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L'altalena giramondo
C'era una volta una bimba vivace, ribelle e un poco monella, forse molto monella. Non faceva del male a nessuno, ma non le piaceva ubbidire. Diceva a tutti quel che pensava e non era furba. Un giorno una strega cattiva, invidiosa del suo coraggio, decise di farle un dispetto. E le rubò il tempo. La bimba non sapeva più come fare, senza ormai poter riconoscere i secondi, i minuti, le ore, i giorni, i mesi e poi gli anni. Non poteva nemmeno più crescere, priva del tempo. Tutto era un fluire continuo, senza distinzione di istanti. Un vortice che l'avvolgeva e che gli altri non riuscivano a vedere né a capire, e pensavano che fosse una bambina sempre più monella, precipitosa e avventata. E la rimproveravano sempre. Ma proprio sempre. Solo lei sapeva che non era così. Solo lei sapeva che la colpa era tutta della brutta strega cattiva, invidiosa e gelosa che lei diventasse una donna. La piccola bimba perse così la sua allegria e divenne triste e solitaria. Nessuno avrebbe mai potuto sapere che cosa le era veramente successo. E se anche lo avesse raccontato a qualcuno, nessuno le avrebbe creduto. Un giorno che si era proprio stufata, decise di andarsene in un bosco lontano lontano e di vivere sola e soltanto con la sua fervida fantasia. Scelse un luogo inaccessibile e impervio, per essere sicura che nessuno avrebbe mai potuto raggiungerla. Si costruì una capanna di frasche e di foglie e incominciò una nuova vita, di cui si sentiva davvero finalmente di nuovo felice. Le piaceva inventarsi le storie e raccontarle ai folletti del bosco che l'ascoltavano attenti e non le chiedevano il tempo, che lei aveva perduto. Nella sua immaginazione creava tutto quello che nel bosco non c'era e il tempo non serviva proprio a nulla. Così ritrovò il sorriso e la sua spensieratezza.
Un giorno, mentre raccoglieva bacche e frutti di bosco, vide in fondo al sentiero un'altalena bellissima pendere dal ramo di un albero. Si ricordò allora e improvvisamente dei suoi giochi di bimba, prima che scappasse via da un mondo che non poteva capirla.
Fu rapita dal desiderio di dondolarsi sull'altalena e, senza minimamente pensare alle conseguenze di quel che faceva, si sedette e cominciò a cullarsi contenta, abbandonandosi completamente al movimento che la inebriava, fin quasi a perdere i sensi.
Siccome però non possedeva il tempo, non si rese affatto conto di essere sull'altalena da moltissime ore... finché, naturalmente, cominciò a sentire fame e sete. Decise che doveva scendere per nutrirsi, e fu allora che si accorse stupita che non le era possibile. L'altalena, per quanti sforzi la bimba facesse, non si fermava. Continuava indifferente e perpetua a dondolare. La piccola cominciò a piangere e a parlarle, pregandola di fermarsi, di farla scendere, giurandole che sarebbe poi tornata. Ma nulla, non otteneva nessuna risposta. L'altalena era irremovibile. Non la lasciava andar via. Era sua prigioniera.
- Ma perché fai così? Cosa ti ho fatto?
Chiedeva la bimba, inutilmente. L'altalena non l'ascoltava. Pian piano e ormai arresa ad una volontà più grande della sua, di un'altalena ostinata e caparbia, cominciò a dimagrire e a diventare ogni giorno sempre più pallida. La vista diventò debole e non riusciva più nemmeno a distinguere gli alberi e le piante intorno, via via che l'inedia aumentava. Era stremata e non era più capace nemmeno di pensare.
Non si accorse così di uno splendido uccello dalle piume ricche e colorate che le girava intorno curioso. Gli occhi le si chiudevano per il sonno e sentiva le palpebre pesanti, una grande stanchezza e la testa le girava velocemente.
- Che hai piccina?
Le chiese ad un tratto l'uccello.
- Sono prigioniera di questa altalena e sto morendo...
Rispose con la sua vocina ormai flebile.
- Ma non ti eri accorta che questa è un'altalena speciale? È un'altalena giramondo, chi vi sale sopra non può più scendere, perché una volta in moto non si ferma mai più.
- No, non lo sapevo... ne avevo tanta nostalgia che nemmeno ci ho pensato al dopo... volevo solo cullarmi.
- Vedi esistono due specie di altalene... una è molto egoista, sempre in conflitto con se stessa e non sa veramente quel che vuole, anche se mostra un'apparente sicurezza e calcola sempre i suoi rischi. L'altra invece si mette in gioco con tutta se stessa e nell'offrirsi non si tira mai indietro, va fino in fondo alle cose e non perde tempo in inutili esitazioni. La prima specie è quella delle altalene giramondo che non si fermano mai, se dai loro una spinta. Tu ci sei salita sopra incautamente ed ora sei nei guai.
- Sì ho capito. Ma come faccio adesso a liberarmi? Io non voglio morire...
- L'unico modo è spiccare il volo tu, da sola, con le tue ali.
- Ma io non ho le ali!
Piagnucolò la bimba disperata.
- Ne sei sicura? Cerca bene dentro te stessa.
Rispose il bellissimo uccello dalle splendide piume di mille diversi colori.
E lei non capiva cosa volesse dirle ed era troppo stanca per rifletterci a lungo. Sentiva che le forze stavano per abbandonarla del tutto ed allora, in un momento di improvvisa lucidità, decise che l'unica cosa da fare era, e forse per l'ultima volta, abbandonarsi alla sua fantasia e alla bellezza della natura. Nulla in quel momento le sembrò più bello di quell'uccello dal volo così elegante che volteggiava nell'aria, libero e non molto distante da lei. Lo ammirava a tal punto che desiderò essere come lui, che poteva librarsi nello spazio infinito senza vincoli e catene. Lo desiderò così tanto che improvvisamente si lanciò nel vuoto, lasciando l'altalena che ingenuamente aveva pensato di poterla tenere sua prigioniera.
Quando l'uccello la vide trovare il coraggio del volo, la raggiunse in picchiata e l'afferrò con le sue solide zampe senza farle alcun male, sollevandola su in alto nel cielo, molto ma molto più in alto dell'altalena.
Fu così che lei, da bimba, divenne donna... senza avere bisogno del tempo.
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