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Il sogno
Seduto al tavolo di un bar, del solito bar, davanti al suo ennesimo bicchiere di vino il vecchio fotografo rimase sconcertato.
Quello che vedeva in quel momento gli sembrava impossibile. Pensava di aver bevuto un bicchiere di troppo, ma d'altronde non gli era rimasto altro che affogare la propria vita in un bicchiere di vino.
Eppure continuava a ripetersi che quello che vedeva non era possibile!
Gli tornò alla mente un quadro. L'unico che avesse mai dipinto da giovane. Quando ancora aveva l'ambizione di diventare un grande pittore. Il tempo in cui era pieno di entusiasmo, d'idee e per lui la vita era colore, soltanto colore. Poi un giorno ha dipinto quel quadro che raffigurava una donna. La Donna del Sogno.
L'aveva sognata una notte e se ne era perdutamente innamorato. L'aveva sognata quella notte e poi non gli era apparsa più. Ma quella notte era bastata. Questo fu sufficiente per sconvolgere la sua vita. Da allora non riuscì più a vedere nessun'altra donna. Nella sua mente c'era solo la sua immagine. Nessun'altra era più bella e affascinante, nessuna era "donna" come lei.
Il punto era che non l'aveva mai vista nella realtà o almeno così credeva.
Da allora sono passati più di quarant'anni, e la memoria comincia a perdere colpi, sicuramente favorita dall'eccessivo uso di alcol.
Per quel che poteva ricordare era stata solamente un'apparizione, la più bella di tutta la sua vita. Quella notte stessa sentì il desiderio di materializzare il sogno, dargli vita e decise così di dipingerla, perché non sbiadisse col tempo, per non dimenticarla e fissarla per sempre nella sua mente. Nei suoi occhi. Una volta finita l'opera rimase sbalordito. Era riuscito a rendere omaggio a tutta la bellezza di quella Donna, alle sue forme, soprattutto era riuscito a far trasparire dal quadro il suo incommensurabile fascino. Passava giorni e giorni a guardare il dipinto, ammaliato, stregato. Non mangiava, non dormiva. Passava tutta la giornata seduto davanti alla sua Musa. Stregato dalla Donna del Sogno!
Da allora non dipinse mai più! Era come se con quell'unico quadro avesse raggiunto la perfezione e aveva la certezza che non sarebbe mai più riuscito a trovare un soggetto così meraviglioso da ispirare la sua arte con la stessa intensità. Ormai si sentiva finito, come se quella donna sul quadro avesse risucchiato tutte le sue energie.
Infatti non prese mai più un pennello in mano.
Ma la vita è inesorabile. L'urgente viene sempre prima dell'importante. L'affitto, le bollette da pagare e soprattutto il mangiare, insomma, per poter sopravvivere fu costretto a vendere il quadro, che tanto amava. Prima di venderlo decise di fotografarlo, ma ora quella foto chissà dov'era finita? Sicuramente in qualche scatola dimenticata... da qualche parte.
Quello del fotografo divenne il suo lavoro. Fotografava qualsiasi cosa. Uomini, donne, bambini, cerimonie. Tutto quello che poteva fotografare. E in tutto quello che riprendeva cercava sempre e solo lei. La perfezione, il fascino, la bellezza che un giorno l'avevano rapito. Senza mai riuscire a trovare niente di tutto questo. Ma quella donna era solo un sogno. E i sogni, si sa, raramente si avverano. Ora, dopo tanti anni, troppi, lo aveva finalmente capito. Si era convinto che quella donna era ed è esistita solo nella sua mente. Ha passato una vita cercandola, ma ora aveva smesso.
Sprofondava in un bicchiere di vino illudendosi che una sbronza più forte di un'altra lo catapultasse in un sonno talmente profondo da permettergli di rivivere il suo Sogno.
