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L'estate del mio primo batticuore -Parte 3-
Miei gentilissimi lettori son molto dispiaciuta all'idea che voi abbiate pensato che questo mio lungo racconto fosse già finito! Vi siete sbagliati di grosso. L'amore deve ancora sbocciare, la tenerezza non si è ancora mostrata e le lacrime amorose non le ho ancora versate... Dovrete leggere ancora molto, ma per adesso vorrei riprendere il mio racconto dal punto in cui l'ho terminato: il mio primo appuntamento con un ragazzo. Non era proprio un appuntamento per lui, dato che aveva solo intenzione di fare un favore alla nonna portandomi per Milano. Per me, invece, era la grande occasione per dimostrare a Mirco che si sbagliava su di me. Avevo già pianificato un super discorso sulla mia personalità per fargli comprendere quanto si sbagliasse. Era tutto pronto nella mia testa ma... Non ero pronta io, fisicamente intendo! Non ero mai stata a un appuntamento. Così chiamai la mia amica Lorel di Boston che di appuntamenti se ne intendeva. .-Ehi Lorel- inizia la chiamata così dicendo e lei incominciò a riempirmi di domande sulla città, i ragazzi del posto e non mi lasciava arrivare al nocciolo della questione! La interruppi e di scatto comunicai:-Ho un appuntamento! Non so cosa mettermi, come acconciarmi, come truccarmi. Potresti aiutarmi?-domandai. Lei mi consigliò qualcosa di trasgressivo come scollatura a "V" e tacchi alti, ma io non avevo intenzione di fare colpo su di lui. Non dovevo affascinarlo o sedurlo! Dovevo solo dimostrargli che si sbagliava su di me. Feci di testa mia; aprì l'armadio, lo scrutai attentamente e da esso uscì dei pantaloncini di jeans e una camicetta azzurra. Infilai delle ballerine azzurre, una borsetta dello stesso colore, un po' di mascara alle ciglia, matita nera ed ero pronta. Aspettai fuori al cancello della villa a lungo ma lui non arrivava. La rabbia saliva e l'orgoglio lacrimava lacrime di sconfitta. Rientrai dopo un ora ricca di delusione, angoscia e desolazione.
Rivenne l'alba e non avevo nessuna voglia di iniziare una nuova giornata. -Svegliati pigrona. C'è una persona che ti aspetta al piano di sotto-. Pensando che fosse Mirco scesi frettolosamente e c'era Margherita, la sorella. -Ciao. Tu cosa ci fai qui?- domandai sospettosa. -Dovrei parlarti- disse, e mi portò in soggiorno. -Allora cosa vuoi dirmi?- chiesi incuriosita. -Si tratta di Mirco. Lui non si è sentito bene ieri sera. Alla pasticceria nostro padre ci carica di lavoro e la sera molto spesso la stanchezza ci impedisce di viverci la vita che ci spetta. Mi ha qui mandata per chiederti umilmente scusa da parte sua.- Rimasi immobile. Mirco mi sorprendeva sempre più. -Non preoccuparti. Non era nemmeno un appuntamento. Me ne ero persino dimenticata!- e così le dissi una bugia. -Adesso vai, il lavoro ti chiama!- e l'accompagnai alla porta. Ripresi i miei giretti in bici e lo intravidi a un incrocio qualche metro distante da me. Era sulla sua bici. Decidi di seguirlo: volevo raggiungerlo per parlarci un pò. Lui si fermò al portone di un palazzo, suonò e una ragazza molto carina ne uscì. Lei lo guardava innamorata e lui ricambiava. Iniziarono ad amoreggiare pensando di essere su un palcoscenico senza pubblico, ed invece c'ero io ad osservare tutta la scena. Me ne andai amareggiata. Lui era già fidanzato e probabilmente la ragazza non gli aveva permesso di vedermi. Iniziai a convincermi che fosse per quello che mi avesse abbandonata la sera precedente.
Passarono i giorni. Feci amicizia con la figlia di una vicina. Si chiamava Maria ed era molto dolce e sincera. Fu con lei che trascorsi la maggior parte del tempo lì a Milano. Mirco ogni mattina passava da casa per lasciare il pane alla nonna. Io scendevo dalle scale, salutavo solo la nonna e uscivo di casa per dirigermi da Maria. Non rispondevo ai suoi saluti, non mi importava più niente di lui; era fidanzato e non volevo trasformarmi in una minaccia per la sua storia.
