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Una storia come tante... Comica

Carlo un tipo attraente, anzi bello forte, con capelli ricci e biondi. Un bel fisico, asciutto e muscoloso, tanto basta per far sdraiare  le ragazze hai suoi piedi. Giulia, una biondina di bassa statura anche un po' bruttina, con modi burberi e arroganti, complessa nel suo insieme e ben disposta alla  poltrona. Uno sguardo trucido verso  gli altri, maniacale per se stessa, tanto da mostrare tutta la sua negatività.
 
Carlo decide all'ultimo momento di passare le sue ferie con una sua compagna universitaria che lo adora. E quale migliore occasione per abusare di lui.
 
Giulia, con crudele premeditazione da vera spacca palle, verso la sua migliora amica. Gli tira un inganno da crepacuore, confessargli che è una cornuta.
 
Le conoscenze comuni di Giulia e Carlo favoriscono il loro incontro. Una saetta. Una simbiosi inesistente. Una complicità lacerante. La ricerca della libertà nel mare sconfinato senza potersi nascondere. Nasce l'amore per Giulia e  per queste sue immaginazioni. Sfuggono tutti i piani di avvicinamento. L'evasione è totale e ogni  giorno è una tortura.
 
Giulia racconta a Carlo i periodi che precedono le ferie, la sostituzione della gamba di legno, con una vera da cadavere. La sua vita, le sue lentezze, il rapporto con la fisioterapia fino ad arrivare all'abbandono delle stampelle poco prima del campeggio. ecc. ecc.
 
Carlo si limita a dire che esseri perfetti come lui non esistono.
 
Finito il racconto si ritorna nella realtà.
 
È il tramonto e Carlo è seduto sui scogli che sostiene Giulia a stare in piedi. A conclusione della bella giornata, per Carlo la tenda è il luogo sicuro per nascondersi da lei.  Così Giulia inizia a viaggiare con la fantasia, e comincia a scrivere le varie promesse a Carlo.
 
Passa tutta la notte e inizia l'alba, Giulia è ancora a scrivere e a baciarsi la fotografia di Carlo per rimanere sveglia. Ora  il tempo è scaduto e ogni uno rientra nella propria città. Finalmente Carlo si gode la sua libertà, ma Giulia insiste: con le lettere, le telefonate,  i ricordi di una storia bellissima.
 
Una storia per Giulia che piano, piano si frantuma, come successe alla sua gamba, al punto di non avere più il color carne ma il rosso cancrena. Gli incontri  quasi rubati con una gigantografia di Carlo gli annebbiano quella poesia che la distingueva dai coetanei.
 
E come tutte le storie belle e fragili si rompe l'altra gamba, e senza conoscere i motivi reali, subisce anche un trauma cranico ed il rammarico di non aver indossato il casco. E fortuna che l'estate non dura tutto l'anno, e l'anno dopo, e così via.

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1 commenti:

  • stella luce il 26/03/2013 17:29
    racconto assai particolare... tra il serio e il comico appunto... sei molto bravo

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