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Sara - il dolce prima dell'amaro

Sara era cresciuta con le favole delle principesse, con le Barby e con il mito del principe che da un giorno all'altro sarebbe venuto e l'avrebbe portata nel suo magnifico castello. Era un mondo rosa, profumato e pulito come un cielo chiaro e senza nuvole.
Era strano che pensasse alla sua infanzia mentre un vecchio grassone pervertito, abusava di lei. Anche le troie hanno dei sogni.
Quello non era proprio un abuso, per Sarà era quello che spesso chiamava lavoro facile. Lo si può chiamare così solo quando niente ti provoca più un senso di vomito.
Il grassone non aveva nemmeno un uccello decente. Facevano più schifo le sue espressioni che l'azione in se.
Il grassone era il vice sindaco di una grande città del nord, Perzetti, Alfonso Perzetti! Era lo stesso Perzetti che aveva lanciato lo slogan: Giovani, il nostro futuro. Dobbiamo combattere per loro! Eppure era lo stesso Perzetti che si stava scopando una ragazza più giovane di sua figlia.
Sara sapeva che era questione di poco ormai. Perzetti non durava mai più di sette minuti. Le dava cinquecento euro solo per sette minuti. A Sara andava bene: Soldi facili.
Ogni tanto pensava ancora ad una vita pulita ma oramai era troppo tardi. Una volta oltrepassato il casello bisognava proseguire per la propria strada. È vero, si può tornare indietro... ma solo quando il passato non fosse stato peggio del presente.
Sara non si sentiva donna. Le donne erano quelle che pulivano la casa, quelle che stiravano, quelle che si lamentavano della loro monotonia e di essere ingrassate a furia di stare sedute a guardare le telenovelle. Quelle che litigavano con il marito se il marito fumava in macchina. Quelle si che erano donne, non lei. Lei era una cagna, una randagia. Un difetto sociale. Sarà si sentiva priva di un anima, come se fosse stata destinata a fare la puttana in questa vita e nell'altra. Priva di ogni speranza. "Il principe azzurro è gay" aveva letto in alcune magliette che andavano di moda fra i ragazzini: Ecco perché non è mai venuto a prendermi! Pensò.
Perzetti si rivestì. Passarono diversi minuti prima che riuscisse a indossare i pantaloni, la sua enorme pancia da mangiatario sociale, era troppo ingombrante. In un certo senso la vita lo aveva punito con la legge del contrappasso. Sarà intascò i cinquecento euro, poi si allontanò per prendere una coltello che aspettava proprio l'onorevole signor Perzetti.
Nemmeno lo guardò mentre lo colpiva violentemente alla schiena. Le mani, la faccia, Sara si sentì tutta sporca, il maiale aveva sangue da vendere.
Girava voce che Perzetti oltre alle diciannovenni, avesse iniziato a cercare ragazzine fra i dodici e i quindici anni. Più invecchiava e più le voleva giovani il bastardo.
Sara gli aveva dato il dolce prima dell'amaro. Restava solo un enorme carcassa di un vecchio maiale morto, da sbarazzare il prima possibile.
Gli eroi sono un po' come la favole del principe azzurro, impossibile credere allo stereotipo comune, eppure... forse esistono.

 

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1 commenti:

  • Anonimo il 01/01/2013 17:01
    molto ben scritto nella sua originalità di contenuti. bravo

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