Alla settima mattina che non riposi al suo saluto lui mi raggiunse alla porta, mi prese il braccio e con sospetto mi chiese:- Che ti ho fatto?-. -Niente, ora devo andare. Lasciami stare!-. -Voi bambine fate sempre così. Ho offeso i tuoi sentimenti non presentandomi quella sera? Mi dispiace se ero troppo stanco dopo nove ore di lavoro per una camminata. Sono rimasto a casa quella sera a vedere la televisione e chiesi gentilmente a Maria di avvisarti.- Lui era sempre buono e io sembravo sempre la bambina. Era una situazione molto imbarazzante per me. Riusciva a farmi sentire tutto quello che non credevo di essere. Rimasi lì zitta, imbambolata, aspettando che aprisse la porta e mi lasciasse andare. Fuori mi aspettava Maria per la nostra tipica passeggiata mattutina. Lui alzò il braccio e mi fece segno di uscire tenendo lo sguardo basso. Io scappai in fretta verso Maria. Vedendomi strana, Maria iniziò a farmi delle domande e io le diedi le giuste risposte. Mi consigliò di andare alla panetteria e di parlargli. Così pianificai di presentarmi alla panetteria quando avrebbero chiuso per parlargli. Così feci; erano le otto e attendevo dall'uscita di servizio del locale che uscisse anche lui. Dopo un po' lo vidi, ci guardammo e iniziai il mio discorso:- Prima che tu dica qualsiasi voglio dirti che hai ragione! Sono per metà ancora una bambina viziata, disordinata, permalosa ma l'altra sera ero intenzionata a mostrarti quanto potessi essere matura a volte! Mi sono sentita sempre attaccata da te ma oggi mi sono accorta che era la mia doppia personalità ad andare in contrasto in tua presenza. Lo so è una cosa strana o forse persino assurda, eppure è così! Ti chiedo scusa di tutto quanto. L'altro giorno ti ho seguito fino a casa della tua ragazza, vi ho visti baciarvi e mi sono fatta da parte. Non che avessi secondi fini con te, sia chiaro.- -Lei era la mia ragazza! Non so quanto tempo sei stata a guardare ma ero lì per lasciarla. La nostra storia è molto problematica e stressante per me. Ero lì solo x lasciarla e lei per convincermi a non farlo iniziò a baciarmi. Tutto qua! Non c'è più niente tra noi!-. Ed ecco ancora una volta lui, Mirco, che mi dimostrava quanto fosse dolce, sincero e leale! -Adesso che è tutto risolto vado via, buona serata Mirco!- e mi voltai per andarmene. Ma lui mi venne incontro, mi prese nuovamente il braccio e disse:-Ho una serata in sospeso con te! Se non ti dispiace potremmo farci un giro adesso che non sono molto stanco!- e mi sorrise. -Molto volentieri!- e dolcemente sorrisi anch'io. Mi portò in molti posti splendidi di Milano, facemmo delle foto, mangiammo un gelato e iniziò a farmi delle domande. -Non mi hai ancora detto se sei fidanzata, Kelly!-iniziò lui. -Mai stata fidanzata!- risposi orgogliosa. -Cosa? Ma proprio "mai"?- continuava incredulo-non è possibile, una ragazza come te single!. -Ti sembrerà strano ma è così. Non voglio fidanzarmi e tanto meno innamorarmi. Penso sia la osa più assurda del mondo! E anche la più dolorosa!- spiegai. -Può essere anche la più bella, la più dolce, la più emozionante..- continuava lui. -Non mi importa, davvero!- insistevo io. -Va bene. Se fossi un ragazzo e provassi qualcosa per te non mi fermerei mai, continuerei a insistere finchè tu non proveresti ciò che provo io. Sei una bella ragazza, a volte donna e in altre bambina. E spero una grande amica. Sai ne cerco una. Ti va di essere la mia amica?-. Non sapevo se scherzava o era serio, accettai e basta! -Sì!- risposi. E così trovai un amico, un vero amico. Lui era diverso da tutti i miei amici di Boston: non voleva chiedermi appuntamenti, non voleva i miei soldi o essere più di un amico per me! Voleva solo un'amica, una vera amica! Accettando, però, non immaginavo di ritrovarmelo la mattina dopo sotto casa alle sette del mattino per ascoltare i suoi problemi e consolarlo, per passare molto tempo con lui emarginando Maria. In un certo senso è così che andò. Quando finiva di lavorare passeggiavamo insieme, mi portava alla gelateria, al parco, al Duomo per scherzare e ridere insieme! Era un vero amico, il migliore tra tutti! Parlavamo di tutto senza vergognarci di niente! Mi sentivo leggera come una nuvola accanto a lui. Lo pensavo intensamente, ricordavo le nostre conversazioni, gli scherzi fatti, il suo sorriso e lo immaginavo sempre accanto a me e, soprattutto, sorridevo sempre senza motivo! -Ti faccio ridere?- domandò la nonna. -Cosa? Nonna ma che vuoi?- riposi. -Sorridi sempre da quando frequenti Mirco.- -No. Non ci stiamo frequentando. Siamo solo amici; usciamo, scherziamo, parliamo, ci confidiamo come due semplici amici!- -Strano che ti comporti come se fossi innamorata!- obbiettò lei. -Innamorata? No, nonna hai sbagliato persona. Non sono mai stata innamorata. Non ho mai sentito il cuore battere per un ragazzo! MAI!- spiegai. La nonna sembrava essersi convinta e io ne ero soddisfatta. Questo momento soddisfacente fu, però, interrotto da una chiamata. -Ciao Kelly, sono Mirco-. - Mirco ciao! Sono contenta di sentirti. Perchè mi hai chiamata?- chiesi. -Non te ne ho parlato prima perchè non era niente di sicuro ma ora devo dirtelo: Stasera esco con una ragazza! L'ho incontrata alla panetteria e le ho chiesto di uscire. Lei non mi rispose in quel momento ma oggi gliel'ho riproposto e ha accettato. Sono felicissimo! Davvero! Ci vedremo domani o dopodomani, che ne dici?- concluse. Ero allibita e un po' infastidita all'idea. Cambiando radicalmente tono di voce ed espressione facciale lo incoraggiai ad uscire con la ragazza e a fare colpo su di lei; chiusi il telefono e andai in camera. Mi sentivo strana. Mirco aveva preferito lei a me. L'idea che avrebbe passato una serata con un'altra mi infastidiva talmente tanto! Eppure eravamo semplici amici, avrei dovuto essere contenta per lui e invece stavo male per me stessa. Sbattevo la testa al cuscino e non facevo altro che chiedermi: " Ma cosa mi sta succedendo?"
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1 recensioni:
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- È UN PO' LUNGA QUESTA MOVIMENTATA ESTATE... CON QUALCHE NEO...
ALLA PROSSIMA DUNQUE... DIMENTICAVO SCORREVOLE NELLA LETTURA... UNA BUONA MANO IN SENSATA MENTE... BRAVA LISE'... CIAO
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