racconti » Racconti amore » Riscoprirsi innamorati.
Riscoprirsi innamorati.
Sono passati 9 lunghi anni, da quando ascoltavo “L’amore vuole amore” a quand’ oggi alla radio suona “l’alba di domani”, un qualche vago ricordo di noi, mentre osservo quel numero di telefono che per caso ritrovai dopo così tanto tempo, mentre viaggiavo tra le formule racchiuse in un libro di matematica, qualche attimo per riassumere i lontani ricordi di quella potente berlina che non era quella di oggi, ma che guidavo col batticuore come se fosse ancora oggi, quando a tutto gas viaggiavo verso casa tua.
Mi lasciasti perché troppo precoci, o perché non ti fidavi, piangevi, forse non era quello che da me volevi…
Ci penso ancora un attimo, mentre ho già il telefono in mano, digito con calma il tuo numero nella speranza che non sia orami stato disattivato, ma un messaggio dell’operatore mi avvisa che non sei raggiungibile.
Smisi di studiare, portai dietro i miei ricordi, salgo sulla potente berlina, ripercorro quelle strade come se fossi alla ricerca di una verità ormai che non c’è più.
Straziato dall’illusione di essere amato, l’amore che si trasformò in un tradimento, e adesso mi ritrovo qui, ad osservare i ricordi di tutto quello che era stato prima che cadessi, illuso di trovare la felicità che in te cercavo, ma che pensai di ritrovare altrove, proprio quando mi lasciasti.
Ricordo le mie lacrime erano calde, solcavano il mio viso freddo, piansi per te, ma mi rassegnai, una fanciulla quasi bella come te, ti sostituì, ma fu un amore che dopo sette lunghi anni morì.
Con le lacrime tra gli occhi faticavo lungo il percorso di quegli studi che pesavano sempre più ogni qual volta che pensavo alla mia vita, ai miei ricordi, qualche volta a te che non mi importavi più.
Stringo forte con le mani il volante di quella potente berlina, mentre i riflessi delle luci che si rispecchiano sulle vetrine mi accompagnano lungo il viale, ma mi accorsi che una goccia delle mie lacrime scorreva lungo la fiancata di quella potente berlina, e con rabbia vado a fondo con l’acceleratore, il motore di quella potente berlina che romba quasi percepisse il mio stato d’animo, fuso tra la tristezza e l’orgoglio di reputarmi sempre e comunque vincitore.
Ma sento suonare il telefono, non volevo nemmeno guardare, forse un collega, forse un amico, comunque una persona che non mi ha mai visto piangere per amore, ma a cui ho mostrato solo i miei ironici sorrisi… quello di un uomo che non si abbatte mai.
Mi accorsi che era quel numero.. che da un segno di vita, ancora esiste, ma che ancora scettico immagino che non fosse più tuo… magari chissà di chi.
Scoprì che eri tu, ma chi per te mi ricondusse in qualche modo a riscoprirti, a ritrovarti.
Che bella la tua voce, ormai quella di una donna, ma si sente ancora un leggero tono adolescenziale, e lo stupore di sentire la mia voce, quella che per sempre avresti immaginato di non sentire mai più.
Ogni parola, ogni riassunto di quello che insieme passammo, un puzzle che si ricostruisce poco per volta, mentre nella mia mente riaffiora chiara la tua immagine, quegli occhi così profondi, le tue mani, le tue labbra, i sogni di un adolescente.
La vita ci ha insegnato molte cose, abbiamo imparato che non si vive di ciò che si ci sente dire, ma di ogni parola che esce dai nostri cuori, quelle che oggi vengono spontanee a farsi sentire alle nostre orecchie.
Mi fermo quasi bruscamente, per sentire più chiara la tua voce, le tue parole, non sentì più il dolore di quelle lacrime, ma ancora scettico mi trattengo, forse tutto questo è solo un sogno, ma guardando la fiancata della potente berlina, vedo e tocco con mano la lunga traccia di quella lacrima che scorreva mentre con rabbia acceleravo.
Qualche ora per capire che non ci siamo persi, chissà quanti giorni… per ricostruire. Siamo un po’ lontani, ma non troppo, perché l’amore ci ha insegnato ad entrambi che le distanze sono relative.
Dopo aver parlato con te, ed aver riaperto il cassetto dei ricordi in cui ritrovai noi due, riparto lentamente, cammino lungo la via del mare, la luna si rispecchia sull’acqua, e le stelle brillano come quella volta che fummo insieme stretti sul balcone mentre ci abbracciavamo.
Ritornai a casa, sui libri, aspettando l’alba di domani, che ci ha sorpresi davvero, in questa vita in cui il mondo è troppo piccolo per perdersi, e troppo grande per lasciarsi per sempre.
Vidi trasformasi lacrime di dolore in lacrime di speranza, che non è certezza, ma motivo per lottare, altrimenti se certezza fosse, dove mai sarebbe il bello di riscoprirsi?
Ripresi la penna in mano, e ricominciai a studiare.
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- L'Amore è il momento dove l'UNIVERSO si può riconoscere ecco perché l'amore lo consideriamo un miracolo quando ci accade nella nostra vita. Ma c'è sempre qualcosa che interferisce e non fa incontrare quello che è destinato a incontrarsi. Non disperare ciò che è vivo prima o poi riconosce ciò che è vivo, ma dobbiamo stare attenti da chi è lontano dalla vita che ci vuole solo succhiare la vita per sentirsi vivo. Continua ad Amare solo così l'Universo può avere la possibilità d'incontrarsi e riconoscersi nell'Amore e fondersi con se stesso.