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Tempus fugit
Un vecchio capannone diroccato. Un uomo ansimante legato ad una sedia.
- Non la farai franca Diaz!
Incalza il poveretto, nella situazione in cui si trova è difficile dire cose intelligenti. Lo capisco.
- Ahahah... povero illuso, ormai ho vinto!
Ah, ecco Diaz. Il classico latinoamericano grassoccio e pieno di anelli.
Tutto questo sembra un cliché televisivo, vero? E, infatti, è così.
La tv trasmette a ripetizione i film di Brian Davis. Attorone di Hollywood specializzato in film d'azione.
La nostra storia parla di lui?
Affatto, costava troppo.
Il nostro protagonista è il tipo sul divano in fintapelle che si agita mentre si nutre di stuzzichini.
È Fulvio Costernati, un ragazzotto sulla trentina con più peli che epidermide, la versione agghindata del cugino It.
Fulvio ha un sogno nella vita: riuscire a salvare il mondo come il suo eroe. Il suo unico problema è la tempistica. Da sempre succube del momento sbagliato, il nostro uomo non è mai riuscito a controllare il tempo in suo favore.
Questo è il motivo per cui non possiede un lavoro. Ha tentato ed ha fallito.
Ma la vita offre sempre una chance, ed anche stavolta non si è smentita.
Bussano alla porta.
Un pacco attende sull'uscio. Costernati strabuzza gli occhi e corre ad impossessarsene. Lo studia, rivoltandolo come un calzino. Infine lo apre.
Il pacco contiene una lettera scritta a mano, sbiadita, a tratti illeggibile.
Lopez p rt rà con una scorta di 4. Bisogna f rmarlo alla consegna. Urgente
Fulvio osserva la lettera interdetto. In silenzio.
- Ma certo - esclama - ho capito tutto! Lopez pArtIrà con una scorta di C4. Bisogna fErmarlo alla consegna. Urgente.
Era l'occasione che aspettava. Il sangue si fa strada nelle sue vene con la forza di uno tsunami. Era la sua occasione. Stavolta la tempistica non l'avrebbe fregato.
Rivolta il pacco, in cerca di indizi. Ecco venir fuori un biglietto da visita.
È la pubblicità di una copisteria in centro. Non c'era tempo da perdere. Stavolta ce l'avrebbe fatta a vincere, era sicuro.
Si tuffa in un paio di pantaloni sgualciti. Qualche problema con la chiusura lo rallenta. Decide di lasciarla perdere. La canottiera è sporca. È giusto cambiarla? No, non c'è tempo. Si infila l'impermeabile e prende un coltellaccio da cucina per difendersi.
Ha poco tempo, deve arrivare prima di Lopez. Salta sul primo tram diretto verso il centro e incrocia lo sguardo di una fanciulla.
Bella, bionda, formosa. Esattamente il suo tipo. Già si immagina la scena: La vede tra la folla acclamante, la tira a sé e la bacia. Un ghigno morboso gli si stampa in faccia.
- Ahhhh.
La fanciulla grida osservandolo. Erano scivolati i pantaloni, dannata chiusura.
- Un maniaco, un maniaco!
Non c'è tempo per spiegare le sue ragioni, scende dal tram tra lo sdegno e le urla della gente. Due poliziotti si avvicinano a lui. Non c'è tempo. Li schiva abilmente e inizia a correre verso la copisteria.
- Non questa volta - continua a ripetersi - non questa volta.
Un camion aveva appena parcheggiato facendo scendere un uomo con un pacco. Il negozio era chiuso.
- Lopez - urla con tutta la voce che ha in corpo - Fermati maledetto!
L'uomo lo guarda stranito e continua a camminare.
- Fermati dannazione, non farlo!
È questione di attimi. Afferra il coltellaccio e, lanciandosi verso l'uomo, lo trafigge ripetutamente alla gamba destra.
Lopez pArtIrà con una scorta di A4. Bisogna fIrmarlo alla consegna. Urgente
Gli avevano dato l'infermità mentale, tutta colpa di un corriere distratto.
Il pacco era destinato a Sandro, suo dirimpettaio, lavoratore dipendente presso la copisteria. Quel giorno avrebbe dovuto ritirare il pacco lui, perché non c'era nessun altro. Lopez, o meglio il signor Antonio Lopez, era un fornitore del negozio. Ora è un aspirante sosia del dottor House.
Il potere della soggezione è spaventoso, ma non era quello a dargli fastidio.
Era la comprensione di essere stato sconfitto ancora una volta da quella fottutissima tempistica.
Con l'anima in pena e il fegato in bile, accende la tv.
- Hai perso Diaz. Il tuo tempo è finito!
Un telecomando trafigge lo schermo. Dannato Brian Davis!
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0 recensioni:
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- Anche in caso, proprio come col tuo racconto che ho commentato prima, il tema è presentato in maniera non banale, è questo già di per se è un pregio. Questo è forse meno brillante del precedente ma in compenso è più spiritoso e con una conclusione su cui non trovo nulla da eccepire. Infermità mentale. Eh sì, giusta diagnosi. Piaciuto.
- Ti ringrazio
- molto apprezzato complimenti
- Grazie mille!
- Bravo, racconto simpatico e ben congegnato. Complimenti e saluti.

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