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Tabagismo
Sono un tabagista. Fumo 3 pacchetti al giorno. Non mi frega del gusto del cibo, tutto schifosamente "grigio", me ne fotto del cancro ai miei polmoni e anche di quello ai polmoni di quegli sfigati che respirano le mie esalazioni.
Voglio fumare come se domani fosse l'ultimo giorno su questo pianeta, come se tutto dipendesse dal mettersi una sigaretta in bocca, aspirarne l'aroma o non farlo.
Ieri ero seduto nella metro, scalzo, i piedi lerci con ogni tipo di macchia, chewing gum, cicche, sputi, polvere, tutto sotto i miei piedi; a dare ascolto a quelle patetiche scritte sopra i pacchetti di sigarette anche i miei polmoni dovrebbe assomigliare alla parte finale dei miei arti inferiori.
Dovrebbero impedire di costruire le scuole con la sabbia invece del cemento, dovrebbero smettere anche di costruire sulle colline a rischio frane, sui letti dei fiumi, innalzare centrali atomiche in zone a rischio sismico, ma invece cercano di togliermi ciò che separa la mia giornata di niente dal tutto. Per questo, qualche mese fa, ho preso la decisione di uccidere Fisto, il mio stramaledettissimo nemico ministro della sanità, il mio Golia, il mio Jocker, la mia criptonite, che ha deciso, senza pensarci su, di alzare drasticamente il prezzo delle sigarette, come se solo i ricchi potessero ammazzarsi con quella meravigliosa lentezza che solo una sigaretta dopo l'altra può darti.
Ho barattato le scarpe per una stecca, l'asfalto era rovente al tatto ma la nicotina che mi scorre nel sangue è una giusta controparte a qualsiasi dolore psicofisico.
Sto diventando pazzo, c'è chi va in giro a raccogliere le conchiglie o delle inutili pietre, cosa diamine se ne fanno?
Quando finisco di lavorare mi aggiro per la città in cerca di mozziconi di sigaretta, li apro ne ricavo tutto il tabacco possibile, ne raccolgo abbastanza per poter girare una sigaretta e poi avidamente la consumo sino a che le labbra non resistono più al calore.
Finite le cartine fumo avidamente i mozziconi gettati in terra dai passanti e accendendoli mi brucio sempre i peli del naso.
Se solo ripenso a tutte quelle sigarette finite nel cesso durante ogni singola cagata, a volte spente talmente presto che gettandole nella tazza mi bruciavo le palle e se ora ci penso mi vengono spasmi da dipendenza.
Fortuna fece che abitassi a Roma, fai la crisi, fai le continue rivolte di tutte le categorie, fai la povertà crescente, fai per tutto questo, ma il palazzo non era più protetto come un tempo.
Entrai dal portone principale, facendo finta di nulla, come se entrassi ogni giorno, e nessuno mi fermò.
Superai tutti i controlli e ancora nessuno notò la furia omicida sul mio viso, presi ascensori, superai porte, svoltai angoli e alla fine arrivai alla sua stanza, entrai.
Era li seduto, indaffarato a fumare, lo stronzo stava fumando. Maledizione!
Lo guardai, ma lui non capii la situazione, allora mi diressi verso la porta d'ingresso e feci crollare una parte della libreria per bloccarla. Sentii un gemito dietro di me, ora gli era chiaro di essere nella merda sino al collo. Prese il telefono, gli tirai un coltello a pochi centimetri dal corpo, riappese.
Mi sedetti nella sedia di fronte alla sua scrivania. Lui sudava, gocciolava, sul suo costosissimo servizio da scrittoio in pelle. Piccole gocce picchiettavano tra il porta penne e il tagliacarte come lacrime di terrore.
Gli presi la sigaretta ancora accesa dalla mano, la finii.
Mi feci consegnare l'intero pacchetto, una nuvola densa pian piano si formò.
Rimanemmo in silenzio finché lui preso dall'angoscia disse: "Cosa vuoi da me? Perché sei venuto?"
Io: "Sono qui per due motivi, una tua firma per prima cosa e la seconda la saprai dopo di essa."
Ministro: "Cosa dovrei firmare?"
Io: "Semplice, qui ho una proposta di legge per l'abrogazione della legge "Sanità2000" che vede tra le misure anche il rincaro del prezzo delle sigaretta. Non c'è bisogno che la legga, il succo è che ne ridurrà il prezzo."
Ministro: "Stupido, cosa pensi di ottenere con una mia firma? C'è tutto un iter particolare da seguire, e poi pensi che dopo che uscirai da qua non ti farò dare la caccia?"
Io: "Difficilmente i morti riescono a comunicare ai loro subordinati a chi devono dare la caccia."
