Vorrei sentire ancora che mi manchi.
Lancio un sasso nella pozzanghera che ho davanti e i pensieri rimbalzano uno dopo l'altro nella mia mente serena.
Non ho più giorni da dimenticare. Ne' vuoti da ingoiare.
L'aria fresca mi batte sulle guance e il profumo dell'erba dopo la pioggia mi concede ancora un piacere nostalgico.
Non bado ai capelli spettinati e neanche al viso senza trucco.
Con la punta delle scarpe tocco la terra umida. Poi la tocco con le dita.
Non c'è nessuno intorno e il silenzio mi invade.
Il tempo rallenta. E io con lui. I minuti scorrono piano mentre me ne sto seduta su questa panchina fredda. Perdo lo sguardo. Mi stropiccio gli occhi. Li socchiudo.
Il sole inizia ad andar giù e io non voglio più alzarmi. Striature rossastre in questo cielo autunnale. La luce discreta di un lampione mi fa compagnia. In questa strada di campagna piena di polvere. E fili d'erba. È come se da qui non dovessi più allontanarmi. Respiro l'aria cambiata all'improvviso. Si è alzato il vento. Niente più discorsi confusi. O scuse che non reggono. Il cuore batte tranquillo e le gambe non tremano. Non sento più freddo e ho fame di nuovo. Mi tocco la faccia pulita e abbottono questa vecchia giacca che non mettevo da tanto. Più in là vedo la luce accesa della veranda di casa mia. Da qualche parte c'è un cane che abbaia.
Non sento più le mani. E neanche l'odio che avevo dentro. Non mi ricordo più della tua faccia. O forse saresti tu a non riconoscere me.
Inspiro. Profondamente. Sono immersa in questo lunghissimo attimo. Dolce. Rassicurante. Mio.
Ho ancora tanto tempo davanti. Tempo lentissimo. È tempo di non pensarci più.