È all'altro, al Moscone, che accadono le cose.
Io cammino per le colline dell'Oltrepò Pavese e mi piace osservare la pianura padana dall'alto, quando la giornata è serena; del Moscone ho notizie attraverso le e -mail e vedo il suo nome in diversi siti letterari on line, ai quali accedo tramite il motore di ricerca.
Mi piacciono le mountain-bike e lo yoga, i viaggi in Bretagna, a Montagnola in Svizzera e alla ricerca di animali e natura incontaminata (esiste ancora?) e siti archeologici; le analogie mistiche e i simboli religiosi, il sapore del thè verde e la prosa di Nietzsche; l'altro, il Moscone, sempre bardato con un assurdo cappellino da baseball e ancor più improbabili occhiali da sole (anche in pieno inverno) condivide queste preferenze, ma in un modo vanitoso che le trasforma in attributi d'attore.
Sarebbe esagerato affermare che fra noi c'è ostilità; io vivo, io mi lascio vivere, perché il Moscone possa tramare la sua letteratura e quella scrittura creativa mi giustifica.
Non mi costa nulla confessare che è riuscito a ottenere alcune pagine valide, ma quelle pagine non possono salvarmi, forse perché ciò che hanno di buono ormai non è di nessuno, neppure dell'altro, ma perso nel flusso immemore e indistinto della letteratura web.
Del resto, io sono destinato a perdermi, definitivamente, e solo qualche istante di me potrà sopravvivere nell'altro.
A poco a poco gli sto cedendo tutto, anche se conosco bene la sua perversa abitudine di falsare e ingigantire.
Nietzsche intuì che tutte le cose vogliono ritornare, prima o poi, nel loro essere; la pietra eternamente vuole ritornare a essere pietra e la tigre una tigre.
Io resterò nel Moscone, un anonimo bloggers, non in me (ammesso che io sia qualcuno), ma mi riconosco meno nei suoi libri che in molti altri (come i suoi, Jorge) o nell'elaborato arpeggio di una chitarra.
Qualche anno fa ho cercato di liberarmi di lui passando dalle mitologie degli avatara web e dei nicknames ai giochi col tempo e con l'infinito Sacro, ma quei giochi ora sono preda delle gigionerie del Moscone e io dovrò ideare altre cose.
Così la mia vita è una fuga e io perdo tutto e tutto è dell'oblio, o dell'altro.
Quel punzecchiante, insolente, incasinatissimo Moscone.
Non so chi di noi due scrive questa pagina.