Cronaca di un'ordinaria domenica mattina, il sole è tiepido asciuga le ultime lacrime di un autunno che non vuole cedere al freddo, basta poco per essere fuori, un raggio di sole, un invito ad uscire, c'è chi resta nel letto a dormire. Ho raccolto tutte le mie energie per correre incontro alla mia libertà, un paio di scarpe comode e la mia città è là mi aspetta. Ma stamattina qualcosa di strano, in via del Novecento, qui dove parla anche il vento.
Oggi tutto apparentemente calmo, eppure un'autoscala dei vigili, forse qualcuno rimasto dentro l'ascensore, una pattuglia di carabinieri e il cuore comincia a salire, e poi polizia e ambulanza. Nel giro di poco si raduna una folla di curiosi vedo nei loro occhi passare curiosità e paura. Sono lì per caso non mi piacciono queste situazioni, se la mia presenza non serve è solo d'intralcio a chi deve lavorare.
Un carabiniere nel vuoto, un poliziotto col giubbotto antiproiettile, sembra quasi di essere dentro un film, ma qui siamo dentro la realtà e li vedo sfidare la paura ed il vuoto. Per uno stipendio che non vale una vita... il loro coraggio merita di più. Le voci che girano, le domande si inseguono, hanno scavalcato il terrazzo ed ora sono dentro. Sono rimasta per istanti col cuore in gola dalla paura, il lavoro che manca qualcuno è impazzito, una coppia di anziani... non so cosa sia successo ma vedo un clima più rilassato che mi fa capire che il pericolo sia passato. Domani leggerò il giornale e spero questa volta con un lieto finale.
Allarme alle torri rientrato, ma anche questa volta vigili e forze dell'ordine hanno rischiato, per noi.