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Loop - Il destino di Caesar (Parte 2/2)
Sir Caesar era nella stanza di Garras e tutto era pronto per la medicazione. Sdraiato su di un giaciglio attendeva le cure del guaritore. Garras giunse con una bacinella piena d'acqua calda, una spugna e delle forbici immerse nel liquido, forse per tagliare i capelli che occludevano la ferita. Nell'altra mano, un ago e un filo. Il guaritore posò gli attrezzi accanto all'uomo e si bloccò. Sir Caesar attendeva, osservando, ma tutto era immobile e Garras non muoveva un muscolo. Si domandò che stava accadendo e, alzandosi, scosse il guaritore senza che questi si spostasse. Uno squarcio si aprì dal nulla illuminando l'intera stanza. Già confuso e disorientato, restò fermo e immobile non comprendendo la situazione. D'un tratto un lampo accecante investì Sir Caesar, e venne risucchiato all'interno dello squarcio con inaspettata violenza. Accadde tutto in un battito di ciglia e Sir Caesar, adesso, si ritrovò seduto dentro una specie di scatola di ferro, le mani appoggiate su di un cerchio nero, e una strada che scorreva velocemente davanti a lui costeggiata da alberi, una fitta pioggia cadeva inesorabile. Qualunque cosa fosse quella scatola, andò a finire contro un albero per poi ricadere giù in un dirupo. Istintivamente Sir Caesar tolse le mani dallo strano cerchio e si coprì il volto. Il suo corpo venne scosso violentemente all'interno di quella gabbia, come in trappola. Tutto accadde in pochi secondi. Nel corso dell'incidente, Sir Caesar batté la testa e perse i sensi. Quando si destò, vide attorno a lui degli uomini in una uniforme scura, forse blu, con una scritta Paramedico. Gli intimavano di non muoversi e che lo avrebbero portato in un luogo chiamato Ospedale. A Sir Caesar tutto appariva strano e confuso, e si lasciò abbandonare alle cure di quegli uomini. Non capiva che gli era successo, non riusciva a riflettere, il dolore era lancinante.
La cena volgeva al termine, Alice e Caesar affiatati e innamorati più che mai. Caesar raccontò ad Alice della giornata odierna ed era felice di passare e festeggiare quel nuovo inizio con lei. La moglie, dal canto suo raccontò la sua giornata a lavoro, non tanto entusiasmante, ma sempre interessante, riteneva Caesar, e adesso era in procinto di rivelargli che presto sarebbero diventati genitori.
<<Sai amore, sono felice... Ho scoperto...>>
Alice pronunciò l'inizio della frase prima di interrompersi... Anzi, di bloccarsi. Caesar attendeva, notando che qualcosa non andava. Si guardò intorno e vide che tutto era fermo, anche il vino a mezz'aria che stava versando un cameriere, poco più in là. Spaventato, si alzò di scatto e uno squarcio tagliò l'aria illuminando la sala. Non sapeva cosa stesse succedendo, e di certo non aveva un buon presentimento. Colpito da un lampo, venne catapultato all'interno di quello squarcio e si ritrovò in mezzo a un sudicio e stretto vicolo. Guardando incuriosito notò immensi grattacieli, con strane forme, non assomigliavano per niente a quelli di New York. Camminando per le strade, tutto appariva elettronico e tecnologico. I colori predominanti erano blu e grigio metallizzati. Non c'era nessun negozio, intuì Caesar, solo palazzi e delle cabine azzurre davanti probabilmente usate come ascensori o chissà. Sulle strade vi era un ponte che attraversava ogni via sulla quale viaggiavano treni ad altissima velocità senza che toccassero tale struttura. Pannelli luminosi, che trasmettevano la pubblicità, tappezzavano l'intera città. Poca gente si affollava per strada, Caesar ne contò una decina o forse più, uno dei quali scomparve all'interno di quelle strane cabine dinanzi ai palazzi. Caesar notò che questa gente non camminava, fluttuava e a volte era capace anche di volare. Seguendo alcune persone che avevano adottato tale metodo per muoversi, alzò lo sguardo e vide delle auto, simile a piccole navette senza ruote, che viaggiavano volando tra gli edifici... Caesar capì di trovarsi nel Futuro.
