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Lisetta
Alle volte quando ti senti persa e sola, la vita ti regala momenti indimenticabili e bisogna avere il coraggio e la capacità di apprezzare e comprendere.
Una sera d'inverno mi trovavo a camminare sulla spiaggia.
Il cielo era sereno e le stelle lucenti cullavano la mia anima.
Io ero persa nei miei pensieri, ricordavo l'estate, gli ombrelloni aperti e la gente che rideva e giocava nell'acqua. La mia mente vagava fra i ricordi delle storie estive che iniziavano colme di emozioni, le promesse di amori eterni che sarebbero finiti nel momento in cui il sole avrebbe lasciato il posto al freddo invernale.
Camminavo scalza e sentivo la sabbia umida e già fredda scivolarmi fra le dita provocandomi brividi indescrivibili.
Il mare era stupendo, calmo e caldo; la luna si specchiava nell'acqua limpida. La serata prometteva bene, e anche se dal mio viso scendevano lacrime di dolore, mi sentivo in pace con me stessa.
Ormai erano ore che camminavo senza far riposare le mie gambe e la mia mente. Decisi di sedermi in riva al mare e di scrivere una poesia che avrebbe reso eterno quel momento.
Amo comporre poesie e racconti: la scrittura è l'essenza della mia vita, è l'arma che mi ha sempre aiutato nei momenti di crisi, è uno sfogo e una passione. Non avevo niente con me quella sera, né borsa, né cellulare, oggetti inutili che mi avrebbero solo dato noia. Solo due cose non avrei lasciato mai da nessuna parte. Un quaderno e una penna.
Sospirai profondamente cercando di ricacciar dentro le lacrime che mi annebbiavano la vista, presi in mano la penna e fissando il mare iniziai a scrivere.
Mi perdo nel silenzio della notte
guardo questo mare, lo respiro
umide le labbra sanno di sale
Improvvisamente sentii una voce che sussurrava il mio nome
Laura... Laura... mi senti?
Scattai in piedi d'istinto, lasciando cadere in terra il quaderno e la penna.
Spaventata, mi guardai intorno alla ricerca di un viso, di un corpo che potessero giustificare quella voce, ma non c'era nessuno. La spiaggia intorno a me era completamente deserta.
Chi poteva essere? Mi chiedevo con il cuore in gola, non c'è nessuno
Rimasi in piedi per qualche minuto cercando di darmi una spiegazione, poi aggrappandomi a tutta la razionalità di cui disponevo conclusi che era frutto della mia immaginazione.
Mi ero chiusa a tal punto nel mio mondo che ero riuscita persino a sentire le voci.
Sorridendo fra me e me, raccolsi i miei due oggetti di vita e sedendomi di nuovo, tornai a concentrarmi sulla mia poesia.
Mi perdo nel silenzio della notte
guardo questo mare, lo respiro
umide le labbra sanno di sale
Profumi invernali...
Le parole uscivano di getto... ma...
Laura... Laura.. non spaventarti, ascoltami.
Ero terrorizzata, questa volta non era la mia fantasia, c'era sicuramente qualcuno, anche se io non potevo vedere chi fosse.
Chi sei, fatti avanti, urlai in preda al panico.
Dove sei? Cosa vuoi da me?
La mia voce tremava e le mie gambe erano paralizzate.
Ti prego Laura, non avere paura di me. So che puoi sentirmi. Io sono il mare.
Ma che cosa stava dicendo? Il mare? Come poteva parlarmi l'enorme distesa di acqua?
Rimasi in silenzio cercando ancora una spiegazione.
Laura, so bene che può sembrarti strano, ma sono proprio il mare! Sono anni che vieni qui, ti ho sempre guardata ed osservata, e ti ho scelta per ascoltare la mia storia. Ti prego ora siediti e ascolta, ho tanta voglia di parlare con te.
Mi sembrava tutto così assurdo e irreale, ma decisi di ascoltare quella voce misteriosa.
Con passo incerto mi avviai verso la riva ed aspettai.
Bene piccola mia, ti starai facendo tante domande a cui ora non trovi risposta.
Una lieve brezza mi accarezzò i capelli e baciò le mie guance, e improvvisamente le mie paure svanirono. Guardai la distesa liquida e dissi
Senti mare, io sono confusa, ma vorrei tanto ascoltarti, vorrei tanto capire le tue emozioni e magari confrontarle con le mie, ebbi un lieve sorriso, forse per stupore o forse per farmi coraggio.
