I muri non sognano. È di pubblico dominio, tutti lo sanno. Lo ribadisce la maestra ai bambini, spiegando che un muro è un oggetto inanimato, non parla, non pensa, non dorme e soprattutto non sogna.
Niente in contrario con quanto affermato dalla signora maestra, anzi, la ragione e la scienza sono dalla sua parte e anche il nostro caro vecchio muro. Ma perché allora ha la sensazione di aver già visto da qualche parte quella ragazza? Perché guardandola (anzi non guardandola, ricordiamo che i muri non hanno occhi) gli è venuto alla mente, o meglio, ai mattoni, un immagine di lei, bianca e di carta, che si sbriciola davanti a lui (esso, direbbe la maestra). Comunque, mettendo da parte i suoi non pensieri e il suo non sogno, il nostro vecchio sta continuando la sua disperata ricerca della verità sull'amore. Questa mattina si sta bene: l'aria è fresca, ma sta arrivando l'estate e presto il parco si riempirà di bambini e famiglie in vacanza e lui potrà divertirsi guardandoli giocare.
Il nostro muro si crogiola al sole beato, guardandosi intorno in cerca di divertimento quando a un tratto nota una piccola bambina dalle trecce bionde e con un delizioso vestitino rosso di ciliege, accucciata sotto di lui insieme a un altro bimbo dal viso rosso e i capelli arruffati. Curioso comincia a tendere l'orecchio (oops, sì, lo so che i muri non hanno orecchie) per cogliere la conversazione che si sta svolgendo sotto di lui.
-saai che sei bella con le tlecce?- biascica il bambino.
-anche tu sei belloo- risponde la bimba con una vocina sottile. Il bambino allora, che chiameremo Tommi, si china sul prato e, strappata una margherita, la tende alla bambina, (che chiameremo Sofia) chiedendo:
-Vollesti essele la mia fidanzata?- e detto questo avvicina il viso paffuto a quello di Sofia e le spalma un bel bacio cioccolatoso sulla guancia.
Sofia, spaventata da tanta irruenza, getta il fiore e scappa verso la mamma, lasciando il povero Tommi con un palmo di naso.
Inutile dire che la sopracitata scena abbia meravigliato e sorpreso non poco il nostro povero muro, il quale ormai è sempre più confuso e sempre più desideroso di capire. Dentro di sé, infatti, sente che la scena appena vissuta è in qualche modo collegata con quello che per lui è il grande mistero dell'amore e la curiosità e la voglia di comprendere si mischiano a uno strano sentimento, mai sentito prima che lo fa sentire molle e debole alla sua base.
Ribadisco, i muri non sognano, i muri non pensano... ma, cara maestra, faccia un eccezione per questo nostro vecchio muro così ansioso di scoprire il mistero dell'amore.