Quanti anni erano passati da quando riempiva il suo tempo a rimirare quell'immagine sublime sulla tela. Poi, come sempre accade, il sogno, i ricordi cominciano a sbiadire. Cominciò a guardare quella foto un giorno sì e uno no, poi una volta alla settimana, poi una volta al mese, poi... fino a non guardarla più. Quando, alla fine, scomparve in qualche cassetto, tra mucchi di altre foto di bambini festanti o matrone sorridenti. Meglio così, perché un sogno infranto fa davvero male. Fa tremendamente male! Purtroppo anche i sogni più belli svaniscono...
E ora... Lei è lì... davanti a lui.
Il suo corpo che, come un vulcano, erutta sensualità ricoprendo l'universo. Le sue labbra che sono un inno all'erotismo. I suoi occhi magnetici, lo sguardo altero, superbo, immensamente profondo e infinito. Il portamento ritto, sicuro, sfrontato. Era proprio Lei, era lì... il desiderio di una vita.
Non poteva essere realmente lei! Cazzo! È impossibile! Sono passati quarant'anni... o forse cinquanta? Eppure il tempo sembrava non averla minimamente scalfita. No, non poteva essere lei...
Magari è sua figlia, che le somiglia come una goccia d'acqua...
O forse lei in realtà è morta e quella è la sua reincarnazione...
Sì! Quella è la sua reincarnazione!
La Donna del Sogno non c'è più!
La Donna del Sogno è tornata!
Il suo sguardo non riusciva a staccarsi.
Un tipo buffo e insulso, con uno strano ciuffetto sulla testa quasi glabra era seduto al suo stesso tavolo.
Che cosa cazzo c'entrava quella specie marionetta vicino alla sua Dea? Non poteva essere così! Non doveva essere così! Quella donna gli apparteneva. Quella donna era sua. Era una vita che l'aspettava. Nessuno l'aveva desiderata come la desiderava lui.
Fece per alzarsi, ma l'emozione era troppo forte, le gambe tremavano e facevano fatica a reggerlo. La donna uscì dal locale e salì in macchina con quel tipo.
Lui non fece in tempo a raggiungerla, avrebbe desiderato parlarle, sentire la sua voce, che doveva essere sensuale e bellissima, sì, non poteva essere altrimenti.
Prima che la macchina si mettesse in moto, lei girò il volto e i loro occhi s'incrociarono. Sul suo volto apparve un sorriso. Un sorriso dolce. I suoi occhi parlarono e gli dissero: tranquillo, io sono solo tua.
La macchina partì e lei scomparve, forse per sempre... anche questa volta.
Lui corse a casa, mise tutto sottosopra alla ricerca della foto. La trovò in mezzo alle pagine di un libro.
Gli anni l'avevano ingiallita, assumendo quell'effetto seppia tipico delle foto d'altri tempi.
L'immagine era invecchiata, ma lei no!
La sua bellezza era rimasta intatta ed era la stessa che da oltre quarant'anni occupa i suoi sogni, quella che lo aveva tenuto in vita nonostante tutto e nonostante tutti.
Quel corpo stupendo, che quella sera era avvolto in un tubino nero. Era lo stesso della foto.
Le forme della Perfezione!
Una lacrima scese lentamente.
Allora, tutto questo aspettare aveva avuto un senso adesso capiva la sua vita aveva non era passata invano. La Dea esisteva!
E se lei era rinata, poteva rinascere anche lui.
Ora, poteva andarsene sereno, davanti al tribunale che giudicherà la sua vita. Adesso sa cosa dire a quel giudice, quale favore chiedere. E lui dovrà ascoltarlo.
Cazzo! Se dovrà ascoltarlo! Glielo deve!
Si sedette sulla poltrona completamente lisa. Appoggiò la foto sul suo cuore e si sentì felice per la prima volta! Per quell'attimo di felicità era valsa la pena aspettare, desiderare, disilludersi e soffrire.
Ora aveva la certezza che quella donna non solo esisteva, ma era solo sua e di nessun altro. Per tutte le vite che verranno.
Il vecchio fotografo appoggiò la testa allo schienale, i suoi occhi erano colmi di pianto e bagnavano il suo viso. Le sue gote erano rugose e raggrinzite, mappe di una vita sprecata.
Chiuse gli occhi e sognò il Sogno.
Con una certezza: la prossima volta non sarà solo un sogno.
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