Bene Laura, allora visto che sei molto curiosa, ascoltami con attenzione, ti racconterò la storia della mia vita e della vita degli esseri che vivono dentro di me.
Chiusi gli occhi e mi misi all'ascolto.
Tanti anni fa, questa spiaggia era molto popolata, d'estate e d'inverno. Le persone venivano a tenermi compagnia raccontando le loro storie, i dolori, le speranze. Si rivolgevano a me e mi chiedevano consiglio e aiuto. Io ero molto orgoglioso di tutto questo e decisi che forse, anche se gli uomini non erano sempre buoni con me e con le mie creature, avrei potuto aiutarli, magari così avrebbero compreso l'amore e il bene nel mondo.
Allora parlai con la luna e le stelle, con il cielo, con il vento e con il sole. Chiesi agli elementi di dare agli uomini giorni sereni e notti stellate, per la gioia e la felicità degli innamorati.
Era bello vedere la spiaggia piena di persone felici, di bambini che sgambettavano felici dentro di me. Amavo sentire le persone che si immergevano nel mio essere liquido alla scoperta delle mie creature. Mi sentivo un re. Di notte mi piaceva spiare le coppie che si baciavano sotto le stelle promettendosi amore eterno e scrivendo le loro promesse sulla sabbia. Amavo i biglietti che gettavano dentro di me, regalandomi le loro speranze, era tutto così bello! Credevo che finalmente l'uomo avesse compreso il vero significato dell'amore
Ma mi stavo illudendo e ben presto capii che tutti i miei sforzi erano stati inutili.
Capii quanto l'uomo fosse arrogante ed incapace di trattenere dentro di se le emozioni e la bellezza. I miei doni stavano diventando inutili e mi sentivo povero come mai mi ero sentito in millenni di vita.
Anno dopo anno le persone tornavano da me con le loro richieste, ma non volevano amore, non venivano più come una volta a parlarmi dei loro amori e delle loro emozioni, erano solo affamati di denaro e di cose materiali, e depredavano senza limite le mie creature.
Questo iniziò a farmi infuriare, le mie onde erano sempre più alte e schiaffeggiavano rabbiosamente le rive.
Ma piccola Laura., l'uomo come poteva capire che stavo chiedendo aiuto? Mi avevano sfruttato, saccheggiato, ed ora che chiedevo di essere capito, l'unica cosa che facevano era sfidarmi!!
Sfidavano le mie onde, si divertivano con la mia rabbia e con il mio dolore, e i più paurosi non si avvicinavano neanche a farmi una carezza! Questo è l'uomo, questo è colui che ho cercato di aiutare
Aprii di scatto gli occhi, lo guardai... allora perché stai parlando con un essere umano? Perché parli con me?
Sentii un leggero fruscio che mi fece tremare, sembrava un sorriso che mi aveva voluto regalare.
Laura, tu sei si un essere umano, ma sei diversa.
Ti ho vista scendere in spiaggia con la pioggia, mi hai cercato nei momenti belli e in quelli brutti, ti ho vista avvicinarti anche se ero in tempesta. Non hai mai avuto paura di me, sei l'unica che cercava di capirmi! Ecco perché parlo con te piccola Laura.
Io sorrisi... vai avanti mio mare, raccontami le tue gioie e i tuoi dolori, ora spetta a me aiutarti.
Mi lambirono all'improvviso alcune onde piccole, come se volesse farmi comprendere la sua commozione.
Grazie per la tua comprensione Laura. Ora ti racconterò un'altra storia: una storia che supera ogni amore, la più romantica e la più tragica, che mi ha turbato nel profondo e che ancor oggi porto dentro come un fardello dell'anima!
Il mio viso si fece cupo e triste, ma gli chiesi di raccontarla.
Le stelle spensero pian piano la loro luce, la luna si nascose dietro una nube e il vento si fece più forte e freddo. Cominciai a tremare. Col cuore in gola mi preparai ad ascoltare la storia.
C'era una volta una pesciolina di nome Lisetta, era piccolina, di un colore che andava tra il verde e il celeste, non era bella, ma era molto buona e allegra. Con la sua simpatia riusciva a rallegrare tutti i pesci del mio regno, era giocosa e vivace. I suoi genitori, la rimproveravano sempre, perché lei andava contro le leggi della natura acquatica mettendosi nei guai ogni volta. Lei non amava svegliarsi e cercare cibo per nutrirsi, lei voleva esplorare il suo mondo, voleva essere libera e aveva un coraggio che nessun pesce aveva. Lei non era spaventata dagli uomini, nonostante il padre le diceva sempre di quanto crudeli potessero essere, lei riusciva a trovarci dei lati positivi.
