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Lo tradiva con tutti
In un nuvoloso pomeriggio di luglio Giovanni De Rossi terminò di lavorare più presto del solito e arrivò a casa in anticipo. Appena entrato nel portone sentì una tv accesa a tutto volume su un qualche programma di cartoni animati e si rese conto con irritazione che era quella del suo appartamento. Infatti, i suoi due maschietti di otto e dieci anni parlavano così ad alta voce da coprire i suoni provenienti dallo schermo, apparentemente sull'orlo di un litigio. Giovanni si affrettò a salire le scale.
Un inviperito "Non capisci proprio niente" gli giunse forte e chiaro mentre infilava la chiave nella porta d'ingresso. Riconobbe la vocina stridula del figlio minore Alessio. Di sicuro sua moglie non c'era, altrimenti non avrebbe permesso un tale bailamme.
"Ma cos'è 'sto casino, finitela." Esclamò mentre dava la caccia al telecomando per tutto l'elegante salotto, splendidamente arredato con autentici mobili e suppellettili art nouveau.
"Papà, è stato Alessio a cominciare."
"Ma papà, Simone dice che..."
"No, non voglio sentire niente. Lo sapete che non mi va di vedervi litigare, ok? Non m'interessa chi ha cominciato e qualunque cosa Simone ti abbia detto, lascia perdere e non stare in piedi sul divano Ducrot, che è delicato, si rovina e mi è costato pure un patrimonio."
Nella cameretta all'estremo opposto dell'appartamento trovò Chiara, la figlia quattordicenne, intenta a svolgere i compiti per l'estate con le cuffie infilate nelle orecchie. In assenza della mamma avrebbe dovuto essere lei a tener d'occhio i fratellini, ma aveva ben altro di cui preoccuparsi. La madre diventava sempre più trascurata in tutto, eppure un tempo era una donna dolcissima e una genitrice perfetta, amorevole e attenta. La ragazzina si accorse del suo ingresso e gli rivolse un allegro saluto. Il padre non capiva come potesse la musica non disturbarne gli studi, ma sapeva che farne a meno per lei sarebbe stato peggio, con quei due teppistelli in casa e i compiti da non trascurare.
"La mamma non c'è?" Chiese conoscendo già la risposta.
"No, è fuori, voleva starsene in pace, Ale e Simo sono più agitati del solito, oggi."
"Da quant'è che è uscita?"
"Sarà un'oretta, papi."
Un'ora. Giovanni sapeva fin troppo bene dove era andata. Diede un'occhiata all'orologio. Segnava le 17, 00 in punto e a conferma quasi nello stesso istante udì la pendola del salotto battere i colpi. Quel poco di buon umore rimastogli evaporò del tutto. E pensare che durante il viaggio di ritorno, mentre era incastrato nel traffico, l'illusione di trascorrere qualche ora insieme a lei prima di cena gli aveva quasi fatto dimenticare quanto fosse stata stressante la giornata. Stupido che era, avrebbe dovuto aspettarselo, invece. Nell'appartamento, lì al primo piano, Tiziana ormai ci restava sempre meno. Sospirò. Fino alle otto non sarebbe rientrata, questo era certo.
Passeggiò nervosamente avanti e indietro per un po', poi andò ad accendere l'altra televisione, ma non trovò nulla di interessante. Più tardi si affacciò sul minuscolo poggiolo ma c'era poco da osservare: un palazzone di otto piani davanti a occludere buona parte della visuale, altri massicci edifici ai lati, auto che scorrevano incessantemente lungo la strada sottostante fino a infilarsi nel corso principale e anonimi negozietti alternati a passi carrai. Giovanni si sporse in fuori, torse il busto e volse lo sguardo verso l'alto, ma non vide altro che una sottile striscia di cielo e i sette piani sopra al suo, a stento visibili. Nulla si muoveva. Poi alcuni gabbiani passarono in volo. Eppure sapeva che doveva trovarsi lassù, con Lui. Aveva i nervi a fior di pelle, preda di un'irrefrenabile gelosia.
