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Un tuffo nel passato
Lo scorso inverno è stato davvero rigido. In ventun anni di vita non ricordo di avere mai assistito ad una nevicata insistente come quella del Febbraio duemiladodici. Certo, in paese come dappertutto ha creato non pochi disagi ma, per me ed altri ragazzi, è stata fonte di un divertimento senza eguali! A questo proposito mi piacerebbe raccontare di una splendida giornata trascorsa in compagnia di un buon amico...
Mi svegliai intorno alle 7. 30 del mattino. Da un'occhiata attraverso i vetri della finestra constatai che le previsioni ci avevano azzeccato: un massiccio strato di neve ricopriva il cortile, i rami degli alberi ne erano così carichi da sembrare quasi sofferenti. La neve non ha mai rappresentato una novità nel paese di Tempio, ma sia piccoli che grandi l'attendono con impazienza per lasciarsi andare ai giochi più spericolati.
Mentre tentavo di ''scovare'' i miei doposci nel caos della scarpiera udii il cellulare squillare: Massimo, uno mio vecchio e caro amico, era già pronto e mi attendeva assieme alla fidanzata davanti alla sua abitazione.
Non appena li raggiunsi notai che avevano già preparato l'insolita attrezzatura che ci accompagna in questo genere di occasioni: tutto quello che usiamo per scivolare sulla neve gelata è un vecchio asse da stiro, una grossa camera d'aria per trattori e una vaschetta da bagno per bambini. Ci salutammo entusiasti e, dopo brevi commenti sulla straordinaria nevicata, ci avviammo verso gli ampi spazi della collina di Curraggia...
Dalle numerose impronte lungo il sentiero boschivo ci fu chiaro che non saremo stati soli, diverse persone ci avevano preceduto indubbiamente con lo stesso intento. A seguito di qualche lieve ''incidente di percorso'' data l'asprezza del territorio giungemmo finalmente sulla zona più adatta al nostro scopo: quattro grandi terrazzamenti abbandonati e incolti, tanto ripidi da garantire il massimo del brivido scivolando verso il basso.
Una volta arrivati sul posto concordato si può facilmente immaginare il resto: non mancarono i buffi ruzzoloni, scherzi innocenti e risate a crepapelle! Tutto all'insegna di un sano e puro divertimento.
A mezzogiorno, ormai stanchi e bagnati, decidemmo di ritirarci per il pranzo. Io e Max ci saremo rivisti nel primo pomeriggio. Desideravamo visitare un sito a noi particolarmente caro...
L'idea della classica casetta di legno, che sia costruita su un albero o nel bel mezzo di un verde incontaminato, affascina da sempre ogni singolo bambino. Diversi anni fa tale prospettiva attraeva incredibilmente anche noi e, con un impegno davvero sorprendente per dei ragazzini, riuscimmo in tempi ragionevoli a realizzare il sogno!
Costruimmo la nostra casetta ai piedi della collina di Curraggia, nessuno poteva trovarla: il rifugio non era visibile da alcuna posizione e soltanto noi sapevamo arrivarci attraverso dei varchi aperti nella folta e varia vegetazione. Sfruttammo vari pannelli di legno, pallet regalatici o abilmente sottratti ai proprietari; il tutto adattato e fissato con i numerosi attrezzi rimediati dalle nostre cantine.
In breve tempo divenimmo profondi conoscitori dell'area che si estende dai fitti boschi di castagno della suddetta collina ai numerosi pascoli sottostanti. Io, Massi e Alberto prendemmo l'abitudine di frequentare quei luoghi pressoché quotidianamente assentandoci da casa per delle lunghe ore.
Alcuni abitanti del quartiere periferico di spinsateddu cominciarono a notare i nostri continui spostamenti attraverso la vicina campagna e, senza alcun plausibile motivo, fummo presto additati ai loro figli come tipi loschi da evitare! Ammetto che ogni tanto commettevamo qualche piccola marachella correndo poi a rifugiarci nella nostra ''giungla'', ma non credo che questo basti per essere giudicati come dei pericolosi teppistelli. Era il nostro magico e avventuroso mondo a due passi dal cemento; nessuno aveva il diritto di strapparcelo!
Personalmente credo che tutte le cose davvero belle siano destinate a non durare per molto. Anche il nostro sogno venne bruscamente interrotto dall'odio e la vigliaccheria di qualcuno.
Era una splendida mattinata di inizio primavera: la campagna ci sorrideva in un incantevole esplosione di profumi e colori; ci sentivamo liberi come le farfalle che svolazzavano leggere tutt'intorno. Giunti alla fine del sentiero iniziammo a farci faticosamente spazio tra gli arbusti: ultimamente stavamo trascurando la pulizia dei percorsi per camuffare ancora meglio il nostro amato sito...
Per una decina di secondi quasi non riuscimmo a realizzare quanto era accaduto: il nostro rifugio, quello stesso rifugio che per ben due anni aveva facilmente resistito ad ogni tipo di intemperia, giaceva ora completamente distrutto! Per quanto non fosse esageratamente grande era comunque resistente e curato nei minimi dettagli, a ridurlo così doveva essere stato un adulto munito di un qualche arnese molto pesante. Dopo l'incredulità iniziale una lacrima cominciò a rigare il mio volto, poi imprecazioni e incontrollate manifestazioni d'ira spezzarono quel profondo silenzio. Era tutto finito! Un duro lavoro spazzato via da chissà quale essere meschino e per chissà quale stupido motivo!
Un lavoro tanto duro che per varie ed ovvie ragioni non trovammo mai la forza di ricominciare da capo...
Una manciata di neve sul volto accompagnata da una risata di Massimo mi riportò improvvisamente al presente: a distanza di quasi sette anni il luogo era un tantino cambiato, la vegetazione era ricresciuta abbondantemente cancellando quasi ogni traccia del nostro passaggio. Tirai fuori da sotto la neve quello che restava di un vecchio pannello di legno. Riuscii a leggere nell'estremità la scritta ormai sbiadita di un pennarello indelebile:-il trio non si scioglierà mai-. Era l'unico pezzo rimasto, il responsabile di quell'atto vile si era anche preoccupato di rubarci quasi tutto il legname servito alla costruzione. Massi mi diede una pacca sulla spalla. Ricordammo con piacere i bei vecchi tempi. Tempi in cui eravamo solo dei ragazzini vivaci e del tutto spensierati, tanto lontani dall'immaginare che col tempo le nostre strade si sarebbero divise sciogliendo così l'inseparabile trio! Alberto abbandonò gli studi e riuscì ad inserirsi facilmente nel mondo del lavoro, Massimo ugualmente, io conseguii la maturità scientifica trovandomi ben presto a fare i conti col mostro della disoccupazione giovanile. Diverse amicizie, diversi interessi e passioni finirono col affievolire quella profonda amicizia che, malgrado tutto, si riaccende tutte le volte che ci rincontriamo.
Quel giorno mi misi al computer non appena rientrato a casa: sentivo la necessità di descrivere il mio tuffo nel passato, di descrivere come il tempo trascorra tanto veloce e inesorabile! Così rapido che quasi non ci accorgiamo degli anni che si susseguono uno dopo l'altro...
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- custodisci questo ricordo stupendo per sempre!
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- Ti ringrazio per il commento
- molto apprezzato complimenti
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