MONDI CHIUSI
Il bar di Minerbe è un piccolo microcosmo da osservare con piacere. Quando fuori c’è freddo e neve, qui dentro, al caldo, si trovano i vecchi attorno a un tavolo che giocano a scopa o tressette. Sono quattro vecchietti decrepiti, ma giocano con passione ed entusiasmo. Dei di destini cartacei, giocano instancabili, senza pensare alla morte che li aspetta.
In un tavolo in un angolo, alcune belle ragazze chiacchierano con risatine, gesti, sguardi e sussurri. Cosa si dicono? Cose banali, discorsi stupidi; ma come sono interessanti!
Un gruppo di ragazzi seduti a un tavolo vicino alla finestra, parlano forte fra loro, ma intanto lanciano occhiate alle ragazze. Chi sarà il più coraggioso che si alzerà per tentare un approccio? Per guardare gli occhi di una ragazza, con le lunghe ciglia, ci vuole più coraggio che affrontare un coccodrillo.
Miretta, una ragazza sola, aiuta a servire al banco: fa i caffé, scalda le pizze, distribuisce i popcorn. L’estate scorsa lei era ancora qui. I suoi pomeriggi domenicali li trascorre tutti qui. E intanto la sua giovinezza scivola via. Non sa cosa perde.
Io, sto seduto su uno scomodo sgabello e guardo questi mondi chiusi, questi gruppi circolari senza comunicazione fra loro. Certo, talvolta succede il miracolo, ed esso cambia i destini delle persone coinvolte.
Il pomeriggio trascorre, si fa sera. I vecchi continuano a giocare a carte. Le ragazze ridono e sussurrano. I ragazzi parlano e schiamazzano. Miretta continua a servire dietro al bancone.
Febbraio 2007