo mettermi io il mio casco, e lui accetto. Esatto, avevo in mente di rubargli la moto, ma solo quando lui fosse sceso. Ero contro la violenza a quei tempi!
Quando il tizio, arrivati davanti al bar scese dalla moto per andare a salutare i suoi amici e mostrarmi come trofeo. Ma io non scesi nemmeno dalla moto, anzi diedi subito gas e schizzai via sulla super strada, pensando con malincuore a cosa mi avrebbero fatto se fossi scesa da li.
Imboccai la super strada in fretta e furia, sentendomi al sicuro, poiché mi trovavo in una zona molto lontana dalla città . ma la mia mente era per la prima volta nella mia vita piena di pensieri tristi e di rimpianti. Pensavo a quanto, sarebbe stato più facile se finisse tutto.
Mi dirigevo verso Chicago, decisi di comprare una casa avevo ancora molti soldi pressi dalla famiglia dove stavo prima. Pressi un monolocale in una bella strada, non lo arredai nemmeno missi solo un materasso in un angolo. E richiesi molto specificatamente una casa con una stanzetta nel muro. In quel periodo avevo sviluppato per la prima volta la paura che la compagnia venisse e mi portasse via mentre dormivo. Per questo dormivo rannicchiata nella stanzetta segreta e avevo installato delle telecamere in tutta la stanza esterna cossi da poterla monitorare. La stanza era come vi ho detto spoglia ma la mia più grande paura erano le due finestre che questa camera aveva che davano sulla scala antincendio. E le mie paure erano fondate perché Ich venne a farmi visita un paio di volte. Ma non trovo mai niente...
Rimassi alcuni messi in quella casa, a pensare dalla mia stanzetta, sempre con un orecchio tesissimo. In quel periodo ebbi il tempo per racimolare gran parte della somma di denaro che avevo accumulato lavorando per quella famiglia. E decisi di iniziare una causa per far chiudere la prigione da cui ero evasa. In quel periodo ebbi però anche molte debolezze poiché nella mia mente si erano addentrati molti rimpianti.
Cosi decisi di usare questo mio stato d'animo per inscenare il mio suicidio! Preparai tutto per finirla per sempre!! Feci in modo, che non potessero pensare altrimenti che alla mia morte ; feci in modo che Ilay mi trovo su un tetto, mandai due lettere : una alla mia famiglia e una hai miei amici che come pensavo erano in combutta con la compagnia, poiché quando ricevettero la mia lettera chiamarono subito la compagnia e fu cosi che Ilay mi trovo.
Ci incontrammo dopo sei anni, su un tetto con me pronta a buttarmi. Lui che sei anni prima era stato uno dei miei amici più stretti, lui il primo per cui pressi una cotta. Mi rivide su quel cornicione con Chicago sotto di noi, piena di luci e magnifica della splendore dei quella notte. Lui aveva le borse sotto gli occhi come se avesse passato gli ultimi sei anni a pensare a me, a cercarmi, a piangere per me. Tutta via io sapevo chi era lui in realtà , era uno della compagnia, uno di quelli che mi dava la caccia per riportarmi dentro, hai miei occhi era cosi finto!! Lui mi guardava con fare amorevole io lo fulminavo con lo sguardo con degli occhi di ghiaccio. Comincio a parlare prima lui :
"Mio dio quanto male ti sei fatta..."
"Io mi sono fatta del male?! Bugiardo..."
"Non scappare, Non fare sciocchezze... emmh?"
"Lee!! Il mio nome è Lee "
"Ti sei trovata un nome... come hai trovato la tua famiglia!"
"Vedi di andartene Ilay!! Adesso!"
"Non ti lascio qui da sola"
In questo momento mi feci prendere dai veri sentimenti che provavo per lui...
"Mi hai già lasciata andare una volta! Non te lo ricordi più ?! Fallo di nuovo... salvami!"
"Hai visto cosa ti sei fatta in tutti questi anni!? Prostituzione, non hai costruito niente! ... di tuo Lee"
"Sta lontano da me!" : urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
In quel momento, pensai subito alla mossa successiva a cosa dovevo fare una volta che mi fossi buttata. Pensai a tutto, a una trasformazione che non li avrebbe mai ricondotti a me! Ma prima dovevo salutare il mio primo amore...
"Lee, ti prego io..."
"Che fai parli ancora?! ... Che cosa vuoi spiegare e cosa hai da parlare, stai zitto!!"
Pronunciando quelle ultime lettere mi lanciai, non appena attera al suolo, ricominciai a correre ironico ma è cosi. Trovai una parrucchiere aperto e mi feci tingere i cappelli, usci di li e entri da un tatuatore dal quale mi feci cambiare il colore gli iridi di azzuro e mi feci tatuare entrambe le braccia, e in fine andai a comprarmi un cellulare e una macchina nuova dopo essermi comprata dei vestiti nuovi.
In quella notte nella città ventosa, cambiai me stessa un'altra volta per intraprendere una vera vita. Una vita normale. Pressi la mia macchina e mi diressi in Canada, in punto più a nord del canada dove trovai una casa. Una casa in mezzo hai boschi ma non troppo, tutta arredata con un caminetto, e le pareti rossa...
Non voglio assolutamente cancellare il mio passato, voglio solo che lui non trovi me... non so per quanto tutto questo durerà , non so per quanto rimarrò nascosta ma sono molto orgogliosa di pronunciare queste parole : ...
..."Il mio nome è Lee, ho 16 anni, e vivo in Canada in una casa vera!"
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