I suoi amici non condividevano il suo modo di vivere, per questo era sempre sola, ma lei non si sentiva triste, perché sapeva che un giorno avrebbe potuto raccontare di quanto bella era la vita che stava vivendo. Margaret, la sua amica, cercava sempre di farla ragionare e di farle capire che non si poteva andare contro le leggi della natura, cercava di farle capire che la notte doveva mettersi al riparo dai predatori e che se continuava a fare di testa sua un giorno sarebbe finita nelle reti di qualche uomo crudele.
Lisetta, sapeva benissimo i pericoli che incontrava ogni giorno, ma non era spaventata e alle volte faceva delle riunioni per raccontare quanto sarebbe stato bello se tutti i pesci avessero avuto il coraggio di andare oltre quella oasi di pace che si erano creati, raccontava di quante emozioni potevano trovare fuori dal loro piccolo regno e sognava ad occhi aperti una vita piena di entusiasmo. Il suo branco restava in silenzio ad ascoltarla, poi senza dire una parola tornavano alla loro solita vita.
Insomma la piccola e sola Lisetta non era compresa ma allo stesso tempo non si scoraggiava e sperava di vivere in modo diverso e più intenso.
Un bel giorno giocando come sempre fra gli scogli, vide passare un pesce di dimensioni più grandi delle sue. Era bello e anche se poteva essere un predatore, lei si avvicinò con prudenza:
Ciao pescione come ti chiami?
Il pesce rimase sorpreso nel vedere quel pesciolino piccolo che gli rivolgeva la parola.
Io mi chiamo Artur e sono una grande occhiata, tu non dovresti avvicinarti sei una mia preda, sei troppo piccolo e troppo incosciente lo sai?
Si lo so, ma mi avevi incuriosito e mi sono avvicinata. Io mi chiamo Lisetta e sono una sardina.
Si va bene ora vai via e non avvicinarti più a pesci più grandi di te è pericoloso torna nel tuo branco e lasciami stare.
Lisetta lo salutò e andò via. Per tutta la notte rimase a pensare a quel pesce così grande e bello, avrebbe voluto parlargli di più, avrebbe voluto sapere di più della sua vita, insomma voleva conoscerlo meglio. Le aveva dato l'impressione di essere burbero ma lei sapeva nel suo profondo che era buono, perché se fosse stato cattivo se la sarebbe mangiata in un boccone.
La notte passò in fretta e Lisetta ancora alle prime luci del giorno stava pensando ad Artur. Sapeva che non poteva parlare con nessuno di quel incontro perché tutti l'avrebbero criticata, ma sentiva dentro di se il bisogno di rivederlo! Nel pomeriggio, decise di tornare dietro lo scoglio del giorno prima magari sarebbe passato di nuovo e lo avrebbe rivisto. Si nascose e aspettò con ansia. Dopo molte ore lo vide passare e senza esitare gli si avvicinò.
Ciao Artur come stai oggi?
Ancora tu? Non hai capito che io e te non abbiamo nulla da dirci? Devi stare con i tuoi simili non con un pesce che può esserti predatore lasciami stare.
Dai aspetta un attimo ti prego voglio solo parlare un po' con te.
No ho detto che non mi interessi ok? Adesso vai a casa tua e lasciami stare prima che mi arrabbio sul serio e ti mangio.
Lisetta intristita lo salutò e andò via.
Ma perché non vuole parlare con me? Dentro di se sentiva un sentimento che neanche lei sapeva spiegarsi... quel pesce così grosso l'aveva affascinata e aveva capito che senza di lui non riusciva a stare. Cosa stava succedendo al suo cuore? Provava un sentimento strano che non capiva...
Rimase giorni e giorni a pensare. La sua amica Margaret, la vide cambiata, la vide triste e le se avvicinò.
Che cosa ti succede Lisetta? Perché non sei più solare e incosciente come al solito?
Lisetta non sapeva se poteva svelare il suo segreto, aveva paura di essere presa in giro, ma poi decise di rischiare.
Vedi amica mia, qualche giorno fa ho incontrato un'occhiata di nome Artur, ci ho parlato, ma lui mi ha mandata via, ma io non so perché credo di provare qualcosa per quel pesce.
Ma sei impazzita? Ti sei messa a parlare con un predatore? Pesciolini! ringrazia il Dio mare che sei ancora viva...
