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Fra Purgatorio e Paradiso
Bruce ricevette una telefonata nella quale gli offrirono un posto di lavoro a Manhattan: accettò e si trasferì. A Washington era solo, non aveva famiglia, né tanto meno una ragazza, e la sua di famiglia viveva a Los Angeles; perciò non aveva motivi per rimanere laggiù, inoltre Manhattan gli piaceva come città. Il giovedì lo chiamarono e il venerdì era già lì. Non perdo tempo nel spiegarvi che lavoro faceva, dato che non è quello che importa della sua storia. Quindi, passarono un po' di mesi e una sera, non sapendo cosa fare, prese e uscì a farsi una camminata per conto suo. Si trovava bene, sia in città che in ufficio, anche se fondamentalmente lavora da solo, ma tutti i suoi conoscenti erano fidanzati e questo lo limitava in quanto non aveva nessuna spalla durante le serate. Lui non pensava minimamente di averne una fissa, che avrebbe comportato una storia sera, perché si chiedeva come mai un uomo si dovesse limitare ad averne esclusivamente una quando ce ne sono tantissime altre. - Tanto è solo una perdita di tempo - si diceva. In verità, questa sua interpretazione, era nata dopo l'ultima relazione che aveva avuto. Fu tragica e finì, a dir poco, male e credo che questo lo abbia traumatizzato; per adesso, quindi, era contrario alle storie più... impegnative, diciamo. Perciò quella sera era da solo, fra le illuminate buie vie di Manhattan, a giocar con una penna e un blocchetto di fogli. Vedeva molte coppie uscire da ristoranti, molti padri tenere in braccio in figli e per mano le mogli. Si chiedeva se mai, anche lui, avrebbe avuto una famiglia, se mai avesse tenuto in braccio i suoi figli e se mai sarebbe tornato a casa e ad aspettarlo ci fosse stata sua moglie. Al vedere di una splendida ragazza si dimenticò di questo pensiero e, ripensandoci, rabbrividì. Non era proprio il tipo da storia seria, difatti la mattina congedò, parecchio di fretta, la splendida ragazza. Proseguì la giornata come al solito: si recò a lavoro, fece quello che doveva fare e tornò a casa, dove ad attenderlo trovò un messaggio nella segreteria telefonica. - Ciao Bruce, sono Annah. Ho letto quello che hai scritto e avrei il piacere di incontrarti, per parlare del tuo lavoro. Lo trovo davvero interessante e se sei della mia stessa opinione ti chiedo di incontrarci al Caffè sulla diciassettesima... rispondi quando puoi. - diceva il messaggio. Cosi, incuriosito dalla proposta, richiamò e confermò l'appuntamento. La settimana dopo si incontrarono, nel luogo prestabilito, e discussero a lungo sull'operato di Bruce, il quale era decisamente più interessato a lei che al suo scritto. Lei, invece, era affascinata da entrambi. Stettero molto tempo a parlare fino a che si diedero un altro appuntamento per l'indomani. Questa volta si trovarono davanti ad un lago, poco fuori città. Il perché non lo so, ma immagino sia alquanto scontato. Per non allungare troppo la storia vi dico, direttamente, che iniziarono a frequentarsi finché lui la baciò. - Mi è venuto un dubbio... non mi avevi detto che non volevi ragazze? - le chiese lei per messaggio; al che lui non poté far altro che confermare la sua domanda, in quanto era la pura verità, e lei non la prese molto bene; ci rimase male, provava dei sentimenti nei suoi confronti. Lui, però, non aveva alcuna intenzione di cominciare una storia e le disse che gli dispiaceva il fatto che non accettasse le sue intenzioni, ma non poteva fare altrimenti. Il giorno dopo si videro comunque, stavolta insieme agli amici di Bruce, e lì capì che con lei poteva accadere qualcosa di diverso. La sera le confermò che voleva stare con lei e da lì cominciò la loro relazione.
Vedete... la vita, purtroppo, è fatta di scelte, che per forza dobbiamo fare. Non ci sono altrimenti e decidere non è mai facile. Queste decisioni ci formano, ci definiscono e abbiamo pochi modi di essere.
Bruce conobbe un'altra, disposta ad avere, esclusivamente, un rapporto sessuale, il suo sogno, e trascurò per un po' Annah. I suoi amici non approvavano per niente questo suo comportamento, ma lui rispondeva loro " Perché preferire il Purgatorio al Paradiso? " Ma questo suo sogno non andava come si era immaginato, c'erano troppe cose che non tornavano e la più importante di tutte era Annah. Non riusciva a farle questo, eppure la conosceva da cosi poco tempo... Allora come mai non ce la faceva? Quasi non si riconosceva! Non capiva. Tornò a casa, dall'ufficio, e sentì per telefono quell'altra. Durante la conversazione gli cadde l'occhio sulla foto di Annah; la guardò per tutto il tempo, pensando a tante, troppe cose insieme. Provava felicità nel guardarla, si sentiva bene e non voleva, per nessuna ragione al mondo, perderla. Si accorse che stava preferendo il Purgatorio, il Paradiso già l'aveva. Chiuse con la ragazza e andò precipitosamente da Annah.
Molte volte quello che si vuole già l'abbiamo, ma non ce ne rendiamo conto, e non possiamo permetterci di essere cosi ingenui.
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