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Tratto da una storia vera
Una donna musulmana, di cui non diremo il nome per motivi di privasi. Era giusto entrata nel età per trovare marito, la sua famiglia era una famiglia non troppo benestante ma avevano i loro lussi, li favoriva anche il fiorente periodo che stava vivendo la città dove vivevano. La ragazza non era la classica ragazza indiana, aveva un carnato bianco, labbra rosse, occhi enormi e di colore nero, i suoi capelli erano neri e arrivavano a poco sotto la spalla. Essa era innamorata di un ragazzo molto più ricco di lei ma che viveva la sua vita senza pensare al denaro : "vive la sua vita come la portava il vento" . se la ragazza avesse visto la sua vita dal esterno la avrebbe descritta con un film seppiato. La sua vita era stata piena gioia per tutta la sua vita, in matrimonio si preparo con i dovuti tempi, preparato in gran parti dalle rispettivi madri mentre i due piccioncini si crogiolavano in abbracci e baci, senza ragione d'esserci.
Il matrimonio si fece, essa non ricorda nemmeno dei dettagli particolari. Ricorda solo la navata vista dalle sue spalle mentre lei è al altare con il suo uomo. Il ricordo è sfocato ma percepisce delle potenti vibrazione di un infinita felicita e vede tanto bianco, sulla navata, i fiori che sono appesi alle banche hai lati della navata, tutto ciò che ricorda di quel giorno fu la felicita e il bianco.
Poi un buco, come se fossero passati messi cosi poco importanti da non essere nemmeno rimasti impressi nella sua memoria. Il momento che ricorda dopo il matrimonio è una sera, nella sua nuova casa, c'èra suo marito, sua suocera e un'altra donna (che non ricorda chi fosse, forse una lontana parente) . La suocera era una persona aperta ed dava sempre l'impressione di nutrire una grande gioia. Essa le aveva portato in donno un enorme pezzo di cartono dove erano attaccati orecchini e collane e avevano deciso di provarsele a vicenda, cosi lei decise di prendere anche le sue. Poco qualche risata sfrenata, c'era già un gran groviglio di colane sul letto. E la ragazza si chino per cercare di dividere le nuove dalle vecchie... fu in quel momento che la suocera la si chino addosso e le fece un nuovo buco nel orecchio con un altro orecchino. Il dolore non fu lancinante dalle lacrime ma lo stupore la fece trasalire a tal punto che si butto sullo schienale a comincio a dire "ahi, ahi, ahi..." . al momento la donna non ricorda più chi vene a soccorrerla se la suocera o il marito sta di fatto che, qualcuno con un grande sorriso mi diede un bacio sulla fronte e mi fece capire senza parlare che qualcosa era iniziato.
Gli anni che seguirono quella sera, furono di in perpetrabile crisi, in tutta l'india. Bombe cadevano dal cielo, e i ricci erano costretti a vivere come animali rintanati nei loro castelli per il terrore di uscire ("non riesco ad immaginare come dovesse stare la gente comune " dichiaro la donna) . Il meravigliosa film che sembrava avesse preso la vita della donna, divenne un film con lo sfondo intriso di sangue, essa vedeva sangue ovunque, ovunque. Suo marito comincio a cambiare atteggiamento nei suoi confronti : "dire che divenne violento, non è il termine giusto. La sua tradizione gli impose delle cose, e lui obbedì . Ed obbedendo non fu più persona per cui avevo lasciato il tetto famigliare " . la cultura del marito della signora imponeva che la donna avesse le orecchie riempite di buchi e che la situazione tra marito e moglie non fosse alla pari, aggiungendo un clima di guerra di terrore abbiamo la descrizione del marito nel periodo qui descritto (dicendo le suddette descrizioni non vogliamo in alcun modo giustificare le azione che seguono del marito). I buchi alle orecchie veniva fatti dal marito stesso in quelle che una volta era le stanze accoglienti della loro dimora, doranti situazioni di intimità coniugale. La casa del marito della donna erano diventati entrati nel periodo di guerra un carcere, al cui interno avevano messo prigionieri di ogni sorta : dissertatori, stupratori, politici indigesti ecc. . "mio marito nella vita di tutti i giorno era distaccato da me. Aveva talmente tanti impegni con la prigione che non lo vedevo mai. Quando eravamo a letto e mi bucava, sembrava un animale che si guardava intorno pronto fuggire nel casso la situazione fosse stata pericolosa" . non dobbiamo dimenticare di annotare che essendo una prigione in tempo di guerra i ribelli erano molto comuni al interno del carcere, cosi la donna ci racconta che le stante della casa era piene di corpi morti lasciati li e le parati intrise per di più dal loro sangue o da quello di altri. "anche il mio corpo era spesso ricoperto di sangue. Per degli schizzi che partivano per i buchi che non mi venivano disinfestati e fatti in modo non delicato. Per questo mi ero tagliata i capelli corti... sembravo quasi un animale anche io in quelle condizioni " . Le violenze del marito continuarono a peggiorare, tanto che non ha più memoria, tutto ciò che ricorda è il desiderio pressante di voler sena andare, di fuggire.
Una sera, decise per la prima volta di sporgermi sul balcone che dava sulle celle dei carcerati, era un triangolo e l'uscita di tutto il contenitore era in un degli angoli del triangolo la casa della dona era del angolo più vicino. La donna racconta che nel momento esatto in cui decise di fuggire il cuore le palpito cosi forte che aveva paura che non avrebbe avuto la forza per correre dovendo usare tutte le sue forze per scappare da quella nazione degli orrori. Intorno a lei c'erano delle guardie che pattugliavano le gabbie dei carcerati, ma nel contempo chiunque avesse tentato di uscire da li. La donna non sapeva quanti piani ci fossero sotto di lei, ma prese comunque tutta il coraggio che aveva e la velocità e si butto.
Atterro in piedi e comincio a correre a più non posso uscendo dal carcere, già da quando aveva saltato aveva sentito le urla della guardie, le campane di allarme e la voce animalesca e disperata del marito che urlava il suo nome e parole in arabo, sentiva come la presenza del marito dietro di se come se anche lui la stesse rincorrendo e fosse il più vicino. Il suo incubo peggiore era che prendessero. Corse e usci dal carcere. Poi arrivo in strada e li cera ancora sangue e cari armati, la città era distrutta e in quel momento volavano ancora bombe. Ma lei correva come se fosse sicura che non l'avrebbero mai presse quelle bombe. Corse singhiozzando e sentendo la voce del marito dietro di lei per un po' , dietro di lei c'èra anche tanto trambusto ma non riuscì a definire se per la guerra, o per le guardie e suo marito.
Corse a lungo, non ricorda tutto quello che visse nella sua corsa, i paesaggi diventavano sfocati e cambiavano da soli (sempre come quel effetto che si vede nei film e sempre in tema bianco) ma non smise mai di correre finche non arrivo in una colonia americana (lontanissima dalla sua casa coniugale) . Anche se il suo vestito era ricoperto di sangue, i suoi capelli corti e la paura le aveva attaccato le braccia in maniera rigida ai fianchi, la gente per strada le sorrideva, era un ambiente cosi caldo ed accogliente. "notai subito quel effetto seppia che mi riporto hai tempi in cui ero solo fidanzata... con lui".
"decisi che quello sarebbe stato il mio nuovo inizio! Che avevo già dimenticato il resto, ahahaha... capire no?" . cosi decise di fermarsi ad un ristorante si sarebbe rifocillata, avrebbe chiesto dove poter fare una doccia. Chiese al cameriere un tavolo "fu un po' ironico perché capi di dovermi sedere in un tavolo dove cerano già altre persone e il cameriere mi fece notare che aveva indicato un altro tavolo... da li ricomincia a sorridere." "prima di alzarmi pero non potei fare a meno di notare delle foto che gli uomini che sedevano a quel tavolo avevano messo davanti al posto a sedere dove accidentalmente mi ero seduta io. Vi erano ritratte due donne una un po' più giovane del altra, infatti come erano i due marinai a quel tavolo" . tutto questo la riporta veramente hai tempi della sua giovinezza quando era innamorata.
