Rapito dalla curiosità presi a camminare lungo quel sentiero buio ed accidentato: soltanto qualche debole raggio di luce riusciva a trapelare fra la fitta macchia di lecci e corbezzoli. Avanzavo a passi lenti, immergendomi sempre più in una natura fiabesca e ancora vergine. Un piccolo mondo dove ogni cosa pareva disposta secondo l'ordine di un abile creatore: di là un grosso ragno tesseva pazientemente la sua tela fra gli arbusti, dall'alto di un tronco contorto una ghiandaia infrangeva il silenzio con dei rauchi richiami mentre una leggera brezza accarezzava le foglie sprigionando il profumo soave dell'autunno. Talvolta il bosco mi infonde un senso di libertà tale da farmi desiderare di trascorrere il resto della vita a contemplarlo in tutta la sua poetica bellezza...
Superata per un tratto la folta vegetazione mi ritrovai improvvisamente ai piedi di un enorme lastra granitica: la caratteristica roccia perfettamente squadrata si elevava a circa dieci metri dal suolo assumendo un aspetto davvero splendido! Rasentando la parete scorsi l'angusta imboccatura di una grotta. Penetrai all'interno senza esitare, il passaggio era stretto e dovetti subito avanzare carponi per raggiungere l'uscita ma, una volta fuori, un brivido di stupore e meraviglia mi travolse!
Stavo in piedi sul ciglio di una sorta di terrazza naturale decisamente alta: inspirai il più profondamente possibile lasciando che l'aria fresca e pura inondasse i miei polmoni. La selva si estendeva per chilometri sotto di me: realizzai con soddisfazione di trovarmi quasi sulla sommità dello strano monolite. Ovviamente non potei fare a meno di sostare là sopra per un po', chiudere gli occhi e lasciare che le armoniose melodie della natura mi trasportassero in un sogno fantastico. Purtroppo al mio ''risveglio'' le case del paese in lontananza mi ricordarono che la strada del rientro era lunga e faticosa perciò decisi di tornare indietro. Riattraversando il bosco mi fu chiaro di aver percorso molta più strada di quanto pensassi, affrettai l'andatura con un filo di inquietudine data l'ora tarda.
Mi avvicinavo alla radura in cui avevo lasciato la bici, incurante di ciò che mi circondava, sino a quando degli spostamenti tra le frasche attirarono la mia attenzione. Non credetti ai miei occhi: uno splendido esemplare di gatto selvatico avanzava furtivamente a pochi metri da me! Rimasi immobile per evitare di spaventarlo: mi fissava con occhi gialli e penetranti, il folto mantello di un grigio giallastro presentava un'ornamentazione nera, striature ed anelli gli ricoprivano zampe e coda.
La figura di questo animale mi aveva sempre affascinato, ma sapevo che riuscire a vederlo in natura era praticamente impossibile dato il suo carattere particolarmente schivo.
Rimasi immobile a scrutare quell'elegante figura per un minuto buono, poi, non appena tentai stoltamente di avvicinarmi, si dileguò con formidabile rapidità scomparendo nel buio della boscaglia.
Quel giorno me ne andai colmo di brio e ammirazione, anche se quell'incontro così inaspettato mi lasciò un po' perplesso: per un attimo ebbi come la sensazione che l'animale fosse attratto da me, anziché sfuggirmi con prontezza...
Mesi dopo altri due incontri in luoghi diversi mi spinsero a credere che quella creatura potesse essere una sorta di guida, un fedele compagno che vegliava sulle mie avventurose e solitarie escursioni.