Ancora lo scienziato non si rese conto in che luogo fosse arrivato, né in che epoca. Girava senza meta, alla ricerca di un punto di riferimento. Trovò un sentiero, d'un tratto, e decise di seguirlo, prima o poi, pensò, sarebbe uscito da quella fitta foresta. Presto vide in lontananza una palizzata e capì che qualcosa non andava. Decise di andare avanti per indagare oltre e, giunto al limitare, due guardie armate di alabarde gli intimarono di fermarsi e di farsi riconoscere. In alto vi erano due sentinelle con archi e frecce, all'interno di guardiole, e altre che perlustravano il perimetro della fortificazione dal muro di legno. Lo scienziato comprese tutto.
<<Il mio nome è Caesar McManan, e cerco un posto per ristorarmi>>. Le guardie lo scortarono all'interno del villaggio e, non appena le porte furono aperte, Caesar si tolse ogni dubbio... Era sì tornato nel passato... Ma in un epoca troppo remota rispetto ai suoi calcoli.
Sir Caesar venne trasportato in una stanza, dopo aver subìto un intervento alle gambe fratturate. Non capiva, farfugliava solo il suo nome e nient'altro. Dopo essersi ripreso dall'operazione gli fecero delle domande e, valutando le sue risposte, vaghe e con quasi nessun ricordo, decisero di affidarlo alle cura di una dottoressa specializzata. Sir Caesar conobbe la donna, il suo nome era Alice Leylan. Con i documenti trovati sul luogo dell'incidente, presero l'anagrafica e compilarono la sua cartella clinica. Lo chiamavano signor McManan adesso.
Il futuro non era come si sognava da piccoli, capì ben presto Caesar McManan che si trovava in difficoltà ad abituarsi in un tempo troppo distante dalle sue conoscenze. Integrarsi in questa società era un'ardua impresa. La sua immagine non esisteva più, le sue idee ormai superate dalla tecnologia futura, poté affidarsi solo al suo carattere e alla sua intelligenza. Decise di partire dal basso e cercare di ricostruire la vita che una volta aveva. Ma i pensieri vagavano e si soffermavano sempre più volte sulla moglie Alice, su l'amore e i momenti passati insieme, su quell'ultima cena, su quella frase incompleta, non poteva andare così, non poteva finire tutto così. Non meritava un tale destino... No, doveva reagire e fare in modo di riavere la vita di prima. Era nel futuro e probabilmente avranno inventato la macchina per viaggiare nel tempo e se anche così non fosse, l'avrebbe costruita lui. Il suo obiettivo, adesso, era tornare da Alice.
- Passato -
Al villaggio Caesar McManan venne accolto dal principe Laurum che governava la piccola cittadina, chiamata Laest. Nella breve visita del villaggio, Caesar conobbe alcune persone interessanti, tra cui il guaritore Garras, un saggio e affidabile uomo, che usava antichi metodi di cura. Quel mondo era totalmente diverso e Caesar si sentiva fuori luogo. Le sue conoscenze andavano ben oltre il loro comprendonio e fu molto d'aiuto al piccolo borgo quando spiegava le cose più semplici che appartenevano al suo tempo. Nello stupore generale, decisero di far Cavaliere il nuovo arrivato e nominarlo Sir Caesar di Laest. Alcuni lo ritenevano uno stregone perché Caesar aveva sempre in mente la scienza, gli esperimenti che realizzava erano incredibili per la gente del luogo. Ma il suo desiderio più grande non si era ancora realizzato e anche se giunto in quell'epoca, volle darsi da fare per ricostruire il Trasportatore, sperando, stavolta, di non sbagliare e ritornare nel tempo che avrebbe voluto lui... L'anno 2010.
