Una pasta... quale? Bella domanda le avrei prese tutte... ma dentro le tasche suonavano poche monete, allora davo la precedenza a quella con la crema, quella lì , la indicavo col dito, la più gonfia era sempre in fondo... le pinze della commessa la addentavano come una preda, si lasciava vanitosa accarezzare come una signora burrosa e orgogliosa di essere stata scelta per prima. Anche le paste sono delle miss, quella con la frutta in testa strizza l'occhio dietro la vetrina, ma non mi piace e poi quella con la polvere di caffè sembra amara ma non lo è, poi c'è quella diplomatica un po' incompresa, ma lei ci prova non si è ancora arresa e ti accorgi che non è male, non è la forma che conta ma la sostanza che canta, il cigno ha il collo lungo e nella panna fa il bagno, quella con lo zabajone dentro e una manciata di polvere di cacao e granelli di zucchero fuori e poi lei la mia preferita miss meringa, ma non tutte, alcune sono cingommose e si attaccano ai denti altre troppo zuccherose. Allora andavo lì dove conoscevo, panna a ciuffi come una pettinatura cotonata sai di quelle che le mamme degli anni settanta si facevano fare, anche la mia. Si alzava il ciuffo in alto e con il pettine si dava contropelo e lui si gonfiava come le penne di un pavone Guardavo mia mamma spettinata, ma era bella lo stesso, l'avrei scelta fra mille. La domenica quando è libera ci porta sempre indietro un salto nella dolcezza o nel letto caldo da lasciare sfatto fino a sera... il tempo di tuffarsi dentro una meringa e domenica è già finita... sapore dolce di una domenica appena incominciata, e se pioveva si guardava la pioggia dal letto in compagnia di un libro, se il sole ci veniva a chiamare si correva incontro alla libertà senza pensare, appena posso ci torno in quel bar è stato chiuso, giro l'angolo un trendy locale pieno di luci e di voci e paste che non hanno più tempo per parlare...