Tiziana lo tradiva. Lo tradiva con tutti da quattro anni. Aveva mille storie con altrettanti uomini. Per lei c'era sempre qualche dannato, losco personaggio con cui perdersi e dimenticarsi del coniuge. E proprio in quel momento era lassù, col compagno di turno. Ne era più che semplicemente convinto, ne aveva la certezza assoluta. Ne conosceva l'identità. Del resto lei non faceva nulla per nascondergli le innumerevoli avventure. Lo cornificava alla faccia sua, apertamente, giungendo perfino all'impudenza di raccontargli della loro dolcezza o della loro energia, della loro sfrontatezza o della loro timidezza, facendo raffronti e gettandogli in faccia tutta la sua presunta inadeguatezza.
Rientrato nel salotto, lo sguardo gli cadde su una foto scattata sette anni e mezzo prima, al battesimo di Alessio, e una lacrima gli scivolò lungo la guancia. Quel giorno facevano un figurone, insieme. D'altronde erano una bella coppia piacente, mediamente alto e slanciato lui, il volto precocemente invecchiato dalle preoccupazioni e tuttavia attraente, un po' più piccina lei ma ben proporzionata e graziosa come una bambola, con quella bianchissima e delicata pelle di porcellana, i lunghi capelli neri e il bel viso acqua e sapone. E poi Tiziana aveva sempre dimostrato molti anni meno dell'età anagrafica. Il suo fisico aveva superato le tre gravidanze come se nulla fosse e ancora ora, a quasi quarantatré anni, aveva un aspetto da giovincella e una silhouette da fare invidia alla maggior parte delle donne.
Questa volta però ne aveva abbastanza. La sua Tiziana aveva davvero passato il limite. Sua? Magari lo fosse stata, ormai apparteneva a tutti tranne che a lui. Tra loro non c'era più comunicazione e non ne capiva il perché. Dio come li aborriva. Ma stavolta si sarebbe vendicato. Avrebbe eliminato tutti i suoi amanti, presenti e passati. Aveva già in mente il piano nei minimi dettagli. Si trattava solo di trovare il momento propizio. E poi forse, chissà, sarebbe finalmente tornata a essere sul serio interamente sua.
Quando infine la consorte rientrò, le 20, 00 erano già trascorse.
"Alla buon'ora." Esclamò Giovanni, visibilmente irritato.
"Ciao caro, come è andata al lavoro? Immagino che come al solito non avrai nulla di interessante da raccontare."
"Solo i problemi abituali, non vado fuori a divertirmi, dopotutto, io."
"Io invece ho trascorso una splendida giornata con Roberto. È un brav'uomo, sai, pur con tutti i suoi problemi." Rispose Tiziana, sorridendo imperturbabile prima di abbracciarlo e posargli delicatamente le labbra sul volto.
L'uomo abbozzò ed esibì un risolino forzato, ma in quel momento le sue mani si sarebbero strette volentieri intorno a quel latteo collo di cigno. Eppure l'amava ancora con tutte le sue forze e non sarebbe mai riuscito a torcerle un capello. In compenso sapeva su cosa riversare la propria rabbia. E allora si sarebbe pentita d'averlo trattato con tale sufficienza.
Tiziana intanto era andata a salutare i figli per poi recarsi tranquilla a spignattare in cucina, del tutto inconscia dell'uragano di sentimenti appena scatenatosi. Quando i cinque si sedettero a tavola mancava un quarto alle nove. In apparenza chiacchierarono amabilmente per l'intero pasto, però Giovanni sentiva i familiari con un orecchio solo e rispondeva in automatico. In effetti la sua mente era già rivolta in avanti, al giorno in cui si sarebbe finalmente presentata l'occasione tanto attesa. Poi all'improvviso udì ancora quel nome, Roberto, e l'attenzione gli si ridestò.
"Sai caro, Roberto ha attraversato una terribile crisi, è stato sul punto di suicidarsi, tempo fa. Ora è in cura da uno psichiatra e ieri notte ha trovato finalmente la forza di rivelargli i più intimi particolari della sua vita e ne ha tratto giovamento. Ma la sua salvezza non è stata mettersi in cura, ne sono convinta. Alla fine non c'è nulla di meglio che incontrare la donna giusta, per ritrovare la serenità e superare i momenti difficili, non credi?"
A quest'ultimo commento Giovanni sospirò platealmente.
