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Il ritorno del Siddhartha di Hermann Hesse
Il 5 settembre è uscita la nuova edizione del "Siddhartha" di Hermann Hesse.
Mi fiondo verso la mia fedelissima "Feltri"(nelli) e ritiro, colmo della sacra Libido del lettore, la nuova edizione della mitica "Adelphi", arricchita con diari, foto e pagine inedite.
Ah, Roberto Calasso, che dono mi fai!
Sono appena stato a Montagnola il maggio scorso, ho ancora la mente e il cuore pervasi da quella piccola India europea e dal mio amico Hermann.
Sul comodino della mia stanza da letto, da quando ho sedici anni, stanno sempre un'Odissea e Siddhartha, le mie sacre scritture.
Gli altri libri vanno e vengono.
Cosa posso dire di nuovo a proposito di questo capolavoro?
Voglio cominciare la mia esplorazione, sottraendo questo testo mirabile alla cultura Beat&Hippy.
Quante discussioni con i miei amici, anni fa: per loro Siddhartha è un inno alla fuga dalle Autorità costituite, alla ribellione contro la società e il militarismo, al farsi le canne e altre sostanze fin troppo precisate e consumistiche in India.
No, no, no, andati amici: l'opera di Hermann è un testo composto con una struttura lucida e chiara, e con intenti costruttivi, come l'acqua del fiume madre (Gange) che lo attraversa dall'inizio alla fine.
Voi guardate solo le fasi iniziali, dove Siddhartha, il figlio ribelle e fuggitivo del Brahmano, dice di NO a tutto e ignorate la parte conclusiva, dove il "cercatore" impara a dire di SI' a nuovi valori e a impegnarsi per un orizzonte costruttivo.
Avete letto quegli ultimi capitoli ma non li avete mai meditati a fondo, come faccio da quarant'anni.
Vi dò una visione dall'alto di questo libro amico, come pochi sanno esserlo.
Siddharta si compone di tre parti di quattro capitoli ciascuna, che hanno più o meno la stessa lunghezza e scandiscono le tappe della vita del protagonista, dal NO al SI' alla vita e al suo Spirito:
Prima Parte:
• Il figlio del Bramino: ( NO alla tradizione, al ritualismo e alla famiglia come autorità sociale);
• Presso i Samana: (NO all'ascetismo, alla dittatura della mente sul corpo, alla stampella del maestro e della disciplina automortificante e masochista);
• Gotama;
• Risveglio: (NO alle filosofie astratte e ai concetti filosofici che impediscono la ricerca della propria esperienza personale, interiore. Rifiuto della dottina religiosa del Buddha e fiducia riposta solo nell'esperienza vissuta personalmente, sul campo, da ciascun individuo).
Seconda parte:
In questa fase Siddhartha cerca un'esperienza diretta con la vita e con la necessità di fare la sua storia, ed entra nel mondo civile per avere un'esperienza personale con i piaceri e i dolori del mondo materiale.
• Kamala;
• Tra gli uomini- bambini;
• Samsara;
• Presso il fiume.
Siddhartha, da solo, cerca di scoprire quale sia la vita che gli appartiene.
Questo fondamentale compito vitale non può risparmiarcelo nessuna famiglia e nessuna tradizione sociale, nessuna dottrina e nessun maestro.
Possiamo solo confidare in noi stessi, nella nostra genuina voce interiore.
Presto il figlio del bramino si accorge quanto siano inessenziali ed effimeri i dolori e i piaceri del mercante, della cortigiana e dei borghesucci uomini-bambini. E ritorna verso il fiume madre, per riprendere la sua libera ricerca: il materialismo piccolo borghese è una trappola come tutte le altre precedenti.
Giunto sulle rive del fiume entra in crisi e viene tentato dall'idea del suicidio, risolto dal suono del sacro OM, che lo riconnette all'Unità con l'energia del Cosmo.
Questo è il punto cruciale su cui i miei amici beat e gli hippy non meditano abbastanza.
Fino a questo punto, Siddhartha ha fatto solo crollare tutti i ponti alle sue spalle: in quanto libero e marginale ricercatore è necessariamente anche un ribelle, un distruttore, un agente del Caos, un conformista della trasgressione coatta.
Ma il caos non può essere, in se stesso, un orizzonte.
Non si può costruire una casa sull'abisso.
Hermann Hesse interrompe il romanzo per un anno.
Sente il faticoso compito di dover passare dal NO al SI' e moltiplica i suoi studi e i suoi sforzi. Fa molte sedute di psicoterapia con Jung e medita i classici del taoismo cinese.
Fa lunghe passeggiate nei dintorni di Montagnola e dipinge molti acquerelli, facendosi interprete della bellezza e della quiete di quella natura.
D'ora in poi lui e Siddhartha devono edificare qualcosa di nuovo, progettare nuovi valori e nuove Trascendenze.
Trasformarsi da distruttore a costruttore.
Passare dal No al SI'.
Nella primavera del 1922, dopo una lunga pausa, Hermann Hesse si rimette al lavoro, e scrive quella che chiamo " la parte del sì".
Terza parte:
• Il barcaiolo;
• Il figlio;
• OM;
• Govinda.
Siddhartha non fugge e non si ribella più e si ferma presso un barcaiolo, Vasudeva, che presto diventa suo amico e in modo occulto, suo ispiratore costruttivo.
- fine della prima parte -
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l'autore Mauro Moscone ha riportato queste note sull'opera
Prima parte
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0 recensioni:
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- Ringrazio tutti gli intervenuti: a domani, per condividere i nostri diversi punti di vista sul capolavoro di Hermann Hesse.
Abbiate gioia
- La via tracciata da Hermann Hesse... non è stata molto capita...è un via di totale liberazione...
si può resumere in una frase... Se incontri il Budda per strada uccidilo... e in Te rinascerà...
Bravo Mauro... namaste..
- concordo con te, ciao
- Non so quante volte ho letto questo piccolo capolavoro, forse fino a consumare le pagine. Ho anche pubblicato nel sito una poesia acerba "Leggendo Siddharta". Lo adoro.
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