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Amore ed emozione.
Faticosa questa vita immersa tra la frenesia dello studio, del baccano della città, le preoccupazioni, l’ansia per l’arrivo del giorno degli esami che sembrano non finire mai.
Potrebbe darsi che la mente voli lungo le pesanti pagine di analisi matematica, mentre ti sembra ti tenere stretto il mondo tra le mani per aver risolto un’integrale doppio, o un equazione differenziale.
Ma ormai siamo quasi al tramonto, il cielo cambia colore, sembri si riflettano nell’aria le luci dei lampioni, che con molta insistenza iniziano a specchiarsi sulla potente berlina sotto casa mia.
Tengo una tua foto nella mia stanza, ammiro i tuoi occhi così profondi, sembrano che vogliano dirmi di volare da te, i tuoi capelli disinvolti sulle spalle, come se fossero stati appoggiati li dal vento, seduta li sulle scale, come se aspettassi me. Un po’ chinata su un fianco, con quello sguardo da bambola con gli occhi a cuoricino, mi convinci e parto a razzo.
La potente berlina che mi aspetta, i cerchi brillare sotto i fari al passare delle altre vetture, apro lo sportello, mi siedo su quel sedile in pelle ghiacciato, abbasso il bracciolo, metto in moto il motore, e con violenza rispondono quei cavalli sotto a quel cofano.
Mi avvio lentamente, mentre seleziono quella musica degli anni ottanta che mi fa sognare, e mi aggiusto qualche ciuffo di capelli che insistentemente va fuori posto.
Il tempo di scaldare un po’ il motore, e non appena il tachimetro del termostato supera i cinquanta gradi inizio a darci dentro.
Con dolce violenza la potente berlina mi attacca al sedile al sfiorare dell’acceleratore, mentre osservo che qualcuno tende a volermi stare dietro con quella macchinetta sportiva.
Alettone, palpebrine sui fari, finale di scarico cromato minigonne quasi a toccar atterra, e neon da per tutto per l’appariscenza. Mi sorpassa con superbia, osserva la mia potente berlina, e si atteggia con un rientro marcato.
Cerco di non dargli retta e giro al prossimo incrocio.
Ma eccomi qui sotto casa tua, mentre scendi, splendida, le calze che ti luccicano sotto i fari, ti avvivi a passo regolare verso di me. Sali in macchina ti siedi, il tempo di smaltire il brivido dell’aria fresca della sera, e ti abbracci subito a me. Un bacio caldo e ed intenso in pieno contrasto con le tue labbra fredde, quella magliettina di lana un po’ scollata, il giusto per poterti sfiorar il collo con le mie labbra. Mi guardi e mi sorridi, mentre aumenti il volume della radio, giochi con la mia mano sulla leva del cambio, e poi mi ridai un bacio.
Entrati in città, cammino lentamente per ridere e scherzare un po’ con te mentre osserviamo le vetrine dei negozi. Fa un po’ freddo, ma scendiamo, e ci sediamo li nella piazzetta dove giocavamo quand’eravamo ragazzini.
Ti siedi sulle mie gambe, mentre mi abbracci forte. Un lecca lecca a forma di cuore come i tuoi occhi in quella foto, a farci sentire ancora più dolci, un’ottima scusa per stare sempre a pieno contatto con le tue labbra.
Dopo un po’ sempre abbracciati, ci avviamo verso la potente berlina, mi accorgo mentre esco dal parcheggio di aver nuovamente dietro quella macchinetta sportiva di prima. Ormai a motore caldo, ma soprattutto con te a fianco non posso rinunciare a quella provocazione, ma il semaforo si fa rosso. Si ferma li di lato a me, accelera come volesse spogliarti poco per volta, ma con molta indifferenza lo ignoro, ma il verde dovrà scattare.
Il verde dei pedoni che comincia a lampeggiare, porto improvvisamente il motore di quella potente berlina sui quattromila giri, per mollare la frizione al verde e schiacciare a fondo.
Mentre osservo i tuoi occhi un po’ spaventati, scatta il verde e vado a tutto gas, accelero mentre avvio subito la seconda e poi la terza, ma siamo fianco a fianco, il turbo compressore che va sul rosso, ma ci ritroviamo davanti un autobus proprio in mezzo alla strada, ma non mi do per vinto, con un’elegante abbagliata segnalo il mio sopraggiungere, mi inserisco a tutto gas tra destra di quell' autobus, e il ciglio del marciapiede, osservo la polvere salire su come se fosse stata svegliata, ferma li da molti anni dove mai nessuno ci sarebbe mai passato.
Sorpassai l'autobus, la strada che si restringe, il passaggio a livello che sta per chiudere, la paura di non farcela, ma spingo a tutto gas quella potente berlina che sbalza di poco sulle cunette tra i binari, vedo la polvere che si alza per la violenta accelerata.
Ma ora è tutta voglia di stare abbracciati li, fermi su quel promontorio a guardare le stelle, e la luna e a scambiarci coccole e carezze fino a nottefonda.
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- Non mi è piaciuto affatto, in alcuni punti andrebbe rivista la sintassi, la forma non è scorrevole e l'atmosfera mi pare artefatta.
- ottima la forma, il linguaggio. complimenti. Mario Secondo