Fuori c'era odore di pioggia ed il gatto appena rientrato aveva voglia di fare le fusa. Lei lo prese in braccio e poggiando le sue zampe sulla spalla sinistra gli diede una grattatina alla pancia, appoggiando poi nello stesso punto l'orecchio per approfittare del timido ron-ron che cominciava ad aumentare di volume.
Una creatura meravigliosa, il gatto. Li aveva sempre ammirati per la loro autonomia, per la loro leggendaria capacità di auto-guarigione. Ultimamente si era trovata a pensare che dovendo esprimere un desiderio, forse avrebbe potuto chiedere di avere una coda.
Il rumore delle fusa poi, era un calmante naturale. Qualunque pensiero o preoccupazione trovava subito un angolo dove nascondersi, nel momento in cui quel suono misterioso giungeva al suo orecchio. Non aveva mai cercato di capire come venisse prodotto. Sapeva solo che - di tutti i felini - solo i gatti e pochi altri avevano questa capacità e che sembrava decisiva per la loro buona salute.
Era stato il dottore a consigliarle di prendere un animale, nonostante la malattia. Oppure forse proprio per la malattia. Lei all'inizio era stata titubante. Sapeva che non avrebbe potuto occuparsene per molto tempo, ma alla fine si era convinta grazie alla sua vicina. Dato che aveva già un gatto, le disse, sarebbe stata felice di prendersi cura anche del suo, nel momento in cui ce ne fosse stato bisogno. Un giro di parole come un altro per dirle "ti voglio bene", insomma.
Si sentiva stanca e questa sera il dolore alle ossa era più forte del solito. Decise di risparmiare le forze ed andò in camera a cambiarsi. Decise anche che domani sarebbe stata una buona giornata. Il gatto fu d'accordo su entrambe le scelte e la seguì andando a coricarsi nella sua cesta ai piedi del letto.
Le nuvole cariche d'acqua aggiungevano buio allo scuro della sera e cominciarono a restituire ciò che alla terra avevano preso. La temperatura era mite nonostante la pioggia e dietro le persiane chiuse decise di lasciare la finestra aperta.
Si addormentò con il picchiettare sommesso delle gocce sul prato, come se il cielo intero facesse le fusa per lei un'ultima volta.