Il sole era già alto nel cielo quando Spartaco si voltò verso i suoi uomini, i suoi raggi caldi accarezzavano il viso dei guerrieri quasi come fa una madre col proprio amato figlio. Il sussurro dei guerrieri che si parlavano con tono titubante fra di loro si alzava fino a creare un vero e proprio baccano...
Erano stati giorni gloriosi, erano passati da una vita in schiavitù ad una vita da uomini liberi, avevano conosciuto prima la polvere e l'umiliazione e poi la gioia della vittoria. Ma adesso erano giunti alla fine, all'ultima battaglia... gli esploratori mandati in avanscoperta avevano riferito che le truppe dei consoli mandati dal senato si stavano riunendo, e che entro poche ore le odiate coorti romane si sarebbero disposte di fronte a loro, pronte a dare battaglia, pronte a far scorrere il sangue, pronte allo sterminio. Osare ribellarsi a Roma, osare ribellarsi alla propria condizione di schiavi, osare sconfiggere le truppe romane non poteva avere una punizione minore.
Spartaco sfoderò dal fodero la sua spada e la volse verso il cielo... a quel punto tutti i suoi uomini smisero di parlare fra di loro, e volsero tutti lo sguardo verso di Lui.
"Amici miei... compagni di armi e di sventure!
siamo finalmente giunti alla battaglia finale contro coloro che ci vogliono o morti o schiavi, scegliete voi cosa è preferibile"
"È meglio vivere in schiavitù, sotto il dominio di un padrone oppure morire da uomini, lottare e andare incontro al nostro destino?" "Io so, che tutti noi preferiamo lottare, andare incontro al pericolo della morte, per uccidere o essere uccisi piuttosto che essere schiavi dei romani!" Quindi oggi l'alternativa alla morte non è la schiavitù... ma la vittoria!"
"Perciò vi chiedo di nuovo... vi chiedo ancora una volta... per la nostra libertà! Per la libertà dei nostri figli, dei nostri vecchi, delle nostre donne... combatterete con me oggi? Combatterete come abbiamo fatto ogni giorno negli ultimi 4 anni senza la paura della morte"?
A quel punto i suoi uomini alzarono le spade e le lance e urlarono talmente forte il nome di Spartaco come se volessero farlo sentire fino alla dimora degli Dei celesti!
Mentre dall'alta parte della pianura il cadenzare del passo dei legionari romani faceva tremare la terra, Spartaco salì sul suo cavallo e si gettò, insieme ai suoi uomini, verso quel muro di lance e di scudi, con tutta la forza, con tutto loro stessi... per un ideale così bello, per l'ideale più nobile che un uomo possa avere... la libertà!