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Se la notte si vuole raccontare
(Brano scritto su canovaccio minore, ma con appoggio maggiore di Opere d'Autore)
Mi hanno fatto molte domande, oggi si dice interviste, nel corso dei millenni. Cercano in me la donna, ma possono trovare l'uomo, come viceversa.
Parlare di me? Che dire che non sia già stato narrato, poetato, scritto, osservato sul mio conto?... vero è che sono state solo parole di uomini, forse imperfette.
" La notte s'era svegliata, come al tintinnio di una sonagliera." (1)
Dall'alba del Mondo, io sono... legata al dinamismo dei pianeti e delle stelle, al movimento della Terra, al suo ruotare. Sono pur io una "creatura"... recita infatti il Libro : " Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre NOTTE, e fu sera e fu mattina: giorno primo" . Esisto, quindi, ancor prima della definitiva separazione delle acque terrestri. Sono colui o colei che suscitò nell'Uomo la terribile domanda " perché il buio? " , costringendolo a trovare un riparo, un nascondiglio, allo spengersi del Sole e all'incedere del Sonno, mio alleato. In natura Notte e Sonno vanno all'unisono. Giorno e Sonno sono una forzatura, un'anomalia. Ne soffre moltissimo l'Uomo moderno.
La mia presenza e il mio colore - il color ombra- sono necessari a rendere nitidi i pensieri e quei fatti che - nelle ore del Giorno - non si distinguono mai nel loro tutto e compiutezza:
" A mezzanotte ancora non dormiva, ma rimaneva in un confuso dormiveglia, il pensiero rivolto ai fatti della vita " . (2)
" Quella notte Matilde non aveva potuto prendere sonno. Il pensiero dominante, che di solito la teneva desta: il matrimonio di Andrea, la vendita di Balizaou e di Cernès l'aveva ossessionata fino all'alba.. l'angoscia notturna non è mai semplice " ( 3)
Così io offro sempre un proscenio, allestisco un palco e vi sospingo l'Uomo. Faccia quello che non può o non sa o non deve fare nelle ore del giorno. E così ... si ruba preferibilmente di notte; si pesca di notte; meglio l'amore di notte; si sono combattute battaglie storiche, di notte; soprattutto si nasce, di notte. Di notte cambia la pressione arteriosa e muta il battito del cuore negli esseri viventi. Di notte si studia e si prega anche meglio. Soprattutto si trama, di notte:
" Durante la notte Grandet aveva accarezzato altre idee, ordendo una trama per burlarsi dei Parigini, per estorcerli, aggirarli, renderli malleabili, costringerli ad andare e venire, a spargere sudori e a farsi lividi di timore o di speranza " ( 4).
Nulla sfugge ai miei sfilacci bluastri, allo stendere dei miei velluti. Quando arrivo o calo, più o meno illuminata dal chiarore lunare e dalle stelle, tutto sembra cadere in un muto immobilismo. Ma è solo apparenza. Vero è che, con me, arriva il senso dell'Attesa, la quale inizia nel mutarsi del tono dei colori, ritirandosi la luce e avanzando l'ombra. Avete osservato come cambia il colore dell'acqua del lago, mentre la sera si affossa in me ? Ed il verde del bosco si incupisce tendendo al blu? Le stesse onde del mare, così trasparenti di giorno, si trasformano:
" Qualche notte bisogna che facciamo una sortita - dissi - voglio vedere come sono le colline con la luna. Ieri ce n'era già una fatta."
" L'abbiamo fatto in mare, il bagno sotto la luna - disse Oreste - Sembra di bere latte freddo." (5).
In queste oscure varietà cromatiche si prepara sempre qualche cosa di insicuro , una sorpresa, ed è solo merito mio:
" Quando calò la notte un'altra volta, ci fu il generale barricamento nelle case, ma un minor numero di famiglie si riunì per trascorrere assieme le ore buie. Poi al mattino le famiglie di Elmer Frye e Seth Bishop raccontarono di cani irrequieti e di indistinti rumori e fetori che provenivano di lontano ". ( 6)
Ma chi mi mette davvero in moto e mi incita a stare sveglia, accudente e presente, è proprio l'Uomo, poichè io, la Notte, mi metto al suo fianco e lo seguo, lo invito, lo isolo dal mondo e lo tormento, seppure. ù
" E poi che farò domani, il resto della giornata? Che farò doman l'altro? Che farò dopo doman l'altro? E la notte? La notte che tornerà tra dodici ore? Oh la notte! No, no, la notte". (7)
Così s'afferrava alla mie trine, respingendomi, colui al quale, secoli fa, diedi un sussulto di coscienza, rimasta a futura memoria, letta e riletta da studenti, interpretata a teatro da sommi attori. E quanti, alla fine, si posso davvero riconoscere in costui? Tanti, quasi tutti.
