racconti » Racconti horror » Non c'è due senza tre [parte 2]
Non c'è due senza tre [parte 2]
Sandy cerca di riprendere il possesso delle sue forze. Le braccia che la stanno viscidamente avvinghiando sono forti, ma anche corte. Se solo fosse riuscita a dimenarsi un po' di più, anche a costo di far godere quell'ometto insulso, si sarebbe facilmente liberata.
Prende ad ancheggiare.
Il fiato dell'uomo si fa corto.
Il corpo di Sandy ondeggia sempre più vigorosamente.
Gli occhi dell'uomo diventano particolarmente vacui e stupidi.
Sandy s'inarca premendo sul rigonfiamento nei pantaloni dell'uomo e si dà una spinta all'indietro.
Sandy prova allo stesso tempo disprezzo per quell'individuo e compiacimento per quanto fosse facile avere la meglio su un povero bavoso.
Robert è felice.
Felice che la vecchia baldracca di fronte a lui se la sia fatta addosso. Con lui non si scherza, e ora lo sa anche lei. Un coltello serramanico con lama lunga 15 centimetri fa sempre la sua porca figura, c'è poco da fare.
<<La prego, cosa vuole da me?>>
La vecchia quasi s'inginocchia con le mani giunte a preghiera.
"Che cazzo crede di concludere pregando?" pensa Robert mentre avanza a passi lenti e pesanti. Gli piace sentire lo scricchiolio della ghiaia incastonata nelle suole di cuoio.
E non può fare a meno di ridere quando sente le parole della vecchia baldracca.
<<Senti senti la signora!>> esclama con la voce spezzata dall'ilarità, <<pensavo di essere io quello stronzo!>>
Sandy proprio non può sopportare quel ridicolo ometto conciato come un manichino anni '30 che gli sta di fronte fiero e ghignante, le cui schifose manine l'avevano toccata dove ben pochi uomini avevano potuto prima.
Possibile che nessun cliente si fosse presentato al Jolly's in quei minuti?
"Cristo! È venerdì sera! Dove siete tutti?" pensa ormai furiosa.
Sandy grida, chiede aiuto sperando che qualcuno la senta. La sedia metallica del giardino del Jolly's, seppur in lega leggera, sulla tempia fa un gran male. Le lacrime le inondano le guance contro la sua volontà. Non vuole darla vinta al suo aggressore, che ormai le si è rifatto sotto.
<<Prenda Sandy! Lei è più giovane e bella di me!>>
Isabelle Ross non trova niente di meglio a sua difesa. La vista di quel coltello tenuto stretto da quel bestione ha l'effetto di un calcio alla bocca dello stomaco, non riesce nemmeno a comprendere la risposta dell'uomo che se la spassa come un bambino al parco giochi fra luci e bancarelle di zucchero filato. Non si accorge nemmeno di aver perso il controllo della sua vescica, e che il mostro si sta avventando rapido su di lei.
<<A-I-U-T-O..>> prova a gridare, ma la sua bocca emette solamente sibili indistinguibili fra di loro. La mano del bruto è incredibilmente forte.
La signora Ross non si accorge nemmeno che sono già diversi secondi che non riesce a respirare.
Joe è arrabbiato, incazzato nero per essere precisi. Nessuna donna poteva resistergli, nessuna donna poteva dirgli di no. E quella puttanella lo aveva fatto. Chissà quanti uomini avevano fatto un giro su quella carrozzeria, e lui non poteva essere da meno.
Si dispiace per averla colpita con quella sedia, con quel rivolo di sangue che cola dalla tempia la ragazza non è più così attraente, ma pensa che si sarebbe dovuto accontentare.
Si avvicina a lei, ha smesso di gridare e non accenna la fuga.
"È terrorizzata" pensa Joe, e sente nuovamente l'eccitazione vibrare dentro di lui.
<<Come ti chiami ragazza?>> le chiede.
Lei vacilla, sgrana gli occhi azzurri e bellissimi come se le fosse stata chiesta la soluzione di chissà quale mistero.
<<Sandy>> risponde, <<mi chiamo Sandy>>.
<<Piacere Sandy, io sono Joe. Sei davvero splendida Sandy.>> dice Joe con voce suadente.
<<Che cosa vuoi da me Joe?>> gli chiede la ragazza con quel nome tanto insulso. È quasi ridicola in quel suo tentativo di apparire forte e persino spavalda.
<<Che domande, mi voglio divertire!>> esclama Joe allargando le mani come per abbracciare l'aria che lo circonda.
Robert è indeciso. Uccidere subito la vecchia baldracca o giocare ancora un po'?
Decide di giocare ancora. Anche perché lo strangolamento non gli è mai piaciuto, non è uno di quelli che dicono di sentire la vita delle sue vittime che gli si sfila dalle mani e bla bla cazzate affini. Molto meglio il calore del sangue che cola dal ventre della preda sulla mano con cui lui affonda il coltello. Non si può ricordare il momento della propria nascita, ma per Robert la sensazione doveva essere più o meno la stessa.
Lascia la presa e con la mano ora libera si accarezza la testa pelata in contemplazione della vecchia baldracca paonazza come un peperone. La sente che tossisce, si appoggia persino a lui per non cadere.
Le molla un ceffone e ci pensa lui a farla cadere.
Sandy pensa che guadagnare tempo sia la cosa più utile da fare, qualcuno sarebbe entrato nel locale per un aperitivo e sarebbe corso a chiamare la polizia una volta accortosi di ciò che stava accadendo. O forse qualcuno l'aveva sentita, e di conseguenza la benedetta polizia sarebbe arrivata a momenti.
Quel Joe la sta guardando immobile, dopo quel breve botta e risposta è piombato nel silenzio. Intorno tutto è silenzio, nemmeno il canto di un passerotto a confortarla.
"È tutto così irreale.."
123
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0