Mi svegliavo da bambina immaginando di avere dieci di più. Con aria da principessina mettevo piede giù dal letto, immaginando che un caloroso e vasto tappeto rosso reggesse i miei piccoli e soffici piedi. Varcavo la porta della mia stanza immaginando che fosse più ampia, con letto a baldacchino, una poltrona regale, un balcone ornato di fiori. Ma la mia non era di certo una stanza così: era piccola, molto stretta, con un letto a castello e stracolma di giocattoli. Durante la colazione, se mamma si allontanava dal tavolo, iniziavo a sbattere le ciglia e bere il latte, tenendo la tazza con quattro dita della mano, perchè il mignolo le Inglesi lo portano all'insù. Mentre mamma era a far servizi in cucina, con molta cautela mi dirigevo in camera da letto per frugar tra le sue cose. Ogni giorno il mio pensiero fisso si concentrava su una sottoveste di seta celeste che lei conservava con cura nell'armadio. Io puntualmente la andavo a cercare con tanta voglia di indossarla! Era delicatissima ma anche molto grande per il mio esile corpicino. Ero bassa e la parte "in eccesso" fungeva da strascico. Io mi vedevo e immaginavo soltanto di essere una principessa. Con aria da nubile in cerca di un principe mi dirigevo alla finestra e guardavo il cielo con aria speranzosa. Cercavo di rivivere tutte le scene dei cartoni fiabeschi, copiando tutte le espressioni facciali delle protagoniste che io impersonavo con molta cura e dedizione. La mia infanzia è stata una fiaba vissuta da occhi innocenti! Durante la mia infanzia non facevo altro che guardar cartoni Disney che avevano tutti la stessa caratteristica: finivano con un bacio. E io sognavo ad occhi aperti di trovare un principe che mi portasse sul suo cavallo bianco verso un maestoso castello... Immaginavo, stando sul divano sdraiata con dei fiori in mano, di esser la "Bella Addormentata nel bosco" o "Biancaneve" mentre facevo finta di dormire aspettando il bacio del mio principe; sognavo di essere "Raperonzolo" quando mi sedevo affacciata alla finestra immaginando che fosse una torre altissima e, nel frattempo, spazzolavo i miei capelli che, basandosi in quel contesto fiabesco, dovevano essere lunghissimi; sognavo di essere Cenerentola quando aiutavo mia madre a spolverare cantando le stesse canzoni che lei, nel cartone Disney, cantava; sognavo di essere la Sirena Ariel quando al mare nuotavo, immaginando di essere in fondo agli abissi. La mia infanzia è stata così... una vera e bellissima Fiaba! Ma il desiderio maggiore non era quello di essere una principessa, ma di trovar un "principe" nella mia adolescenza che mi facesse sentire tale! In tutte le giornate che mi immedesimavo nelle protagoniste dei fiabeschi cartoni c'era solo una cosa che desideravo più delle altre: il bacio del vero amore! Quello che, secondo i miei amatissimi cartoni, era dotato di un potere straordinario e imbattibile. Crescendo poi mi sono accorta che nel mondo non c'erano principi e principesse, fate e maghi cattivi, elfi e folletti, bacchette magiche e mele avvelenate... C'ero io e il mondo reale. Fu così che accantonai la mia infanzia fiabesca in un piccolo angolo del mio cuore e decisi, spinta dalla vita e dagli anni che aumentavano, a togliermi la maschera e vivere la vita reale!
Ancora oggi, però, rivivo nella mente quei momenti confrontando la realtà di allora con quella di oggi, ormai quindicenne. Dopo dieci anni ho realizzato il desiderio di quando ero bambina: ho trovato un principe! Non possiede un castello, nemmeno un cavallo bianco ma riesce a farmi sentire una principessa bella e amata!
Adesso chiudo gentili lettori, una lunga e meravigliosa adolescenza mi spetta da percorrere... Immaginando però di essere a dorso de un cavallo bianco.