"Oh sì, almeno finché lei non ti pugnala al cuore come fai con me." Gli scappò quindi detto.
"Non essere sciocco, caro, lo sai che ti amo, ma sai anche che ogni tanto mi occorre un po' di distrazione dal solito tran tran quotidiano. Non ho mai capito questo tuo egoistico bisogno di accentrare tutta l'attenzione su di te."
"Ah, io sarei egoista, adesso. Guarda che è assurdo pretendere che ti divida con mille altri uomini."
"Beh, certo, se la metti in questo modo. Tu però non tieni proprio conto della mia sensibilità."
"E la mia sensibilità invece non conta nulla? Se almeno evitassi di parlarmene!"
Stavolta fu Tiziana a sospirare per l'atteggiamento del marito. Davvero non lo capiva. Perché reagiva sempre con quei ridicoli attacchi di gelosia, invece di essere felice di sentirla condividere con lui le proprie emozioni?
"Dai" - Disse infine - "Non togliermi la soddisfazione di discorrerne, sai bene che l'unico vero uomo della mia vita sei tu e che il resto è solo una parentesi fantastica che passa e va. Allora ascoltami per favore, ti dicevo che Roberto..."
Giovanni non poté far altro che ascoltarla e guardarla, impotente. D'altronde perfino imbronciato il suo viso restava incantevole. No, teneva troppo a lei per condividerla con altri. Roberto, Roberto, Roberto... Tiziana parlava e lui intanto non faceva che ripetersi quel nome, come un mantra. Roberto, Roberto, Roberto... Dio come lo odiava, lui e tutti i suoi fottuti problemi psicologici e quanto lo faceva star male dentro. Sarebbe stato il primo a morire, giurò a sé stesso. Dai tempo al tempo, cara mia, e poi vedrai la fine che farà il tuo adorato Roberto.
Due sere dopo Tiziana De Rossi sedeva tranquilla in poltrona a leggere. Aveva un'aria rilassata, serena. Sia il giorno precedente sia quello in corso era stata oberata da impegni e non aveva avuto un attimo di respiro. Perciò dopo cena si era ritirata nel suo cantuccio prediletto, dove nessuno doveva permettersi di disturbarla, e si era talmente immersa nella lettura da non accorgersi dello scorrere del tempo. E poi il libro la prendeva così tanto da non riuscire a interrompersi. In quel momento tutte le sue insoddisfazioni erano dimenticate. Quando infine si riscosse, si rese conto di quanto si fosse fatto tardi: erano già le due passate! Incredibile come volava il tempo nei momenti piacevoli. Posò il libro sul tavolino firmato August Endell, a fianco di un prezioso vaso Tiffany in vetro "febbrile" a coda di pavone, spense il lume a stelo liberty Gallè, lavorato a motivi d'edera, con sei tulipes in pasta di vetro con motivi floreali e si affrettò ad andarsene a letto. Quando entrò in camera Giovanni dormiva. Cercò di infilarsi adagio sotto le lenzuola, per non disturbarlo.
Intorno alle quattro il marito si alzò, silenzioso. Tiziana era profondamente addormentata. Sapeva che si era infilata sotto le lenzuola alle due e trenta, l'aveva sentita, anche se fingeva di dormire. Non si sarebbe quindi svegliata per un pezzo. Pure i figli dovevano trovarsi nel bel mezzo del sonno. Era il momento giusto per agire indisturbato. Si vestì al buio, attento a non far rumore, e uscì.
Chiamò l'ascensore e mentre l'attendeva fece una rapida telefonata. Entrò quindi nel vano e salì all'ultimo piano.
"Basta coi tradimenti" - sussurrava nel frattempo - "a mali estremi, estremi rimedi".
Poco dopo giunse davanti a una porta. Aveva una copia delle chiavi. La infilò nella serratura e aprì.
Si era portato dietro tutto l'occorrente. Non ci volle molto. Ben presto il fuoco iniziò a crepitare nella mansarda e lui restò a guardarlo soddisfatto. Era lì, nel loro grazioso abbaino posto al di sopra dell'ottavo e ultimo piano del palazzo, che sua moglie aveva installato la libreria, un prezioso, antico mobile tedesco in stile liberty. Era lì che si rifugiava per dimenticare le proprie frustrazioni.