Non puoi capire Margaret, non è cattivo, ma mi tratta così solo per difendermi.
Difenderti? Lisetta non mi verrai a dire che ti sei innamorata di un'occhiata?
Non lo so, ma credo di si!
Margaret non poteva credere alle sue pinne! Lascia stare Lisetta, questa volta ti vai a mettere in un guaio troppo grosso non rischiare dammi retta!
No, mi dispiace ma lo devo rivedere, devo dirgli quello che sento non posso vivere così...
Lisetta ti prego.
Le parole dell'amica furono inutili, Lisetta scappò via e andò a cercare il suo amore.
Alla solita ora lo vide passare. Sentiva il cuore che le arrivava fino alla gola, ma con coraggio si avvicinò
Ciao scusa io... io
Senti sardina ora mi hai stufato, basta lasciami stare lo capisci che non mi interessa stare qui a perdere tempo con te?
Si lo capisco ma devo dirti uno cosa...
Dimmela e poi vai via
Ecco io... io... io... ti.. non gli uscivano le parole
Tu cosa? Sbrigati mi hai già fatto perdere troppo tempo.
Si si... io mi sono innamorata di te!
Ci furono due minuti di silenzio, poi ci fu una risata che fece tremare le acque..
Tu cosa sardina? Ma stai bene? Ma la noti la differenza tra me e te?
Tu sei una pulce, tu prima o poi verrai presa e mangiata da qualche uomo, io sono forte e so già come cavarmela. So come non cadere elle trappole degli uomini e dei predatori, sono un pescione grosso, tu sei solo una pesciolina incosciente e anche bruttina.
Mi dispiace ma io non posso contraccambiare questo tuo stupido sentimento, continuava a ridere.
Lisetta si sentiva una stupida, aveva confessato i suoi sentimenti ed era stata ferita nel profondo del suo cuore.
Non riusciva a muoversi, si sentiva paralizzata e si sentiva ridicola... le lacrime gli uscivano dagli occhi senza che se ne rendesse conto.
Ora vado via e fai in modo di non disturbarmi più con queste tue pagliacciate...
Andò via ridendo e prendendola in giro!
La piccola pesciolina tornò a casa triste e ferita nella dignità.
Margaret appena la vide arrivare le corse incontro.
Lisetta dimmi come stai? Che cosa è successo?
Amica mia, io sono solo una pesciolina brutta e incosciente, non posso piacere ad un pesce così forte.
Ma che dici la rassicurò l'amica, tu sei bella, ma devi trovare un pesce della tua stessa razza, non puoi andare con un predatore lo capisci?
Si ma io lo amo e lui mi ha umiliata. Ora vado a casa scusa.
Passarono i giorni e Lisetta non era più la stessa pesciolina allegra e felice, tutti ormai sapevano casa le era accaduto, ma non sapevano che dirle, la consideravano matta e pensarono che un giorno le sarebbe passata questa sua sbandata per quel pesce.
I suoi genitori erano preoccupati, cercavano di farla stare bene, ma non ci riuscivano, ormai Lisetta aveva perso il suo cuore vicino a quello scoglio.
Improvvisamente il mare smise il suo racconto e ci fu un attimo in cui il vento si placò e il cielo torno a brillare di luce propria.
Io restai paralizzata ma dissi:
"è una storia molto triste mare! Ma come va a finire? Perché ti sei fermato?"
Il mare fece un forte rumore per tirare fuori il suo dolore.
Scusami Laura, mi ero fermato un attimo perché i ricordi mi stanno facendo male, ma ora riprendo.
Allora da dove ero rimasto? A si ora ricordo.
I mesi passavano con tutte le difficoltà che gli esseri marini devono affrontare. Era giunto il perodo in cui i pescatori iniziavano a pescare con più frequenza nelle mie acque, perché erano arrivati tanti pesci buoni da mangiare, quindi la sera le mie acque erano invase da reti e i pesci dovevano stare attenti a stargli ben lontano.
Lisetta aveva ritrovato un po' del suo entusiasmo perso, non aveva dimenticato il suo amore, ma ormai non lo vedeva da tempo e stava cercando di andare avanti.
Una brutta sera, il vento iniziò a soffiare con violenza, e le mie acque iniziarono a provocare un po' di mare mosso.
I pesci cercavano di stare il più possibile nei posti a loro familiari e sicuri, ma quella sera le reti dei pescatori erano molte di più di quanto si potesse immaginare.
Molte mie creature erano prigionieri e si sentivano lamenti di dolore e sgomenti di paura per una morte ormai certa al sorgere del sole.
