Alla festa ci vengo volentieri.
Incredibile quanta gente c'è. Incredibile quanta gente sia tua amica. Soprattutto c'è tutta la gente che dovevo vedere.
Non faccio in tempo a mettere piede nella sala principale, che sono assalito da persone da salutare, chiacchierare, ripresentarmi, offrire da bere, da fumare, farmi offrire altrettanto.
Ora che arrivo nella sala della festa mi porti un spritz: il terzo della serata.
Nell'angolo ci sono due che limonano, lo fanno in maniera talmente tanto convulsa, che attorno a loro si è creato il vuoto. Arriva una ragazza che conoscevo quand'era bambina, si è fatta bella e grande, si è anche fatta di ketamina a giudicare dai discorsi che mi fa.
Arriva un gruppo di gente che più o meno conosco. Li vedo entrare uno alla volta, si fermano direttamente al banco a prendere la consumazione gratis.
Tranne Lei.
Lei si avvicina, mi passa di fianco e mi ignora.
In effetti è impensabile che lei si ricordi di me. In effetti è assurdo che io mi ricordi ancora di Lei, eppure è così. L'istante in cui mi passa di fianco è molto lungo è difficile. Vedo l'azzurro tenue dei suoi occhi, incoronato dal giallo grano dei suoi capelli lunghissimi. Mi ricordo: troppo tempo fa, a una festa, forse altrettanto assurda, lei che si siede in braccio a me, le nostre mani che si sfiorano, i nostri gesti ambigui, forse anche un po' imbarazzati a causa della nostra giovane inesperienza. I lunghi silenzi, dovuti alla mia timidezza, che rovinano tutto, lei che scompare senza che riusciamo a combinarci in nessun modo.
Poi, tempo dopo, torna a farsi sentire: "Do una festa a casa mia, ci vieni?" "certo che ci vengo!", e magicamente a rinnovare le mie speranze, lei si accoccola su di me, sul divano di casa sua. Non c'è niente da fare... sono perso, cotto marcio, morirò giovane, d'amore per lei.
poi
da allora
più niente
devo assolutamente rivederla, riuscire a parlarle, alla tua festa, dove ci sono tutti, e c'è anche lei. devo dirle qualcosa. ma non ci sono occasioni da cogliere, non ci sono momenti buoni, e io non ho la faccia tosta: rivederla mi ha rinnovato addosso tutto il mio imbarazzo adolescenziale.
Come un coglione comincio a girarle attorno, come se fossi uno squalo, un predatore incapace. eppure lei... niente... come se niente fosse.
La serata prosegue, molti spritz dopo, molti incontri dopo, molte candeline dopo, Lei è lì di fianco a me, mi giro verso di lei, occhi su occhi. sorrido e saluto. Il suo sguardo sta scrutando: forse ancora si ricorda di me. Non so. Il suo saluto è un brevissimo cenno interminabile, ha capito qualcosa? troppo vago quel cenno, troppo casino alla festa, non capirò da quello sguardo, se si è ricordata chi sono. Le vorrei dire che per mesi, forse anni, ha occupato un posto privilegiato nel mio cuore, ma i riflessi sono rallentati, non riesco a cogliere l'attimo, e lei se ne va.
Mi maledico, e torno nella zona dova la gente si fa i sacrosanti cazzi suoi e si ammazza di seghe: tra loro, c'è sempre un posto per me.