Giovanni detestava la sua abitudine di leggere con tanta passione, dimentica di tutto. Non sopportava più di saperla immersa in un mondo meraviglioso in cui per lui non c'era posto. Da circa quattro anni la consorte aveva accentuato l'abitudine alla lettura e da altrettanto egli odiava in tronco tutti i suoi libri. Li odiava perché quando lei li leggeva sembrava felice, assai più di quanto lo fosse stando insieme al marito, perfino rispetto a quando facevano l'amore. E li odiava tanto più perché era incapace di penetrare il mondo della narrativa, genere letterario di cui neppure capiva il senso, solo un'assurda fuga dalla realtà, dal suo punto di vista.
Vide bruciare i volumi di Gianrico Carofiglio, l'autore preferito di Tiziana, e gli parve di vedere morire l'avvocato Guido Guerrieri in persona, protagonista di tanti suoi scritti e personaggio che lei venerava, tanto da giungere a sostenere che le sarebbe piaciuto consolarlo delle sue delusioni sentimentali. In quei giorni Tiziana stava leggendo l'ultimo romanzo di Carofiglio, "Il silenzio dell'Onda". Ed eccolo, abbandonato sul tavolino tedesco, prender fuoco come tutti gli altri tomi. Giovanni allora sorrise, provando la piacevole sensazione che insieme ad esso stesse bruciando anche il protagonista Roberto Marias, il carabiniere in crisi esistenziale di cui ultimamente non faceva che parlargli.
Inoltre c'erano i romanzi di Jean Claude Izzo e che rabbia quando, persa nel dramma Shakespeariano d'amore e morte di "Marinai perduti", neppure s'accorgeva che lui le stava rivolgendo la parola. E poi ancora Nicholas Sparks con le sue stramaledette romanticherie; Fabio Volo, il più insopportabile di tutti con quei suoi insignificanti libercoli di cui tuttavia lei pareva in costante ammirazione; l'introspettivo Paulo Coelho e tutti quegli altri autori, con i cui principali personaggi maschili non poteva fare a meno di ritenere che la moglie lo tradisse.
E mentre già si udivano le sirene dei pompieri da lui stesso avvisati, guardava le pagine annerirsi e accartocciarsi, le fiamme sollevarsi e spargere calore e gli si riscaldava il cuore, come non gli accadeva ormai da mesi, forse perfino da anni.
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0 recensioni:
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Anonimo il 15/05/2013 21:31
Il racconto fa sfoggio di una notevole padronanza culturale con la citazione di quegli scrittori amati da Tiziana che lo arricchiscono e sono anche i protagosnisti di questa storia. Molto bella la rappresentazione familiare contestuale e i dialoghi in diretta sembrano avere una loro vita immediata. Che la passione della lettura possa portare a tale aberrazione? Opinabile.
- Ti ringrazio per la gradita visita e per l'altrettanto gradita visita al mio racconto precedente "L'assassino dentro me" che ti ha poi portato fino a qui. Saluti.
- All'inizio del racconto (non so per quale assurdo motivo) mi venne in mente il film "belle de jour" di Bunuel. Poi, come giustamente scrive ellebi protagonista del racconto diviene la letteratura ma anche l'incomunicabilità. Un racconto gradevole, incalzante, surreale.
- Grazie per visita e complimenti. Questo è uno dei miei raconti preferiti, in effetti.
- bel racconto, basato su un equivoco che sapientemente offri al lettore per accrescere la sua curiosità, la suspence. Infine, in un crescendo quasi rossiniano, la "rivelazione" che spiazza il lettore. Complimenti!
- Grazie! Hai ragione, avevo già scritto un racconto sul tema del tradimento, riguardo al quale per vari motivi la penso proprio come ricordi, intitolato "vent'anni di matrimonio", ma non volendo ripetermi stavolta sono andato a parare da tutt'altra parte, divertendomi con un finale a sorpresa in cui rivelo che il tema vero stavolta era il mio (nostro) amore per la lettura.