Lisetta era nella sua casetta di scogli e ascoltava con amarezza quelle urla strazianti. Avrebbe voluto aiutare quei poveri pesci ma sapeva che se si fosse avvicinata alla rete sarebbe rimasta intrappolata anche lei.
Improvvisamente però, un forte pensiero le passò per la testa
Artur. Mio Dio mare, lui è in quella rete?
Sentì un forte dolore, e senza pensare uscì di casa e corse verso la rete!
I genitori vedendo la sua fuga la chiamarono disperati..
Lisetta torna indietro, Per l'amor del cielo, torna indietro
Il padre cercò di tranquillizzare la moglie e corse incontro alla figlia per fermarla, ma la forza che la piccola pesciolina aveva in corpo era così grande che non si sarebbe fermata molto facilmente!
Il pianto della mamma fece uscire dalle tane tutti i pesci e tutti rimasero a guardare la scena senza capire quella corsa matta di Lisetta.
Solo Margaret, capì cosa stava succedendo, sapeva nel suo cuore che la sua amica stava facendo una pazzia ma sapeva che nessuno avrebbe potuto fare niente.
Lisetta ormai era vicina alla rete. I pesci erano tantissimi, tutti ammucchiati in una gabbia da cui era impossibile fuggire.
La piccola pesciolina guardava con ansia quel massacro e con tutto il fiato che aveva in gola urlò:
"Artur, Artur, dove sei? Rispondi dove sei?"
All'inizio non ricevette nessuna risposta, ma lei non si rassegnò , sentiva nella sua anima che lui era in pericolo e sapeva che doveva aiutarlo.
Artur ti prego rispondi.
All'improvviso sentì una voce molto tenue che la chiamava.
Lisetta sei tu?
Lei corse con tutte le sue forze verso quella voce.
Non appena arrivò vide il suo Artur intrappolato nella rete. Era spaventata, non sapeva che fare, ormai mancavano poche ore all'alba e se lei non avesse trovato subito una soluzione, i pescatori avrebbero ritirato le reti e il suo amore sarebbe morto.
Il padre di Lisetta le urlava di tornare indietro. Era terrorizzato nel vedere la figlia così vicina alla morte.
Lisetta si fece coraggio e si avvicinò al suo pescione. Lo guardò negli occhi e gli disse:
"amore mio non preoccuparti ti tirerò fuori fidati di me"
Artur, la guardò con ammirazione, ma non poteva credere che una pesciolina così piccola l'avrebbe potuta aiutare.
Grazie Lisetta, ma vai via, tu non puoi fare nulla, sei libera, vivi e essi felice lasciami al mio destino.
Lisetta con le lacrime agli occhi iniziò a corrodere con i suoi dentini la rete dove era intrappolato il suo amore.
Lisetta ti prego vai via! Sei una pesciolina molto coraggiosa, ti chiedo scusa per il male che ti ho fatto, io non merito il tuo aiuto, lasciami qui e salvati!
Artur, ti prego stai zitto, io ti tirerò fuori da qui, all'alba manca un'ora e devo lavorare ancora motto
Il padre di Lisetta stava vedendo tutta la scena e aveva capito l'amore della figlia per quel pesce. Lui non poteva aiutarla, qualche anno prima aveva avuto una lotta con un predatore e aveva perso una parte della coda, quindi i suoi movimenti erano lenti. Ormai lei aveva scelto il suo destino e lui doveva comprenderla e pregare per lei. Anche Margaret stava osservando con terrore quella scena commovente, aveva capito quanto amore la sua amica provava per quel pesce e anche lei aveva capito che nessuno poteva aiutarla, solo lei era padrona della sua vita!
Mancava meno di mezz'ora e Lisetta era ancora intenta a mordere la rete... ormai era quasi riuscita a liberare il suo amore, mancava poco e poi lo avrebbe visto libero nelle acque.
Era stanca e distrutta ma finalmente la rete aveva ceduto e Artur era libero!
Lui non poteva crederci, guardò la pesciolina con gli occhi pieni di pianto, non aveva parole per ringraziarla. Lui pescione grande e forte, era stato salvato da una pesciolina che aveva preso in giro per i sentimenti che provava per lui. Rimasero a guardarsi per alcuni secondi, poi Lisetta stava per andare incontro al suo amore, ma si accorse che la sua coda era rimasta incastrata nella rete.
Artur capì subito cosa era successo e corse verso di lei, ma Lisetta guardò in alto e capì che ormai non vi era più tempo per lei non c'erano speranze.