"mi sedetti dove mi avevano detto e davanti a me cerano due amiche che avevo portato le loro figlie a mangiare fuori e stavano guardando i traghetti che passavano sul fiume e cosi mi voltai a guardarli anche io... quando ad un certo punto una bambini noto tutti i miei buchi sulle orecchio e comincio ad urlarlo alla mamma. Non so per questo spavento entrambe" , e cosi la donna torna a scappare ma non va molto lontano a circa un isolata da li incontra una lavanderia aperta con poco personale e decide di andare nelle docce a lavarsi. "vedere tutto il sangue che scivolava via da me e il calore del acqua mi fecero estraniare il mondo dai miei pensieri" , forse fu proprio per questo che non riuscì a percepire le guardie del marito che l'avevano trovata. "La guardie entrarono in fretta e furia nella doccia... indossavano una divisa nera, e urlando. La doccia non aveva una seconda uscita e la prima era ingolfata di guardie" , il ritorno a casa è un altro dei tanti buchi neri nella memoria della donna, essa ricorda solo che quando era a casa la vita era come prima non diversa da come era stata prima della sua fuga, solo che ora non coglieva più il dispiacere del fatto che suo marito fosse cambiato. Aveva deciso di arrendersi, divenne quasi completamente apatica, incapace di muoversi e fare le cose più naturali, smise di parlare e di provare emozioni.
"non riuscivo a credere che nel mondo ci fosse cosi tanto male anche al di fuori del india" . il periodo di guerra stava scemando, la prosperità ritorno presto in quasi tutta l'india ma fu un processo lungo, e alla fine anche la luce e il calore ritornarono nella casa ora non più prigione. Il marito di lei era tornato alla completa normalità il calore gli aveva ridato l'amore e sembrava non avesse ricordi di tutti quegli anni passati o forse non sentiva rimorsi. Egli guardava sua moglie incredulo di ciò che gli accadeva : la sua pelle era diventa grigia spenta di ogni vita, le sue labbra bianche e non accennavano mai a una parole o a un sorriso, i suoi occhi spenti fissi di fronte a se e rivivere nella sua mente tutti questi anni, come una pellicola che si è rotta e non riescono a cambiarla. "i cappelli erano ricresciuti ma i buchi restavano... e ho detto tutto " "ancora adesso mi capita di rivivere quegli anni nella mente... come un film, ma è realtà" .
"fu un episodio che per me è la fine del film, che non potrò mai dimenticare o perdere un solo dettaglio. Quando mio marito si accorse che il nostro matrimonio era finito. Perché dovete sapere che lui visse quel periodo dove ritorno la prosperità con una domanda in testa che lo martellava "perché mia moglie non prova più niente?" . il momento in cui ci rendemmo conto che il nostro matrimonio era finito è ..." "un tempo si usavano le docce a stanza, erano delle piccole stante con tanti getti d'acqua" "mio marito aveva preso coraggio ed era venuto a chiedermi cosa mi stesse succedendo, quasi come se ne fosse inconsapevole! Ora che ci penso pero l'unica cosa che pensai quando entro era che avrei ottenuto un altro buco... la doccia era un posto in cui lo aveva fatto tante volte" "quindi di primo istinto quando lo senti entrare aprile gambe..." "lui se ne andò ... penso che fosse andato a chiamare l'avocato divorzista (poiché il primo ricordo che ho di lui dopo quel episodio, con la cornetta in mano) ma non ci mettere le mani sul fuoco" .
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