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Tutto quello che serve (Parte 1)

La prima volta che entrai a contatto con lei avevo quindici anni. L'avevo già incontrata diverse volte, ma la consideravo per me irraggiungibile; almeno fino a quella mattina al bar. Quel giorno riuscii ad avvicinarmela, come fanno gli altri. Infatti lei è sempre usata da tutti. Poche volte la vedo spenta, è quasi sempre vivace. Beh, da quando la toccai con le mie labbra non mi si è più staccata di dosso. Ed ora di anni ne ho trenta.
-Ciao, mi dai le Diana rosse?- dico al barista.
-Ok, ma ti ripeto che il fumo fa male.- mi fa Luca, porgendomi il pacchetto di sigarette.
-Anche le parole di una donna fanno male.
-Non fisicamente.
-Non so se è peggio, credimi- affermo -Quando mi ha lasciato Roberta sono stato male tre lunghi giorni.
-Ma dopo quei tre giorni sei tornato brillante, come al solito.
Ecco che nel frattempo viene il mio amico Daniele, munito di giacca e cravatta.
-Ciao ragazzi, come va?
-Come sempre- dico -Tu, invece, continui a vender macchine?
Di tutta risposta, Daniele mette in mostra la sua cravatta rossa, per farci capire che non è ancora disoccupato. Luca sta lavando le tazze, dandoci qualche occhiata di sfuggita. Siamo solo noi tre, una coppia che fa colazione e un anziano signore che legge il Corriere Dello Sport. In fondo, questo è un piccolo bar per passare il tempo, niente di più.
Daniele fa vedere una banconota da cinque euro a Luca, che lo raggiunge subito al bancone.
-Dimmi, che ti serve?- chiede il barista.
-Sai cosa voglio.
-No, anche tu come Riccardo?- protesta Luca.
-Senti che falso!- esclama Daniele, rivolgendosi a me -Ieri l'ho beccato a fumare con Marta.
-Diana rosse per te...- canticchia Luca.
-La canzone è "Rose rosse per te". Dammi il pacchetto da venti, il resto è mancia.- dice Daniele.
-Il resto è fumo. Tienitelo.
-Chi è Marta?- la mia domanda arriva improvvisa.
-La figlia di Aldo, il professore- mi risponde Luca.
-Al momento non ce l'ho presente.
-Chi, Aldo?- mi chiede Daniele.
-No, lui sì, è Marta che non penso di aver mai visto.
-Immaginatela: alta, capelli neri ed estroversa. Pensa che è stata lei ad offrirmi la sigaretta.
-Ma quanto estroversa?- chiedo.
-Una pura zoccola- afferma a voce alta Daniele, tanto che si gira ad osservare gli sguardi allibiti della gente seduta al tavolo.
Alzo la manica per guardare l'orologio: le dieci. Tra mezz'ora ho il mio turno di lavoro, devo sbrigarmi.
-Ragazzi io vado, "Mondo pizza" mi aspetta- dico.
-Oggi lavori?- mi chiede Daniele.

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