Un pizzaiolo, come di consueto, si mise ad impastare gli ingredienti per preparare la pasta delle sue prelibate pizze: mescolò la farina con l'acqua tiepida e il lievito, aggiunse un pizzico di sale e un goccio d'olio. Quando gli ingredienti furono ben amalgamati, divise l'impasto in varie porzioni e le lavorò con le mani dando a ciascuna la forma di piccola palla. Ogni porzione sarebbe servita per formare la base di una pizza. Le lasciò riposare in un posto riparato dalle correnti d'aria, per permettere alla pasta di lievitare. Una di queste palle di pasta, lievitando, cominciò a prendere vita. Man mano che lievitava e aumentava di dimensioni cominciò a pensare e ad immaginare cosa ne sarebbe stato di sé. "Sarò una pizza fantastica - pensava - sarò molto colorata e fragrante... Chissà quale cliente affamato mi mangerà... Chissà come mi vorrà farcire... Forse chiederà una viennese, con i dischetti di würstel, oppure una semplice margherita, con pomodoro e mozzarella, o magari una capricciosa, con funghi, prosciutto e carciofini... O magari diventerò una pizza dolce, da servire come dessert, ricoperta di nutella e fettine di banana, oppure farcita di marmellata..."
Si convinse che sarebbe diventata una pizza perfetta, la migliore pizza del mondo. Passò tutto il tempo della lievitazione assorta in questi pensieri, finché il pizzaiolo ritornò per stendere le palle di pasta in dischi sottili, che poi avrebbero ricevuto lo strato di sugo di pomodoro, le fette di mozzarella e tutti gli altri ingredienti previsti dal menù della pizzeria. La pasta viva fu l'ultima ad essere stesa. Il pizzaiolo, mentre la lavorava con le sue abili mani e la spolverava di farina per non farla appiccicare al tavolo di lavoro, le parlò, come se si aspettasse di essere compreso: "tu sarai mezza vegetariana e mezza tonno, il cliente ti vuole cosí". Mezza e mezza?! Vegetariana e tonno?! La pasta fu colta di sorpresa, questa richiesta proprio non se l'era immaginata, non si sentiva preparata per questa funzione. Cominciò ad avere palpitazioni, a sudare, le venne un attacco di panico, voleva gridare. Nel frattempo il pizzaiolo stava già terminando di distribuire gli ortaggi sulla metà di sinistra del disco di pasta e si preparava a spargere il tonno sul lato destro. La pizza si sentiva in trappola, rivoleva la sua libertà di pasta senza farcitura, stava disperatamente pensando ad un modo di liberarsi da tutti quegli ingredienti e scappare. Non ebbe il tempo di inventare qualcosa, finì in forno a cuocere. Il calore infernale del fuoco la mandava ancora più in delirio. Dopo alcuni minuti di tortura tremenda, che a lei sembrarono un'eternità, la spatola del pizzaiolo la riprese e la pose su un piatto. Il cameriere la portò al tavolo. "Ora!" pensò la pizza. Cominciò ad agitarsi, a dimenarsi, a saltellare, finché con un balzo più energico riuscì a mettersi in piedi e rotolò giù dal tavolo. Cliente e cameriere restarono esterrefatti! "La mia pizzaaaa!" Gridò il cliente. "Acciuffiamola!" Gridò il cameriere. Tutta la pizzeria si mise in agitazione, i più svelti si lanciarono al suo inseguimento, ma la pizza, completamente impazzita, continuò a rotolare all'impazzata tra i tavoli e le sedie, sfuggendo a tutte le mani che tentavano di acchiapparla, fino a quando riuscì a sgattaiolare dalla porta principale, proprio un attimo prima che il pizzaiolo riuscisse a chiuderla. Tutti uscirono in strada per inseguirla. Dopo minuti di fuga, la pizza si ritrovò in un vicolo cieco. Non aveva scampo. Gli inseguitori l'avevano ormai raggiunta. All'ultimo secondo si accorse che il coperchio di un tombino era sollevato per lavori di manutenzione alla rete della fognatura. La pizza si lanciò disperatamente nel buco e si tuffò nel liquido presente nel fondo del tombino. "Che puzza che c'è qui" pensava, e cercava di nuotare con tutta la sua forza per allontanarsi il più possibile dai suoi inseguitori. Si ritrovò in un fiume, nuotò a riva, esausta. Dopo pochi istanti si accorse di essere circondata da un branco di topi affamati. A quel punto fu veramente la fine. La fuga disperata della pizza impazzita, che di profumato non le era rimasto proprio più niente, terminò nella pancia dei roditori, i quali non si preoccuparono affatto di quale fosse la sua farcitura.