E poi il sole da leone diventava un gatto smetteva di ruggire e miagolava dolce ad un settembre che si avvicinava ad un'estate che finiva.
Si archiviavano i costumi ed i ricordi dell'estate... era ora di guardare avanti... a camminare all'indietro portava disgrazia... guai! E si pensava alla scuola, ma non prima di aver solcato l'ultima onda estiva che ci traghettava direttamente nel giallo dell'autunno: LA FIERA DI SAN NICOLA... quando non esistevano i centri commerciali... o forse solo nelle grandi città... ma da noi era molto che esistesse la STANDA e le sue commesse e i suoi manichini un po sbucciati. E già... e li era la fiera dei sogni... grembiule a parte che era lo scotto da pagare... si sceglieva la cartella, non esistevano gli zaini, di sky... finta pelle, plastica lucida e con le bretelle da portare nella schiena e poi le scarpe... due o tre numeri in più per la crescita che poi se erano buone passavano al minore... ma mia sorella non ne voleva sapere o si tagliavano sulla punta e diventavano sandali! Che stilista mia mamma! Necessità... aguzza l'ingegno e la fantasia e sapersi accontentare fa il resto... già quello... ne restava poco... per l'ombrello, un classico di settembre e per la bambolina ma piccola piccola... quelle col vestito di pizzo colorato che appendevano nella cinquecento o nella centoventisette...
E poi la pizza in via Almerici... quella bianca con il sale sopra... il palloncino che se non fuggiva il giorno dopo camminava sul pevimento... e finiva lì... il sogno di un'estate.
Si riprendeva la corriera... nel traffico mia madre non sapeva guidare... immagina oggi! E con il calzettoni bianchi traforati al ginocchio in paese a fare invidia alle amiche... femmine sin dalla nascita... solo che per andare in bici con una mano che dall'altra avevo l'ombrello... son caduta passandoci sopra e storcendo tutte le stecche... il calzolaio che aggiustava tutto... consigliò di buttarlo via... e di aspettare un altro anno, un'altra fiera... il prezzo da pagare... l'attesa.
Oggi no. Esiste tutto... non serve aspettare... eppure se non ci fosse mi mancherebbe quella fiera, come ce ne sono tante, ma che mi riporta un sapore che non esiste più... tre giorni dal dieci al dodici settembre e due notti... wow! di vigili che danno la caccia ai vu cunpra, di bambini con giocattoli rotti in vendita... con loro un occhio o forse due lo chiudono... ma ditemi la differenza... anzi la dico io... i primi devono sopravvivere i secondi hanno già tutto... polemiche a parte... le tasse sono uguali per tutti... magari! E multe, anche ai turisti ignari ai quali il carro attrezzi ha fatto la sorpresa e solite lamentele degli inquilini del mare quelli che hanno l'attico sul viale... poverini... mi hanno sempre fatto pena... ma si dopo tutto che devono solo attraversare la strada per vederlo quando c'è gente che arriva da lontano...
Ma non voglio togliere la magia... bancarelle in fila e colori e accenti da tutto lo stivale... e ritrovare là chi non vedevi da tanto, fra spintono e passeggini e palloncini in volo... profumi di croccanti e fritti e cipolle e aglio e un pizzico di nostalgia... forse è per questo che mio figlio l'ho chiamato Nicola?... sicuro!!! sapore di fine agosto... l'estate che cammina e settembre si avvicina... ma poi si ritorna alle cose serie...