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L'estate del mio primo batticuore -Parte 2-
Salve miei gentilissimi lettori. Sono sempre io, Kelly. Vi sareste chiesti che fine avesse fatto la seconda parte del racconto. Bene, eccola qua. Ora continuerò a raccontarvi cosa successe l'estate scorsa, ossia quella del mio primo batticuore, dopo l'incontro con Mirco.
Nel pomeriggio feci un lunghissimo giro in bici nelle strade di campagna e, sfortunatamente, si ruppe la ruota posteriore della mia bici in un viottolo poco circolato da veicoli stradali. Con fatica percorsi il viottolo camminando e trascinando la bici fino allo sbocco per una strada asfaltata. Lungo la strada c'era una panetteria. Affamata e affaticata vi entrai per comprar qualcosa da mettere sotto i denti. Nella panetteria c'era una simpatica ragazza che serviva con gentilezza i clienti; si chiamava Margherita. Era anche molto carina, qualche anno più grande di me. Mentre aspettavo il mio turno vidi entrare Mirco nella panetteria. Si dirigeva all'interno di una saletta dove impastavano acqua, farina e altri ingredienti che, dopo esser lavorati da panettieri anziani, entravano ed uscivano dai forni, inebriando tutta la panetteria di dolci profumi. Dopo aver comprato lo snack uscì e mi diressi alla mia bici ancora rotta. Aspettai che uscisse anche lui. -Ciao, sono la nipote di Marta, la signora a cui ieri hai portato del pane. Io sono sua nipote, Kelly e ti sarei davvero grata se mi prestassi la tua bici per arrivare a casa. Questa ruota ormai è rotta e casa di mia nonna è tanto lontana da qui-. -Vorresti che io ti aiutassi? Ma non vedi che sono indaffarato con le consegne?-. Con tono più arrabbiato risposi:- Certo che lo vedo! Sei talmente indaffarato che ieri mi sei caduto addosso! Sbadato che non sei altro!-. Lui mi guardò e aggiunse:-Senti mi dispiace, ti ho già chiesto scusa per l'accaduto! Dovrebbe bastarti!-. -E se non mi basta?- chiesi con aria di strafottenza. -Problemi tuoi! Ciao!- concluse. Montò sulla sua bicicletta e corse via come un razzo. Dalla rabbia tirai un calcio all'altra ruota della bici e braccia conserte imboccai ancora una volta il viottolo per dirigermi verso casa. Nel tragitto non facevo altro che pensare a quanto fosse stato maleducato quel ragazzo! Non lo sopportavo! Non ero mai stata trattata in modo talmente atroce da un ragazzo. Di solito, a Boston, mi chiedevano di uscire o mi invitavano a fare giri in moto con loro. Mirco invece NO! Anzi, lui aveva rifiutato di aiutarmi. Con la rabbia alle stelle arrivai a casa, cenai in fretta e sul letto mi buttai cercando di rimuovere l'accaduto.
Il mattino seguente mi svegliai e chiamai la nonna per chiederle dove fossero gli asciugamani. Scesi e vidi lei e Mirco tranquillamente seduti a bere una tazza di caffè e discutere. -Tu cosa ci fai qui?- domandai con aria aggressiva verso Mirco. -Ti ho riportato la bicicletta; l'avevi lasciata fuori alla panetteria ieri pomeriggio.- Mi affacciai alla finestra e vidi la bicicletta appoggiata al cancello della villetta della nonna. -Lei non è molto ordinata- aggiunse la nonna- non ha molta cura dei suoi averi-. -Ti sbagli nonna. La bici ha una ruota sgonfia; avevo chiesto a questo scorbutico giovanotto di aiutarmi ad arrivare a casa ma ha rifiutato di aiutarmi!-. -Ti sbagli mia cara! Lui l'ha portata da suo zio, che gentilmente l'ha riparata.- -Ieri non potevo accompagnarti, dovevo fare delle consegne. Così ho pensato di offrirti un aiuto maggiore facendola riparare gratuitamente- spiegò gentilmente. Rimasi in silenzio per un po' fissandolo con aria confusa. Quel silenzio fu interrotto dalla nonna che a Mirco propose:- Perchè non fate un giro stasera? Mirco conosce molto bene la città. Potrebbe farti vedere bei posti-. Lui però non mi propose nulla e da burlone disse:- Non mi piacciono le ragazzine disordinate, nevrotiche e non alla mia altezza-. E così se ne andò, facendomi sentire una bambina viziata e capricciosa.
Per me era davvero troppo dover digerire una simile offesa! Uscì di scatto di casa e contro gli urlai:- Tu non conosci me ed io non conosco te! Non sono una bambina anche se ho ancora solo 13 anni. Sono piuttosto semplice, mi accontento di poco e non sono viziata come tu hai voluto lasciar intendere! Mi dispiace che tu abbia capito solo questo di me. Posso dirti soltanto che, se tu me ne dessi l'opportunità, riuscirei a mostrarti come sono realmente! Solo così capiresti che ti sei sbagliato sul mio conto!- e con occhi lucidi e sinceri lo guardavo. -Scusami Kelly non volevo offenderti. Mi farò perdonare. Stasera alle 8 passo a prenderti e ti mostro un po' Milano, così tua nonna è contenta.- Lo guardai perplessa e annuì. Un secondo dopo mi voltai e lui non c'era più.
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1 recensioni:
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- Un bel tipetto... sparir nel nulla... aveva ben altro ne la testolina... forse Ti credeva un giocattolo... come fan in tanti in questa quotidianità maniacale...
MEGLIO COSI'... IL CUORE SI CONQUISTA COL CUORE... TOCCANTE MA... RIFLESSIVO RACCONTO... CIAO LISE'
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