Il Giorno non sarebbe mai arrivato a consigliare tanto...
Eppoi : chi può immaginare Eros, senza di me? Ne ha fatta di strada l'Amorino alato! Forse da almeno due secoli a questa parte, non è nemmeno credibile il figlio di Venere districarsi nelle vicissitudini d'amore umane. Io osservo e talvolta approvo:
" E così le follie fatte in quella notte dalle nostre anime ci affaticarono più di quelle della carne. Le une sembravano riposarsi delle altre: in realtà , ci sfinivano entrambe. I galli più numerosi cantavano. Avevano cantato tutta la notte. Mi accorsi della poetica menzogna: i galli cantano al sorgere del sole " ( 8)
In certune circostanze , inorridisco e abbasso il mio blu - blu all'inverosimile, presagendo avvenimenti torbidi:
" Il duca e Curval, stranamente in forma, dissero che non volevano andare a dormire e, fatti portare dei liquori, passarono la notte a bere con le quattro narratrici e Julie, il cui libertinaggio aumentava ogni giorno, facendola considerare una creatura amabilissima..." (9)
Lo so, non sempre creo situazioni ideali; a volte mi trovo davanti a tragedie annunciate, ma io stessa sono incalzata dal Tempo; a lui non posso chiedere " Fermati! lascia fare questa cosa al Giorno.." . Io stessa sono vittima di Krònos. E mi accadono, davanti agli occhi privi di iridi, cose cui assisto impotente:
" Ore 22. 39 Su in valle, sopra la diga, un silenzio feroce. L'ultima bava di ragno che teneva unita la frana al resto della montagna si rompe. E la frana sta là. Sul piano inclinato. Non c'è più niente che la tiene attaccata al resto della montagna. E poi va. Cos'è che la fa andare? ... non so. So che 260 milioni di metri cubi di roccia, coste di montagna alte 300 metri, rocciose, con i boschi sopra,..." ( 10)
nemmeno oggi lo posso ricordare fino in fondo. L'ondata che scavalcò la diga del Vajont mi colmò di nebbia fangosa per tutta la vallata del Piave.
Nel mio effondermi capita che mi insinui tra le sbarre di finestre o bocche di lupo, raccoglinedo le ultime riflessioni di una giornata molto faticosa e particolare:
"Ore 22. 00 Finalmente hanno spento la luce, deve essere già tardi. Questa maledetta lampadina gialla appesa al soffitto, abbacinante, non mi dà tregua. Penso sia tardi, non ho orologio qua. Sono in cella di isolamento da stamattina. Mi hanno arrestato alla stazione ferroviaria, avevo giusto giusto sfilato il portafoglio dalla tasca dei jeans di un ragazzo. Certo, mi spiace rubare ai ragazzi. Quello, poi, non era nemmeno vestito meglio di me. Ma il portafoglio di cuoio spuntava con i bordi piegati, dalla tasca posteriore. Solo che questi maledetti jeans attillati non fanno sfilare in fretta. Per quanto io sia abile, e abbia spesse volte messo mani in borsette e valigie, questa volta sono rimasto incastrato. Non posso nemmeno dire di aver rubato per bisogno. Io rubo perché sono un ladro. Ho già collezionato diverse condanne. Pure la qualifica di " delinquente abituale". Stare in cella di isolamento non mi piace affatto... tanto un tipo come me non è che tema il contatto con altri delinquenti.., Almeno ci avrei parlato assieme durante 'sta nottata. Domani la solita trafila della convalida dell'arresto e del processo per direttissima. Copione già visto. Stanotte però mi andava davvero di dire due parole... Inutile provare con l'agente di custodia perché lo vedo stanco morto ed è a fine turno..."
C'è... ci sono parvenze di persone, che non posso trascurare; una, la seguo da almeno trecento anni, sia che io l'avvicini avvolta in un matello di pioggia, sia che mi sospinga un vento estivo.
