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Il Re di Spade

Sapevo che quella mattina non mi sarebbe successo nulla di buono. Mi ero trovato costretto ad indossare quella stramaledetta T-shirt blu. Quella stupida maglia mi ha sempre portato solo grane ma era l'unica cosa da mettere che mi era rimasta. Non sono proprio quello che può definirsi una persona ordinata. Gli abiti sporchi erano rimasti a "marcire" per settimane, prima che mi decidessi a lavarli. Uscii di casa col sacco del bucato in spalla diretto, a lunghe falcate, alla solita lavanderia a gettoni. C'era una strana quiete in strada, come l'attimo che precede un acquazzone. L'aria era immobile e c'era odore di polvere, come se il mondo stesse li lì per sbadigliare, risvegliandosi da un lungo sonno. Cercavo di fare il più in fretta possibile, quasi iniziai a correre. Volevo togliermi al più presto quella maglia, sapevo che sarebbe potuto succedermi di tutto: uno sciroccato desideroso di rapinarmi, un'auto che sbandando poteva spalmarmi sull'albero più vicino, un vaso in caduta libera da un balcone dritto sulla mia testa, persino essere scambiato per un evaso... . Quella stupida maglia non ha mai portato nulla di buono, mi muovevo come un guerrigliero nella foresta. Ad ogni passo controllavo di avere ancora il portafogli con me, di non averlo perso o dimenticato a casa. I soldi?! C'erano anche quelli... Arrivai finalmente alla lavanderia. Una cascata nel deserto. Varcai l'ingresso e tirai un lungo sospiro. Il peggio era passato ma non potevo ancora permettermi di abbassare la guardia. Quella maglia non perdona! Mi diressi verso la prima lavatrice libera. Senza badare a nulla svuotai l'intera sacca nel cestello. Scambiare la biancheria ed essere costretto a vestirmi di rosa per un mese intero per colpa di un paio di calzini rossi dimenticati li dentro era il male minore. L'unica cosa che mi importava era sbrigarmi per poter indossare qualcosa di meno "pericoloso". Richiusi lo sportello e... il detersivo?! Lo sapevo, l'avevo dimenticato! Poco male, c'era un distributore automatico con le monodosi; tutto quello che può servire ai tipi distratti o in preda all'ansia di fuggire dall'universo avverso come me. Presi un bel sacchetto formato famiglia. Avevo voglia di strafare! Richiusi il cassetto. Potevo finalmente far partire il lavaggio ed in qualche modo cercare di rimanere incolume durante l'attesa. Affondai le mani nelle tasche per tirar fuori tutte le monete che avevo. Che giornata insopportabile! Avevo solo un pezzo da dieci e qualche spicciolo. Avevo bisogno di moneta. Girai tra tutti gli avventori della lavanderia come un questuante la domenica di Pasqua ma niente; una banda di disperati come me. Studenti alla fine del mese con i soldi contati. Dovevo per forza uscire da li e sperare nel buon cuore di qualche passante. Mi affacciai da dietro il vetro blu del negozio. La strada era deserta. Non era possibile! Maledetta maglia! Uscii in strada per controllare meglio ma non avevo nessuna voglia di allontanarmi. Troppo pericoloso! Attesi qualche secondo ma nulla, solo una vecchietta curva e dalle rughe profonde, sembrava masticata e poi risputata. Di necessità virtù! Mi avvicinai e notai che era seduta su di una cassetta della frutta, di quelle pesanti di plastica spessa e aveva davanti alle ginocchia un cartone ammaccato con un foulard sfilato in più punti e macchiato sistemato su, a mo'di tovaglia. "Andiamo bene" pensai. Fossi stato vestito in modo differente, avrei trovato al posto di quella anziana signora un bellimbusto che regalava pezzi da cento ai passanti! "Mi scusi, mica avrebbe da cambiarmi in moneta?" le chiesi con quanta gentilezza mi era possibile mostrandole la banconota. La vecchia non alzò nemmeno lo sguardo. " Io sto qui per lavorare giovanotto ed il mio lavoro non è il cambiavalute. Se vuole può avvalersi dei miei servigi ad una modica cifra, potrei darle così, il resto che le spetta ed in moneta si intende!" Vecchiaccia maledetta! Tutte a me! "Mi scusi ma in cosa consisterebbe il suo lavoro?" sbuffai sperando di trasmettere chiaramente il mio disappunto. "Leggo le carte. Vuole che le predica il futuro?" questa volta la donna mi piantò in faccia i suoi occhi acquosi con un sorriso obliquo che non aveva nulla di rassicurante. "Senta, sono abbastanza di fretta. Possiamo far finta che mi abbia letto tutto il futuro che vuole? Lei mi da il mio resto e siamo tutti contenti!" e le poggiai il pezzo da dieci su quel tavolino improvvisato. "Mi spiace ma prendo sul serio il mio "compito"! Io lascio che la gente scruti tra le trame del destino attraverso me, non elemosino!" Certo le trame del destino... tutti a me capitano; ma giuro che questa volta la brucio questa maledetta maglia. "Faccia pure signora ma si sbrighi per favore!" La vecchia tirò fuori da una piega della gonna un mazzo di carte consumate e sbiadite. Mi fece dividere il mazzo due volte e le mescolò ripetendo una stana filastrocca di cui non riuscii a distinguere le parole. Iniziò a voltare le carte disponendole davanti a se in regolari file da cinque. Ad ogni carta sospirava scuotendo la testa. "Per favore non ho tutto il santo giorno!"

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2 recensioni:

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  • Raggio Di Luna il 16/10/2012 23:29
    Geniale! mi ha strappato un gran sorriso! bella la trama e l'esercizio di stile, bravo!
  • rescaldani franco il 16/10/2012 22:51
    ho apprezzato il tuo stile... bravo Angelo

2 commenti:

  • Angelo Senatore il 17/10/2012 12:18
    L'hai addirittura riletto!? Bhe, non ho parole, grazie tante Franco per il tempo che hai dedicato al mio piccolo racconto e per il tuo apprezzamento!
    Ed a te Luna... un grazie certo non basterebbe ma per il momento è tutto quello che posso permettermi, perciò: Grazie, grazie, grazie!
  • rescaldani franco il 17/10/2012 02:04
    sono tornato a rileggerlo, ma anch 'io pensavo al RE di Spade, così la seconda volta è ancora meglio, complimenti!

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