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L'ultimo monologo del reietto
(Il protagonista entra, con un gruppo di nobili, in una stanza stretta e buia, illuminata fiocamente da una lampada ad olio e da qualche candela)
"Miei cari signori, sto per darvi una notizia che non vi piacerà. Almeno credo. Bene, se volete accomodarvi darò inizio al mio ultimo spettacolo. Forse vi starete chiedendo perché vi abbia convocati proprio qui, nella mia umile e fredda stanza. Avrei potuto scegliere meglio, lo so. Conosco i vostri gusti. Quello squallido armadio a muro, divorato senza pietà dalle termiti, bene quello è il segreto del mio successo. E cosi quella inutile lampada ad olio appoggiata sul comodino. Si, proprio quel comodino, signora, dove lei adesso poggia il suo grasso e ipocrita culo borghese. È inutile che mi guarda male, lo sa benissimo anche lei. Vive alle spalle dei popolani come me, come mio nonno, che ha impregnato quel fottuto comodino di sudore e lacrime solo per darmi qualcosa prima di morire. Lo so che ti schifa il sudore plebeo, lurida puttana! E so anche che provi orrore per le mie rughe! Invece lei, che bel visino grazioso che ha, signora! Che bel visino di merda! Provi a lavarselo. Provi a specchiarsi. Vuole sapere cosa vedrà? Se stessa, e tutto qui. Nient'altro che una vecchia racchia incapace di accettarsi così come è, e che si maschera da guerriero incipriato, per nascondere le sue debolezze senili. "
(Un nobile signore, adirato, si accinge ad uscire dalla stanza)
"Vattene, stronzo, và pure a ingozzarti di brioches nel tuo palazzo di cristallo! Se non ti piace come parlo, fottiti pure! E ricorda, che se tocchi uno, e solo uno dei mattoni del pavimento, tocchi il sangue di mio padre! Perché lui lì ci è morto! Lui l'ha costruita, la tua casa delle bambole! E almeno abbi il coraggio di guardarmi negli occhi mentre ti parlo, codardo!"
(La porta sbatte con violenza)
"Che modi! Ecco a voi il bon ton aristocratico, signori miei! Il vostro caro collega ha appena pisciato su di voi, lo sapete? Su di voi e sulle vostre effigi, sulla vostra dignità, e su quelle vomitevoli cortesie che riempiono le vostre maledette giornate da parassiti!"
(Una anziana nobildonna chiama le guardie appostate di fronte alla porta)
"Solo cosi sapete difendervi, mia cara? Chiamando quei miserabili dei vostri soldati? Dovete pagarli bene, se sono disposti a rischiare la vita per difendere quella vecchia carcassa.
(Rivolgendosi al soldato)Ehi amico, quanto ti da la vecchia? Avanti, rispondi, è solamente una curiosità. Non voglio spargimenti di sangue in casa mia, posso benissimo cacciare te e la tua padrona fuori da questa stanza. Non vuoi darmi una risposta? Bene, fai pure, ma mi vedo costretto a farvi uscire. Forza, non voglio insistere!"
(La signora, uscendo dalla stanza, mormora qualcosa tra sé e sé)
"Come dice signora? Non riesco a sentirla. Avanti, ripeta per noi! Qui ci sono tanti pupazzi che vogliono ascoltarla. Signora, la prego!"
(la signora esce dalla stanza)
"Maleducata la vostra collega, miei cari e paffuti signori! Non si può certo dire che sia, come dico io, di aperte visioni. Che peccato! Avrei voluto continuare ancora un po' con lei. Ora cosa ci faccio con degli inetti decorati come voi? Mi fate quasi pena. Siete ciechi. Coraggio, siate uomini! Mostratemi gli attributi, cristo! Fatemi vedere il polso del comando!"
(silenzio )
"Proprio niente? Beh, in questo caso, credo proprio che lo spettacolo sia finito. È stato un piacere infinito, credetemi. Ma devo farvi uscire."
(i pochi signori rimasti si alzano dalle sedie e lasciano la stanza)
(tra sé e sé) " Fantocci. Nient'altro che fantocci. Mi hanno obbedito subito, Per Dio! Subito! Se ne son andati per davvero!"
(avvicinandosi al tavolo, sorseggia un po' d'assenzio dal bicchiere appoggiato sopra)
"Cazzo quanto è buono! Mi risveglia chiudendomi gli occhi. Com'è possibile questo incanto? Sono ubriaco da far schifo. Eppure sto bene. Vedo tutto sotto un'altra luce. Non sono diverso da te, faggio incantato, e nemmeno da te, piccolo uccellino. Sono Dio, cazzo! Sono Dio! Sono Dio. Ma allora, perché non ho fatto ancora niente in questa vita? Dovrei essere immortale, onnipotente, e tutto il resto. Non ce la faccio più."
(Dalla strada si ode uno sparo, e tutta la gente si volta)
FINE
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