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Una storia ormai comune
Era il 1990. Il mondo si evolveva giorno dopo giorno. Le cose cambiavano. La gente cambiava testa.
Non ricordo molto di quel periodo... più che altro non ci facevo caso.
Avevo 15 anni, quasi 16.
A quel tempo la vita la si godeva al massimo. Non davamo retta molto ai telefonini o altra merda. Non avevamo i computer, ci incontravamo per strada, nella solita piazza, al solito bar. Non vi parlo delle ragazze... ooooh quelle ragazzine erano fantastiche. Ti strusciavano addosso con i loro culi magnifici e ci facevano divertire tutti. Erano bei tempo e io non ci facevo caso. La gente era semplice, nessuno pretendeva troppo. Certo, c'erano le persone dette "snob" ma facevano parte del loro gruppo. Noi li odiavamo, tutti. Ma oggi mi rendo conto che forse... forse anche loro erano brava gente, dopotutto.
Le ragazzine a quel tempo avevano dei sorrisi magnifici... i loro denti brillavano. I primi amori, poi, non ve ne parlo nemmeno. Erano così immaturi, così stupidi ma così tanto belli. Erano amori. Poi quando un amore finiva, noi tutti, loro, tutti non lasciavano sole coloro che soffrivano. Certo... non ci interessava una beata mimchia, però comunque consolavamo chi stava male. "Amico, era una puttana! Vedrai che ne troverai subito un'altra. Non avevi bisogno di lei, suvvia! Ci siamo noi qui, non ti abbandoniamo mica!" Già... era tutto così fottutamente stupido. Rimanere male per quegli amori innocenti, senza senso. Sotto sotto, ci volevamo tutti bene... era vero affetto.
Non pensavamo al futuro.
Non parliamo delle prime scopate che si facevano a quell'età. "Ragazzi, è stato magnifico è stato bellissimo! Dovreste provarlo anche voi al più presto. Lo sapete bene che ci sono molte ragazzine in calore!" C'era sempre quello che descriveva per filo e per segno quello che aveva fatto. Tutti lo ascoltavano senza fregarsene di un cazzo di quello che diceva. Seriamente, a chi interessa sapere della scopata di qualcun altro? Ci facevamo i cazzi nostri, non eravamo invidiosi, tanto prima o poi sarebbe arrivata anche la nostra prima volta. Prima o poi, non ci sarebbe interessato comunque.
Non campavamo di sesso, eravamo semplici comunque. Certo, cerano le puttanelle e tutto. Ma... quello che accade oggi...
Non avevamo grandi sogni nel futuro. Nessuno di noi voleva diventare uno scienziato, ingegnere, medico o altra roba tanto professionale. Avevamo tutti pensieri umili, volevamo una vita normale. Non sapevamo costa stavamo facendo, cosa questi sogni ci avrebbero fatto diventare...
Alla fin fine era così. Così, semplice. Non è difficile immaginare la nostra storia. Eravamo ragazzi qualunque, non dipendevamo da nulla.
Col tempo quelle piazze si svuotarono, le nostre anime si svuotarono...
Trovammo tutti una donna, un lavoro umile e ci creammo una famiglia. Era il nuovo millennio. Avevo 26 anni.
Ero sposato con una di 28 anni da quattro anni. Le cose andavano piuttosto bene. Avevamo anche due bambini, uno di 3 e un altro di un anno. Lavoravo in una fabbrica di alluminio- sì, a quel tempo esistevano le fabbriche di alluminio in Italia - facevamo i turni. Stavo nel capannone 12 ore al giorno, a volte facevamo anche gli straordinari. A quel tempo, nelle fabbriche, ci si facevano i soldi... anche se era molto stressante lavorarci. Dovevamo stare lì ad aspettare che i pezzi erano pronti per poi consegnarli. Era stressante ripetere le stesse cose tutti i giorni. Però almeno avevamo bei soldi. Oggi invece le fabbriche chiudono, emigrano all'estero... gli anni passarono. Mi stavo annoiando di tutto, anche della mia famiglia. C'era una depressione in quel periodo, un periodo molto lungo. Era il 2012. Un anno disastroso, peggio di qualunque altro.
La mia fabbrica stava per chiudere, una delle ultime fabbriche d'alluminio rimaste in Italia... e stava per chiudere. Gli operai protestavano, io ero stanco, abbandonai tutto e mi cercai un altro lavoro. Avevo 38 anni.
Non trovavo più nessun lavoro. Quell'anno era disastroso, nulla di nulla.
Mia moglie si stava stancando, avevo quasi paura che avesse trovato un altro uomo. Avevo quasi la certezza che l'avesse trovato. E infatti pochi mesi dopo mi chiese il divorzio. Ah, cazzo avrei dovuto pagargli gli alimenti. Non mi interessavo di averla persa, ormai non la amavo da tempo. Forse un po' di amarezza, come quel vuoto che si sente dallo stomaco alla gola. Un po' di incertezza in quello che non avevo fatto per lei, malinconia, stupore, il motivo per il quale era arrivata fino a questo punto. Il motivo per il quale dovevamo soffrire così tanto... amavo i miei figli, amavo lei come una sorella, ma proprio perché la amavo di bene dovevo lasciarla andare per far crescere i nostri figli per poi farli andare via da questa nazione che stava crollando a pezzi... Erano partiti dal sud, smembrando pezzo dopo pezzo della gente. Sì, adesso capisco. Capisco cosa abbiamo sbagliato, capisco cosa fanno ai giovani d'oggi. Li riempiono di sogni, li riempiono di speranze con le loro scuole. Li riempiono di colori intorno, di amore, di affetto. Il sesso è diventata la loro ragione di vita. La cosa più importante della loro vita. Come costruiranno un futuro? Perché noi abbiamo sbagliato tutto? Siamo stati noi a condannare le vite dei nostri figli? Cosa possiamo mai fare? È in questa fine dell'anno 2012 che sprofondo in un mare oscuro. Provo a guardare indietro, ci trovo opportunità perse. Grandi uomini che hanno fatto sì che il mondo cadesse in mano di ipocriti. Provo a vedere cosa c'è nel presente. Vedo speranze nei più stupidi, vedo disperazione in quelli più intelligenti, vedo menefreghismo in quelli dei più ricchi. Provo a guardare avanti... vedo qualcosa... non so cos'è, non riesco a capirlo... cos'è? Cos'è? Non lo capisco! Non riesco a vedere bene...
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