- Presente -
Caesar faceva parecchi progressi insieme alla dottoressa Leylan, e cominciò ad adattarsi a quella vita che pian piano lo coinvolgeva sempre più. Sembrava quasi che già conoscesse tutto di quel mondo e di quell'epoca, probabilmente dovuti alle attenzioni di Alice, in grado di aiutarlo a integrarsi nella società. Caesar iniziò la fisioterapia per riprendere la funzione delle gambe. L'incidente lo rese paralitico per un paio di mesi, costretto sulla sedia a rotelle per poi passare alle stampelle. Adesso cominciava a muovere i primi passi. Alice lo aiutava passo per passo e trovava il caso di Caesar molto interessante. Inoltre l'assistette a trovare lavoro come semplice agente di commercio capendo fin da subito le sue enormi capacità comunicative e il forte carisma innato. I ricordi che affioravano in Caesar apparivano strani, pensò Alice quando l'uomo raccontava e descriveva la sua breve permanenza al villaggio, e convinse l'uomo che tali memorie appartenessero solo alla sua immaginazione. L'incidente, secondo la donna, avvenne a causa di un colpo di sonno nel quale la mente già vagava in quei ricordi da lui descritti, quindi sognandoli, non facendo in tempo a destarsi per evitare il disastro. Della sua infanzia passata, invece, Caesar non ricordò nulla. Passarono gli anni e i due si affezionarono. Entrambi sapevano che non era solo una semplice amicizia, ma qualcosa di più... Poco tempo dopo finirono per innamorarsi.
- Futuro -
Girovagando alla ricerca di quella invenzione che l'avrebbe riportato alla sua normale vita, Caesar McManan giunse alla conclusione che ancora non era stata inventata. "Solo fantascienza, pura fantascienza!" Era la risposta che si trovava davanti ogni volta che chiedeva della macchina del tempo. Non esisteva. Dapprima si lasciò abbandonare all'amarezza di non poter mai più tornare indietro, ma il suo animo combattivo e imprenditoriale riuscì a destarlo in quello stato di sconfitta e a rimetterlo in carreggiata, con un nuovo obiettivo da conquistare. Per prima cosa, aveva bisogno di soldi e con sua sorpresa le carte di credito che possedeva, i suoi soldi, gli abiti valevano parecchi denari e i fanatici collezionisti di roba antiquata avrebbero pagato qualsiasi cosa per possedere almeno un pezzo di storia che accompagnava Caesar. Erano soldi facili per il magnate che non ebbe difficoltà a moltiplicarli, grazie alla sua grande esperienza. Caesar frequentò dei corsi di studio, comprò libri elettronici, e un appartamento che adibì a laboratorio, al penultimo piano di un grande palazzo nella periferia di Old London, la città che lo ospitava. Iniziò così la sua grande ascesa verso il suo obiettivo.
- Passato -
Trovare il necessario per riprendere l'esperimento, si rivelò una missione ardua e complicata. Il materiale di cui aveva bisogno, non esisteva, e sarebbe stato costretto a inventarlo. Ci sarebbero voluti anni per portare a termine il progetto. Intanto al villaggio si spargeva la voce sul conto di Caesar, su ciò che combinava e ciò che avrebbe voluto realizzare, causando scalpore e ammirazione tra la gente, senza tralasciare lo scetticismo dei religiosi. Durante la sua permanenza conobbe Salagar, un giovane scudiero, che fin da subito credette in lui e ai meravigliosi esperimenti che realizzava e Kerin, un ragazzo della stessa età, unito dalla stessa passione di Salagar, oltre a essere un amico di vecchia data. I due aiutarono Caesar per la ricerca dei reagenti e dei componenti, rari, per creare il Trasportatore, facendo nascere una forte amicizia tra loro. Fortunatamente Caesar ricordava i passaggi delle formule per ripristinare il funzionamento della macchina del tempo, ma gli mancava la materia prima che per dieci anni si costruì da solo, pezzo per pezzo. Ancora lungi dall'inizio del progetto, nonostante fossero passati circa una decina d'anni, Caesar uscì per cercare tutto ciò che potesse essergli d'aiuto per la sua invenzione. Finora mise da parte un bel po' di metallo da poter modellare. Si inoltrò in una foresta, distante circa un'ora dal villaggio, e cominciò la sua perlustrazione. Sassi, legno, frutti e ogni cosa che la natura potesse offrirgli, sarebbe stata utile ai fini del progetto. Era pomeriggio inoltrato, gli animali diurni lasciarono spazio ai notturni e il sole tramontava a ovest quando Caesar si abbassò per raccogliere pietre e legna. Non molto distante, si udirono degli zoccoli che scalciavano il terreno velocemente. Lo scienziato non fece in tempo a voltarsi che un violento colpo venne impresso sulla nuca, tramortendolo all'istante. Il microchip impiantato si distrusse, attutendo quel che basta l'impatto che altrimenti avrebbe raggiunto il cervello. L'ultima immagine che vide prima di chiudere gli occhi, era di un uomo a cavallo che brandiva una grossa mazza chiodata...
