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Quella sera a teatro
Per fare uno spettacolo pare sia necessario, al minimo un attore ed uno spettatore.
Nella enorme variegata offerta di spettacoli ho assistito ad una rappresentazione del tutto insolita.
Gli spettatori, dopo un percorso a piedi, si sistemano in una tribuna fatta di panche sovrapposte, alcune hanno qualche cuscino per un maggiore conforto, le altre sono abbastanza spartane. Sono spettatori insoliti perché hanno tutto un corredo di potenti macchine fotografiche dotate di incredibili obiettivi dotati di zoom. Alcuni si sono dotati di generi di conforto per ingannare l'attesa, bottiglie di birra o biscotti. Altri si stanno cospargendo di lozioni contro gli insetti. Il silenzio è totale in attesa dell'inizio dello spettacolo. Fa un freddo pungente. Il palcoscenico è una pozza d'acqua come sono frequenti in questo territorio della Namibia: sì sono nel parco dell'Etosha e siamo in attesa dello spettacolo notturno della natura. Non è programmato nel suo inizio e nel suo svolgimento. Possiamo sperare, come i nostri occasionali compagni di quella serata, che qualche animale assetato si avvicini ed esegua la sua rappresentazione proprio di fronte a noi, illuminati dalle luci che puntano alla pozza d'acqua.
Non sappiamo se questa sera saremo fortunati né quanto ci sia da attendere, solitamente qualche animale si dovrebbe presentare perché è un periodo di grande siccità e le pozze sono sempre frequentate, allora aspettiamo. I fotografi sono già pronti con la loro attrezzatura. Ci guardiamo attorno cercando un rumore o un movimento dietro ai cespugli di acacia che circondano la pozza d'acqua che è abbastanza grande e con alcuni massi sparsi attorno.
Ecco un movimento fra gli spettatori più attenti ed abituati : vedo che indicano qualcosa non ancora perfettamente visibile ed in lontananza. E'una bellissima ed enorme giraffa che lentamente si avvicina con la sua andatura altalenante sulle lunghe zampe e dondola il lungo collo in modo ritmico. Si ferma e guarda intorno senza avvicinarsi troppo, riprende l'avvicinamento ma senza fretta e sempre molto attenta al minimo rumore. Oramai la pozza è vicinissima per lei ed iniziano a sentirsi i ticchettiii delle macchine fotografiche che fermano le scene. Un 'altra giraffa da lontano si avvicina anch'essa pronta per bere, non c'è nessun rumore e la calma è totale perché non hanno fretta anche se il bisogno di bere credo sia urgente. Questi enormi animali sanno di essere vulnerabili mentre bevono e quindi non hanno fretta e prima devono essere certi che il terreno sia assolutamente sicuro.
Finalmente inizia il vero spettacolo, la giraffa ha un collo lungo ma le sue zampe non le consentono di avvicinare il muso all'acqua, perché sono troppo lunghe. Bizzarra la natura le ha fatto le zampe troppo lunghe per consentirle di avvicinare il muso all'acqua. Le alci invece hanno un collo troppo corto che non consente loro di brucare la vegetazione e possono mangiare solo da alberi e cespugli. Ecco che la prima giraffa ripete di fronte a noi il suo rituale. Esamina l'acqua nel punto che ha scelto, dà un ultimo sguardo attorno e poi allarga le zampe anteriori fino a formare un ampio triangolo con il terreno e finalmente piega la testa e beve. È del tutto indifesa perché rialzando la testa avrà un lieve capogiro e poi con le zampe divaricate non è pronta alla fuga. Aveva ragione a temere ma è bellissima mentre beve e la posizione che poteva apparire ridicola si dimostra straordinariamente elegante nella sua rappresentazione. È immobile e possiamo sentire persino il suo slappare l'acqua.
Lentamente, dopo che anche la sua compagna si è rifocillata, così come è arrivata si allontana sovrastando con la sua altezza tutta la vegetazione circostante. I fotografi sono felici delle immagini che hanno scattato e non sanno se andare a dormire o aspettare una fortunata nuova rappresentazione. Mi parrebbe di essere troppo beneficiata dalla sorte ma decido di aspettare, sempre in silenzio e senza poter commentare l'emozione che ho provato.
Scruto anche io i dintorni. Sento un rumore e dal buio della savana vedo uscire in sequenza uno, due e incredibile sono tre rinoceronti. Sono grandi come dei camion ma si muovono silenziosi e lievi sul terreno. Enormi masse grigie perfette nei movimenti quasi danzassero per me. Sono vicini e affatto timorosi, una sicurezza che consente loro di girare nei dintorni cercando anche del cibo fra i massi. La coppia più giovane simula una specie di lotta, si contrappongono con il loro corno e si capisce che stanno giocando e imparando le mosse che utilizzeranno poi nelle future lotte per la conquista del territorio.
Non si accorgono della nostra tribuna nascosta da cespugli e possiamo vederli ed ammirarli con tutta l'attenzione del caso. Voglio rimanere qui all'infinito a gustare tutte le loro mosse, siamo così vicini che posso sentire il rumore dei loro passi mentre girano intorno alla pozza.
Poi vanno via anche loro pronti a lasciare la scena ad altri attori, ma guardo l'ora e mi accorgo che il tempo è volato e devo rientrare perché il cammino di ritorno non è breve e l'indomani ci dobbiamo alzare all'alba.
Tutte le sere si rappresenta un nuovo spettacolo improvvisato in questo meraviglioso teatro della natura dove mancano solamente la programmazione e gli applausi per renderlo del tutto simile ad una favolosa commedia che, nel nostro mondo civilizzato, viene recitata da attori professionisti.
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- Un racconto interessante. ***** Franco
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