P. S. Ultimamente capita spesso che i commenti risultino anonimi, meglio frimare mi sa e dunque: Massimo Bianco.
P. P. S. Tra parentesi ho un paio di cose pronte da un pezzo (un po' fortine, a dire il vero) ma che per pigrizia non ho più postato, così come per pigrizia ho trascurato il sito, ultimamente: bisognerà che mi decida a rifarmi vivo. Salutoni.
- Aaaah che casino.. i commenti anonimi sono i miei! Virgi (sarà meglio che mi firmo)
Anonimo il 18/09/2012 11:29
Il commento è mio... non so perché me l'ha segnato come anonimo!
Anonimo il 18/09/2012 11:28
Il commento è mio... non so perché me l'ha segnato come anonimo!
Anonimo il 18/09/2012 11:28
Il commento è mio... non so perché me l'ha segnato come anonimo!
Anonimo il 18/09/2012 11:27
Accidenti... finale spiazzante! Già dal titolo m'immaginavo che sarebbe finto con un omicidio (avevo già letto un tuo racconto, se non ricordo male, che trattava il tema del tradimento e che si concludeva drammaticamente... mi avevi anche detto che questo, a parte il delitto, rispecchiava il tuo modo di pensare e ciò che, giustamente, non tolleri i tradimenti) e invece quello che Giovanni considera "tradimento" non è altro che l'esigenza di una persona di rifugiarsi in un mondo tutto suo. Concordo con gli altri quando dicono che spesso noi che abbiamo questa passione per la lettura (e te lo dice una che ha iniziato a divorare romanzi all'età di 8 anni!) risultiamo un po' "fanatici" agli occhi di coloro che invece non leggono... beh, forse lo siamo... ma che male c'è? Il racconto mi è piaciuto davvero e per questo lo colloco tra i miei preferiti!
- Dopo averlo letto la mia amica da cui ho preso in prestito gli autori preferiti ha largamente parteggiato per Tiziana: proprio così, femminucce (e maschietti!) sempre pronte (i) a tirare acqua al proprio mulino, ah ah. Comunque mettiamola così: dopo giorni e giorni, di certo anche stressanti, dedicati alla famiglia, capisco che una donna possa aver bisogno di tirare un po' il fiato e isolarsi qualche ora con se stessa e le proprie passioni. Ciao.
- Roberto di qua Roberto di là... Roberto, Roberto... mi sono venuti i nervi anche a me... ma come Tiziana abbandona la sua famiglia per dedicarsi ai suoi tanti amanti e l'egoista è il marito? Le donne in qualsiasi situazione sanno sempre come tirare l'acqua al proprio mulino.
Io sto con Giovanni!
- ATTENZIONE. È USCITO IL NUOVO ROMANZO in volume di MASSIMO BIANCO intitolato: "CAPELLI - dentro la mente di un serial killer". RUPE MUTEVOLE EDIZIONI, pagg. 330, euro 15 2-3 euro di spese spedizione. Collana "LA QUIETE E L'INQUIETUDINE"
il libro è ordinabile via internet sui vari siti specializzati tra cui BOL. it (della Mondadori) e IBS o, per chi non dispone di carta di credito, su reteimprese. it/rupemutevoleedizioni o in libreria tramite la catena libraria del LIBRACCIO. Saluti a tutti e un grazie a chi vorrà acquistarlo.
- Mi permetti, Ellebi, di perorare la causa dei due autori citati tra i miei prediletti? Gianrico Carofiglio con il suo ciclo di romanzi sull'avvocato Guerrieri e soprattutto coi primi 3 "Testimone inconsapevole", "Ad occhi chiusi" e "Ragionevoli dubbi" ha scritto grandi legal thriller che, pur ovviamente fedeli al sistema giudiziario italiano che tra l'altro l'autore non esita a criticare tra le righe, sono degni del miglior legal thriller americano.
Izzo, marsigliese, e purtroppo prematuramente scomparso, oltre a Marinai perduti è autore di una splendida trilogia noir, mediterranea ma anche in questo caso senza nulla da invidiare agli scrittori americani, con esiti brillanti nei primi due del ciclo e cioè "Casino totale" e "Chourmo". Ciao e che tu voglia seguire o no i miei suggerimenti (a cui fra poco, scusandomi pe rl'invadenza) ne aggiungerò un altro peloso per tutti i lettori di PoesieRacconti) comunque buone letture a te!