No Artur, vai via, ormai è l'alba, i pescatori saranno qui a momenti devi andartene!
Lisetta, tu mi hai salvato la vita e ora è in pericolo la tua, non posso lasciarti andare via, non ora che ti voglio bene, non ora che ho capito che tu eri la pesciolina più coraggiosa e più dolce che abbia mai incontrato! devo aiutarti.
No Artur, se ti avvicini, rischi di restare di nuovo intrappolato anche tu e tutti i miei sforzi saranno stati inutili. Io ti amo e sono felice di morire al posto tuo! Vivi e racconta al mare quanto ti ho amato. Ora vai, non voglio vederti piangere
Lisetta ti prego non posso
Ma all'improvviso la rete iniziò a salire piano piano, e Lisetta chiuse gli occhi e le sue lacrime scesero piano e si trasformarono in perle, quelle perle che si trovano nelle conchiglie
Artur cercò di correrle in contro, ma venne fermato dal padre di Lisetta e da Margaret.
Lasciatemi devo andare a salvarla gridò Artur!
Artur, io sono il padre di Lisetta e non puoi capire la metà del dolore che sto sentendo ora nel vedere mia figlia morire, ma se vai pure tu, la morte della mia pesciolina non sarebbe servita a nulla. Il padre iniziò a piangere e ad urlare tutto il suo dolore. Margaret, guardava con gli occhi gonfi le reti che venivano tirate in superficie e salutava con il cuore la sua dolce e coraggiosa amica
Artur, guardava con il cuore infranto, e con tutto il fiato che aveva in gola urlò:
"Lisetta io ti amerò per sempre grazie grazie"
La piccola pesciolina aprì gli occhi per pochi minuti, guardò le persone che aveva amato e con un lieve sorriso disse:
"grazie ho avuto una vita bella sono felice, Artur ti amerò per sempre, e a tutti i miei cari vi porterò con me. ADDIO"
Orami la rete non si vedeva più e tutti i pesci iniziarono a piangere la compagna scomparsa
I Pescatori tirarono fuori la rete e nel vedere il foro vicino alla piccola Lisetta dissero:
"cavolo è piccolino, ma quanto ha lottato per salvarsi, ha rotto la rete"
Non era stata la forza di sopravvivenza, ma la forza dell'amore, ma questo gli uomini non lo sapranno mai!
Il mare non parlò più, io restai paralizzata.
Caro mare è una storia bellissima ma tanto triste!
Vedi mia cara amica, ogni mio fenomeno ha una ragione!
Quando sono mosso sono nervoso perché qualcuno cerca di sfidare le mie acque, quando sono calmo, mi sento bene con me stesso e con le mie creature, quando vi è l'alta marea sono le lacrime dei pesci che piangono la dolce Lisetta, quando vi è la bassa marea, voglio mostrare al mondo le bellezze che esistono nel mio regno niente è fatto a caso, ma gli uomini non lo capiranno mai!
Lisetta ha insegnato molto agli animali marini, tutti la ricordano come una eroina!
Io avevo le lacrime agli occhi e con tristezza chiesi:
Artur che fine ha fatto?
Il pescione ora è anziano, ma non ha mai dimenticato la sua Lisetta ed oggi fa scuola di coraggio e l'ha chiamata con il nome della sua amata e racconta ai suoi simili la storia di quella creatura che è morta per salvare la sua vita! Insieme a lui c'e anche Margaret e molti dei compagni che la consideravano pazza
L'amore vince sempre dolce Laura
Grazie mio mare, grazie di questa storia e grazie per avermi parlato
Nulla! Io sono qui vieni ogni volta che vuoi e le sere che vuoi parlare basta che mi sussurri e io verrò in tuo aiuto
Ho altre mille storie da raccontarti e quando vorrai mettiti in riva al mare e ascolta la mia voce.
Ora è quasi l'alba, ti devo salutare, di giorno la mia voce va via e ritorna la sera.
Ci vediamo alla prossima Laura Ciao
Ciao dolce mare
Mi alzai, il sole stava sorgendo e dentro al mio cuore era vivo il ricordo di Lisetta e di Artur, un amore impossibile, ma un amore vero
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2 recensioni:
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- Una bella favole scorrevole e musicale. Complimenti!
- Una favola scorrevole che Ti trascina dentro dai primi periodi come un dolce sogno fanciullesco che tutti vorrebbero vivere...
Ho ammirato la forma e la trama... Favola ben forgiata...
CIAO LAURA
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