Quel giorno vicino all'alba, quando il cielo ed il mare specchiavano la meraviglia della nascita della luce, l'aria era così trasparente che strada facendo per andare al lavoro, potevo vedere la Corsica. Come in una favola, stranamente, sembrava un mostro comparso improvvisamente all'orizzonte. Un mostro, che ieri non c'era mentre oggi emergeva avvolto in un'ombra pesante e sembrava dire:.."Oh... vi siete scordati di me... sono qui anche quando non mi vedete..."
L'aria ti feriva con la sua purezza e nello stesso tempo ti invitava a vedere e a decifrare l'orizzonte; cose che prima non solo non avevi visto, ma che non avresti creduto potessero esistere. Come la verità, alla quale solo se si può andare fino in fondo ti accorgi come può essere bella o brutta.
Il giorno prima avevo cominciato il mio turno di lavoro. Quando mi vide entrare nella sua camera, Rosa mi sorrise dal suo letto. Cercai di fargli un sorriso anche io, ma dai suoi occhi tristi capì che non ci ero riuscita.
" Cosa mi sta succedendo? Una volta entravo cantando nella sua camera. Cantavo "rose rosse" e lei si metteva a cantare con me... E oggi... e adesso... non sono neanche capace di fare un sorriso come si deve...
Quel giorno, strada facendo, meditando, avendo ancora impresso nella mente le immagini del video che aveva fatto il giro del mondo su internet mostrando le bruttezze successe in una casa di riposo della provincia di Imperia, notai dentro di me delle cose cambiate in un modo per niente piacevole.
Sono rimasta ancora lì, ai piedi del letto della Rosa, chiedendomi se sono cambiata davvero. E non solo, i pensieri calpestano sentieri di un decennio di lavoro nelle diverse case di riposo... situazioni, frasi, immagini, fantasie... e di nuovo le immagini di quel video...
Com'è possibile? Cos'è successo? Come posso spiegare che pian piano mi sento anche io cambiata, e anche se mi fa rabbrividire solo il pensiero di immaginarmi nei loro panni, questo cambiamento non mi piace per niente. Può essere qualcosa del quale non ci accorgiamo? O ce ne accorgiamo quando è troppo tardi? Quel'isola lì nell'orizzonte è innocente, si scorge quando l'aria e pura, piena di cristalli di luce. Io cerco un'altra cosa, quello che possiamo avere in comune noi che facciamo lo stesso lavoro, che ci sfiora tutti i giorni cercando di trovare una crepa dentro di noi.
Non so se l'ho trovata...
Quando ho sentito per la prima volta parlare di sindrome di burnout, mi sono fatta una risata: "cosa non inventano". E se non fosse stato per quel video ci avrei riso ancora. Ma non posso ridere avvertendo i miei cambiamenti, anche se per il momento non mi preoccupano tanto. Sentendo un giorno una mia collega, molto brava, dire che anche lei si sentiva cambiata, decisi di provare e cercare una risposta e... capire...
Provo ad immaginare... come ci si sente quando:
" Nessuno ti può dire, non ti sa spiegare come con il tempo perdi le amiche che hai fatto li dentro, vedi sparire la simpatia e l'amicizia negli sguardi che una volta ti dicevano tanto per diventare tali che ti fanno male mentre li senti che ti scrutano in ogni cosa che fai e che dici per poi...
... Per poi arrivare alla conclusione che qualunque cosa fai e qualunque cosa dici, e qualunque cosa pensi... è sbagliato. E non fai altro che sbagliare... E ti fai a parte, e ti chiudi dentro... E se ti capita che senti qualcuno che ride... che ride con il cuore, ricordi come anche il tuo riso aveva la risonanza del sole quando risplende dopo la pioggia, aveva ali di fiori, aveva la meraviglia di un bocciolo fatto di labbra mentre si apriva in un respiro dell'anima...
E ti sale nuovamente la rabbia"
Brividi.