- Piero: ciao e grazie per visita e apprezzamento. Carina la tua annotazione finale. Indubbiamente i libri sono innocenti, ma anche Tiziana in definitiva è innocente, ella agisce in buona fede, del tutto incapace di capire fino a che punto il suo modo di fare ferisce il compagno così come credo che pochi se ne renderebbero conto, quindi neppure lei meriterebbe di essere punita. Non si può mai sapere però dove porti la gelosia patologica, che in questo caso spinge Giovanni a una sorprendente reazione.
- Mi permetto di chiamarmi Massimo. Ti sei spiegato benissimo. Mi spiego meglio anch'io,
Quando scrivo "detesta questi autori e non altri", ho dimenticato il "?", non potendo sapere esattamente con che criterio avesse, l'autore, scelto i nomi. Ora so il criterio della tua scelta, ma sostanzialmente non cambia di valore la mia analisi. Gli autori che tu citi, che non ho mai letto ma che solo Izzo non avevo mai sentito, mi sono accorto di essere stato "antipatico" dicendo: "non sono certo del mio genere". Volevo dire che non leggo autori italiani contemporanei, se non qualche veneto, quegli stranieri leggo quasi solo americani. Ti saluto. Ellebi
PIERO il 06/07/2012 23:11
Mi è piaciuto molto questo racconto e trovo assolutamente verosimile che il protagonista consideri dei rivali in amore i libri in cui la sua compagna si immerge totalmente.
Ma avrei preferito la punizione della fedifraga, anziché dei libri, che sono sicuramente innocenti.
- Stellaluce: un grazie anche a te, molto lieto dell'apprezzamento! Per chi come noi ama la lettura, quando un libro ci prende alle volte è difficile interromeperla, vero? Ma spesso chi non legge non riesce a capire cosa gli appassionati ci trovino in quelle che dal loro punto di vista sono solo schiocchezze ed è stato questo ad ispirarmi.
- Ellebi: Grazie! Un racconto, questo, che in effetti vuol essere anche un mio omaggio alla letteratura. C'è però una dicotomia odio amore nel testo che tu giustamente hai rilevato. Ebbene, due degli autori citati, e precisamente Gianrico Carofiglio e Jean Claude Izzo, sono anche due dei miei scrittori preferiti in assoluto. Ad esempio per me "Marinai perduti" è uno dei più grandi capolavori della letteratura del novecento e trovo "Il silenzio dell'Onda" qui approfondito un buon romanzo. Nel mio racconto però è una donna a leggere e allora per maggior verosimiglianza ho chiesto a un'amica di indicarmi i suoi autori preferiti e spiegarmi in breve di cosa trattasssero (neppure io li ho mai letti) in modo che potessi citarli appunto come prediletti dal mio personaggio e anche come ideale bersaglio dell'odio maschile, così come io in effetti tendo a diffidare dei romanzi prettamente sentimentali. Spero di essere riuscito a spiegarmi.
- Bel racconto... io mi ci ritrovo un poco in Tiziana, adoro leggere e immergermi nella lettura... alle volte capita che chi ti vive accanto non capisca questo tipo di amore. Sai mi hai ricordato un racconto letto a Dicembre la cui protagonista viveva solo di libri.. bello e piaciuto...
- Splendido racconto davvero per cui ci si dovrebbe soffermare su parecchie cose. Il fatto è che il tema centrale è in definitiva la letteratura, quella narrativa in particolare. Non risulta del tutto chiaro cosa ne pensa l'autore. Forse ama la letteratura e allo stesso tempo la detesta. Il protagonista brucia la libreria (odio) e poi cita tutta una serie di autori amati da sua moglie (detesta questi autori e non altri). Tuttavia l'autore di questo racconto si cimenta con la letteratura, quindi la ama. E si potrebbe andare avanti per un pezzo commentando questo racconto. Giudizio finale, a mio avviso, splendido racconto. (non posso fare a meno di dirti che io non ho mai letto gli autori da te citati, pur conoscendoli di fama, quindi non posso dare giudizi, tuttavia non sono di certo del mio genere.) Cordiali saluti. Ellebi
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