Nel bar quella sera c'era una nebbia densa di fumo, gente che spipacchiava sigarette fregandosene
di quel vecchio cartello ingiallito che esortava a non farlo. La sera nel bar vedevi volti segnati
dalla giornata appena trascorsa, persone vestite da lavoro sudice ma felici, altri che invece
trangugiavano alcool per dimenticarsi che domani mattina dovranno di nuovo svegliarsi per lavorare,
si guadagnavano quel piccolo spazio di libertà con un bicchiere in mano. C'era persino chi tentava la sorte,
fasulla chiaramente, perchè in quei gratta e vinci è racchiusa tutta l'ipocrisia di questo mondo.
La vana speranza a chi la speranza l'ha persa da tempo. Eppure grattavano, elencando tutto ciò che avrebbero
fatto se fossero stati loro i fortunati. Sogni vani, materiali di chi certe cose non se le sarebbe potuto
permettere nemmeno se viveva altre quattro vite. Forse il bello era quello, l'illusione momentanea i potenziali
miliardari che erano con quella moneta in mano mentre scavavano il biglietto. O forse l'infelicità e la frustrazione
di non poter cambiare niente di quello che vivevano li uccideva, allora bevevano e compravano un altro gratta e vinci.