- Presente -
La vita di Caesar procedeva egregiamente. Dalla riabilitazione erano passati ormai quattro anni e grazie ad Alice, Caesar si ritrovava completamente riabilitato, eccetto che per il vuoto nella sua mente. A causa dell'amnesia, il suo ultimo ricordo passato era proprio l'incidente e qualche sprazzo di memoria del villaggio e di Garras. Nonostante ciò si era totalmente integrato nella società e la sua carriera cresceva sempre più. Caesar aveva un grande talento innato, la vendita esaltava questa sua dote di comunicazione con le altre persone. Riusciva a convincere, senza abbindolare, la gente divenendo un uomo molto carismatico, curato, ambizioso e intelligente. Anche l'amore con Alice crebbe. I due andarono a convivere, poi, quando Caesar venne promosso a manager, le fece la proposta di matrimonio mentre cenavano a lume di candela in un lussuoso ristorante. Lacrime di gioia solcarono le guance arrossate della giovane e attraente donna alla vista dell'anello con un diamante solitario incastonato. La posizione che adesso Caesar ricopriva lasciava meno tempo ai due di vedersi e di amarsi, così il manager decise di aprire una sua società. Nel maggio del 2005 fondò la McManan Corporation, esattamente un anno dopo la sua promozione, diventando un imprenditore affermato nel 2010.
- Futuro -
Lo studio per realizzare il progetto durò oltre cinque lunghi anni, nella quale Caesar acquistò tutti i materiali, computer e la tecnologia di cui ebbe bisognò. Non contava nient'altro per lui. Si mise a costruire un insolito oggetto ovale alto quasi due metri e largo uno, collegato senza fili a due potenti computer in grado di elaborare un elevato numero di dati contemporaneamente e generare un'intensità di energia tale che sarebbe bastata a illuminare le città più grandi per un intero anno. La costruzione di tale oggetto richiese la sua attenzione per altri due anni affinché l'uomo si rendesse conto che potesse funzionare, ora doveva solo applicarsi per trovare il giusto algoritmo che lo avrebbe portato nel suo mondo, dalla sua amata... Alla sua vita! La mente di Caesar cominciò a lavorare febbrilmente, senza sosta. Nella lavagna virtuale, scriveva, cancellava, calcolava formule, fissava appunti e passava informazioni ad altri computer minori. I giorni, mesi, anni, passavano veloci, ma Caesar non ne venne a capo. Era un progetto colossale, impensabile, impossibile, tuttavia Caesar non si arrese e l'ultimo anno scoprì un risultato che lo sconvolse. Per viaggiare nel tempo e andare in un preciso istante, momento della sua vita, era necessario sapere un giorno prestabilito. Se fosse passato tale giorno, sarebbe potuto ritornare in un altro momento, in un'altra epoca. Non poteva permettersi il lusso di sbagliare, così, dopo straordinari calcoli, il giorno che corrispondeva al momento in cui desiderava tornare, era esattamente il 23 Maggio, meno di un anno di tempo considerando che fosse già il 5 Giugno di un lontano anno, il 3100. Si avvicinava sempre più alla risoluzione delle formule ma troppo lentamente rispetto alla scadenza, approssimandosi al termine ultimo. L'uomo era diventato una macchina, senza un attimo di respiro, senza un attimo di rilassamento, operava freneticamente, scrivendo e muovendo le finestre virtuali con le mani, impazzendo. Studiava, ripassava, controllava ogni calcolo, formula, teoria, ipotesi finché, nella marea di idee e confusione, decise di prendere solo una strada, sperando di trovare quella esatta. Deciso e determinato, provo con una teoria, seguendola per capire fino a dove portasse. Nessun errore di calcolo, tutto procedeva tranquillo, tuttavia Caesar dovette fare delle pause per concedersi del meritato riposo, per mangiare, lavarsi e riprendere, poi, da dove aveva lasciato. La mente era stanca, le pause cominciavano a essere più frequenti e alla fine giunse poco prima dell'ultima settimana con nessun risultato tangibile tra le mani. Eppure la strada che aveva seguito finora non gli causò problemi e si