Il ministro capii subito le mie intenzioni: rincominciò a sudare, come pioggia battente, iniziò a farfugliare offerte. Lo feci stare zitto, facendo roteare la lama del coltello vicino alla sua faccia.
Dopo qualche minuto si alzò con calma, mi chiese di seguirlo, lo feci.
Si avvicino alla cassaforte posizionata in un angolo, cominciò a comporre la combinazione, quando stava per girare la maniglia lo allontanai.
Il contenuto mi lasciò perplesso: sigarette, soldi contanti a non finire, droga di quasi ogni genere, foto di donne bellissime con numero di telefono e prezzo.
Cosa voleva farmi capire aprendo la cassaforte?
Era solo un misero tentativo di corrompermi o voleva farmi capire cosa avrei potuto avere, se fossi stato nella sua posizione?
Come se fosse giustificato da tutto quel benessere, come se volesse dirmi: come avrei potuto rifiutarlo?
Il bastardo vedendomi basito prese coraggio e cominciò ad elencarmi tutti i piaceri a cui era solito grazie al suo ruolo.
Vacillai, le tempie pulsavano come casse spinte dai bassi, la sua offerta di diventare uno di loro si insinuò nella mia mente. Lo colpii forte alla nuca, svenne.
Mi sedetti sulla sua poltrona, mi versai da bere e accesi l'ennesima sigaretta e realizzai che il mondo era sbagliato e lo era sempre stato, uccidere Fisto avrebbe solo allontanato il problema per un po, prima o poi sarebbe arrivato qualcuno a fare le sue stesse cose.
Theodore se la prese contro la tecnologia, si lamentava del controllo che esercitava sulla società, ma la società è sempre stata una lurida puttana: schiavismo, genocidi, omicidi, uxoricidi, stupri, torture, sono sempre esistiti e la tecnologia non c'entrava.
È l'uomo egoista e corrotto. Utopie rivoluzionarie d'uguaglianza: tutte stronzate!
Comunismo, anarchia, socialismo, democrazia sono solo nomi, ideali e rimarranno tali, inventati per dare speranza a qualche povero stolto, per farlo impegnare nella "lotta", perché senza quel briciolo di speranza rivoluzionaria i suicidi sarebbero incontrollabili e i nostri padroni non avrebbero più schiavi.
Ci sarà sempre il povero coglione sfruttato dal suo padrone, bisogna solo decidere da che parte stare.
Io ho fatto la mia scelta. Non mi sono mai interessati gli stolti che muoiono di fame o poveri stronzi, come me, disperati per una sigaretta; cazzi loro se sono disagiati: Io ho scelto la strada del benessere e dei privilegi, io ho scelto di diventare uno di loro, ho scelto l'unico modo per vivere decentemente: sfruttare il prossimo!
Fumo nella veranda del mio attico in centro, veranda con vista nelle piazze e nelle strade in cui la folla protesta per avere più lavoro e più diritti. Sbottono i pantaloni, me lo prendo in mano, piscio sulle loro teste.
I loro slogan scanditi dal suonare dei fischietti e tamburi, le bandiere che sventolano, le urla, la rabbia, uccisi dal mio disgusto per il mondo.
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0 recensioni:
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- Sono d'accordo con te per il fatto che probabilmente attaccare la politica in Italia sia sin troppo facile.
Per quanto riguarda la sfera ideologia, forse non sono riuscito a rendere bene il mio pensiero, ma è un discorso che prescinde dal contesto sociale economico in cui sono e siamo cresciuti.
Comunque grazie per le delucidazioni.
- Con piacere. Qui alla fine si viene a cadere nel solito discorso dei politici carogne, disonesti e che si arricchiscono alla faccia nostra. Sarà senz'altro vero, non dico di no, così come è vero che, almeno qui in Italia, comunismo, democrazia eccetera sono diventate solo parole vuote perchè i nostri politici sono tutti la medesima pastetta, ma a me in definitiva pare soprattutto argomentazione di facile consenso popolare, fatta apposta per riceve complimenti dai lettori e quindi demagogica, per l'appunto. Anche se l'idea di rivelare solo alla fine che il protagonista è in realtà uno di questi politici carogne e sfruttatori funziona e il racconto comunque mi convince, anche perchè è cattivo al punto giusto. Così la vedo io, per lo meno. Saluti
- Ciao Massimo, mi farebbe piacere sapere in che modo lo hai trovato demagogico?
Le critiche fanno sempre bene!
- Ognuno deve essere libero di ammazzarsi come meglio crede, anche fumando, in effetti.
A parte ciò questo racconto è un po' troppo demagogico per i miei gusti, ma comunque valido e ben scritto.
- Molto crudo ma non lontano dalla realtà, un noir di tutti i giorni.
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