" Ore 23. 00/24. 00. È finito l'ultimo giro della guardia giurata all'interno della stanza dell'alcova. Dai pesanti tendaggi damascati s'infila, sottile come una lama levigata fino alla trasparenza, una spera di luna bianca e fredda. Cigola la porta del piccolo armadio guardaroba, incassato in un mezzanino. Era là che il nobilomo Rezzonico cambiava i suoi abiti e indossava le morbide camicie di lino e trine. Se spingo ancora un poco, posso uscire da questo trasparente vaso cinese importato da mercanti veneziani, devo solo stare attenta a non fare cadere il coperchio panciuto che lo chiude. Ho passato qui dentro, alquanto sacrificata, un'intera giornata, udendo attraverso le sottili pareti di porcellana blu, i passi dei visitatori e i loro commenti. Questo, infatti, non è il posto nel quale mi ritiro durante il giorno. Sono stata costretta ad infilarmici in fretta e furia poiché, mentre girovagavo per il palazzo, oramai chiuso al pubblico, è arrivato improvviso il fascio di luce di una pila elettrica del personale di sorveglianza. Un guizzo veloce come una sciabolata. Non ho affatto paura di mostrarmi, ed anzi, forse una cinquantina d'anni fa ciò è accaduto. Non mi sono sottratta in tempo alla vista di un custode notturno, il quale, credendomi una persona vera, s'era infuriato con me e voleva sapere come mai mi fossi intrufolata nel palazzo... Ricordo che fuggii attraverso la grande cappa del camino del salone da ballo e finii nel sottotetto.
Da quanto tempo non ammiravo la notte! Ero convinta che noi fantasmi potessimo svanire anche solo alla luce della luna... invece mi trovai accovacciata sullo sporto dell'abbaino sopra la strana geometria dei tetti di Venezia. Che effetto tutti quei " coppi" incastrati! Oggi lo chiamerebbero " Astrattismo" . Sotto di me, come una grossa vena scoperta di acqua densa, si muoveva appena il Canal Grande. La notte lo imperlava di piccole luci fosforescenti. Un effetto delle alghe d'estate. Rimasi a riflettere, a ricordarmi della mia vita terrena..."
Ecco perché , alla fine della mia clessidra, arrivo spossata. E cedo arrendevole alla prima luce. È tutto un rincorrere, passare da un posto ad un altro. Mi lascio con languore penetrare dal primo raggio di luce che viene da oriente, prima di essere ancora sospinta in un altro luogo. Tuttavia, accade che, per un inarrestabile attimo, quando il mio blu passa al cobalto, io afferri quello di cui non ho mai goduto: ammirare, con le mie iridi fredde, la nascita del Giorno.
Note:
1) R. Musil " Il compimento dell'amore".
2) S. Conweng " Racconti della Cina".
3) F. Mauriac " Angeli Neri"
4) H. de Balzac " Eugènie Grandet".
5) C. Pavese " La bella estate".
6) H. P. Lovecraft " L'orrore di Dunwich"
7) A. Manzoni " I promessi sposi" ( monologo notturno dell'Innominato).
8) R. Radiguet " Il diavolo in corpo"
9) D. A. F de Sade " Le 120 giornate di Sodoma".
10) M. Paolini e G. Vacis " Il racconto del Vajont".)
L'autore si scusa se ancora vi fossero dei refusi, pur avendo controllato il testo più volte. Purtroppo non sono molto abile con p. c. Se qualcuno volesse segnalare, ringrazio sin d'ora.
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0 recensioni:
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Anonimo il 06/09/2012 12:58
che dire... sei brava... non potrebbe essere altrimenti e direi alquanto precisa... ciao cara...
Anonimo il 05/09/2012 00:55
Commento anonimo di Ellebi. Nuovi saluti
Anonimo il 05/09/2012 00:54
Commento anonimo di Ellebi. Nuovi saluti
Anonimo il 05/09/2012 00:52
Racconto impegnativo e colto che andrebbe riletto più volte conettendolo alle citazioni, tuttavia non privo di naturalezza e di un andamento, nel suo progredire verso la conclusione, leggero e fluttuante, come lo sono a volte, verso il tramonto, le acque della laguna. Molto bello e originale lo spunto del fantasma che viene sorpreso dalla guardia.
La mia comprensione del racconto è molto parziale. Degli autori citati ho letto solo Radiguet. È vero, si, non ho mai letto "I promessi sposi". Complimenti e un saluto.
- pagina due dopo il punto sette... e quanti alla fine si posso..
(refuso)... mi ha portato in un luogo-non luogo, ai confini di un tempo fatto di intrigo, mistero e lussuria.
Anonimo il 03/09/2012 20:23
Bel racconto della notte, romantico e affatto banale. Mi piace la ricercatezza linguistica e i cambi tra un periodo e l'altro. Complimenti davvero.
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