convinse fosse giusta. L'ultimo calcolo e formula, però, confermò il contrario... Il risultato non era quello sperato. Vi era qualche errore, forse dovuto a un piccolo sbaglio di calcolo, o forse la teoria non era corretta. Riprendere un'altra strada, sarebbe significato dire addio al progetto. Mancavano circa quattro giorni alla scadenza e l'uomo pensò di abbandonare tutto. D'altronde era un'impresa impossibile e se ancora tale invenzione non esisteva, un motivo doveva esserci. Coricandosi pensava e ripensava ai calcoli, agli eventuali errori, alle teorie, senza trovare risposte. Alla fine si lasciò vincere dalla stanchezza abbandonandosi al dolce richiamo del sonno. La mattina seguente si destò con una nuova luce negli occhi, una determinazione che lo avrebbe spinto pure a buttarsi da un palazzo se solo fosse servito a ritornare indietro nel tempo. Aveva fatto un sogno, un sogno rivelatore. Come se quella macchina l'avesse già costruita, come se quel progetto l'avesse già ultimato e che fosse riuscito a tornare nel passato. Poteva trattarsi di un dejà vu, eppure appariva così reale da sentirne le sensazioni di quello che provava quando accese il Trasportatore e vi entrò in sogno. Qualcosa nella sua mente gli diceva di aver scelto la giusta via, la teoria era corretta e forse c'era solamente un errore umano. Si sentiva molto vicino alla risoluzione, doveva solo capire il motivo di tale risultato. Passò due giorni senza riposare, senza dormire né mangiare. Rivide tutti i calcoli e le formule e tutte lo portarono allo stesso risultato. Stanco e amareggiato si ritirò a letto credendo, ma soprattutto sperando che la notte lo aiutasse come aveva fatto qualche giorno addietro. La stanchezza accumulata era parecchia e Caesar fece fatica ad alzarsi quel giorno. Non rendendosi più conto della scadenza, quando si svegliò, l'orologio annunciò la data, come di consuetudine, e l'uomo si agitò perché il giorno era giunto. Senza un attimo di tregua ricontrollò nuovamente tutti i passaggi e poi capì l'errore. Il più banale di tutti gli errori, una moltiplicazione sbagliata per un numero, un maledettissimo numero che aveva dimenticato di riportare fece sballare l'intero progetto. Corretto il difetto, il risultato diede conferma alla teoria. Accese i due potenti computer, collegati al Trasportatore, e passò le informazioni e le formule con i relativi calcoli. Successivamente fece partire la macchina del tempo e non volle perdere assolutamente tutti i dati che aveva raccolto in questo progetto. Sarebbero potuti tornargli utili semmai la macchina avesse funzionato. Avrebbe potuto inventarne un'altra e far crescere la sua azienda. Si impiantò con un laser speciale, un microchip all'interno della nuca, ma per leggerlo ci volle uno scanner. Non appena adagiò la mano sullo scanner sentì l'impulso di lasciare l'aggeggio, uno strano sentore lo tenne immobile per un paio di secondi, esitante. Qualcosa lo fermava a prendere l'oggetto. Percepì una sensazione astratta a cui non riusciva a dare un significato. La mano venne pervasa da un insolito formicolio e la sentì per un istante avvampare, facendola ritrarre. Caesar restò in uno stato di trance e poi, con movimenti lenti, afferrò lo scanner e lo custodì all'interno di una larga tasca. Quella misteriosa percezione svanì e l'uomo successivamente si riprese. Allontanò tutto ciò che potesse compromettere l'esperimento come gli oggetti ferromagnetici anche se rari in quell'epoca, e fu pronto per attraversare il muro di luci iridescenti. Meno di un minuto al termine e Caesar saltò all'interno del Trasportatore. Sensazione che stranamente conosceva già, forse in sogno. Nella sua mente un pensiero lo colse all'improvviso...
"Credo di essere già stato qui... Credo di aver provato gli stessi sentimenti... Credo di sapere già cosa mi aspetterà..."
Caesar McManan capì troppo tardi che aveva dato inizio a un gioco al quale non ci sarebbe stata mai una fine.
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