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Wikibiografia, non autorizzata, di Mario Monti
Nasce ufficialmente a Varese nel 1943. Anche se qualcuno insinua, invece, su Nibiru diversi milioni di anni fa. Un giorno, ancora in fasce, sarebbe stato catapultato sulla Terra, subito dopo l'apparizione del monolito. Nel corso dei secoli avrebbe stazionato di volta in volta nel corpo del tesoriere di Tutankhamon, in quello del capo della Zecca romana ai tempi di Giulio Cesare, poi del ministro del tesoro di Giovanni Senza Terra, del banchiere medievale Bardi, di Jean Baptiste Colbert ministro delle finanze del Re Sole, di Vincenzo Mistrali responsabile delle finanze di Maria Luisa d'Austria, di J. P. K. J. Von Stadion ministro dell'economia ai tempi di Cecco Beppe, e l'elenco potrebbe continuare a sfinimento. Un giorno, infilatosi forse per sbaglio dentro Keynes, padre della macroeconomia, questi gli avrebbe gridato piuttosto incazzato : - Cheffai?!! Esci subito dal mio corpo! - Non si capisce bene se perché entrato dalla parte sbagliata o per diversità di vedute. In ogni caso, l'ardita ipotesi è ormai bollata come solenne idiozia dal superloico e superlaico Piero Angela.
Fin dalla più tenera età Mario è convinto di possedere una prorompente allegria e un'energia comica latente, in attesa solo di essere valorizzata, anche se non riesce ancora ad esprimere nulla che vada più in là di un'asfittica risatina alla "Petrektek", dopo un'esilerante barzelletta sul cinema polacco. Nemmeno le solite birbonate dell'infanzia gli vengono in aiuto. Ad Halloween non ce la fa neppure ad indossare la maschera, e quando si trova davanti a un campanello l'indice gli si paralizza. Se la porta si apre a prescindere, s'impapina a tal punto che, imbarazzato, è lui a elargire dolcetti.
A quindici anni si iscrive ad un corso di mimica del comune, in attesa di un segno che dia piena voce al suo talento. La sua massima aspirazione, dicono gli amici, sarebbe partecipare al concorso "Un comico per l'estate", ma si accontenterebbe anche di una comparsata al Circo Medrano. E invece, alla recita di fine anno, gli affidano sempre la parte del convitato di pietra nel Don Giovanni.
Frequenta il liceo classico al Leone Decimoterzo. Ma nemmeno quei burloni dei Gesuiti riescono a tirargli fuori il più piccolo scampolo di questa presunta stoffa comica latente. A, dire il vero, non se accorgono proprio.
Si iscrive alla Bocconi, sotto il rettorato di Giordano dell'Amore, uomo simpatico come la Sfinge nei momenti di massima amenità. Si laurea in Economia a pieni voti nel 1965 e da lì in poi i successi si susseguono a ritmo vertiginoso, senza sosta.
Trascorre un anno a Yale, poi è a Torino, prof. di Economia politica, indi direttore dell'istituto di Economia politica alla Bocconi, poi rettore della stessa, per assumerne infine la presidenza nel 1994, alla morte di Spadolini.
Ricopre numerose cariche in organi di gestione di aziende private: Fiat, Generali, Comit.
Finalmente, nel 1995, diventa membro della Commissione europea Santer, dove ricopre importanti incarichi, e diventa in seguito commissario europeo per la concorrenza sotto la Commissione Prodi. Balza agli onori della cronaca inaugurando il procedimento contro la Microsoft e bloccando la proposta di fusione tra General Electric e Honeywell, considerata contraria alle normative antitrust.
Corre voce che durante un breve soggiorno londinese segua un corso di Understatement & Humour Inglese alla London University e ceni spesso con quel mattacchione di Vittorio Feltri, tanto per farsi mezza risata in compagnia (un quarto a testa). Così, finalmente, una parte della sua vis trova, seppur moderatamente, forma espressiva. Meglio di niente.
È editorialista del Corriere della Sera, autore di numerose pubblicazioni, consulente di vari organismi internazionali, fra cui il Macroeconomic Policy Group. Dal 2005 al 2011 è international advisor della Goldman Sachs, poi della Coca Cola Company, e membro del Senior European Counsil di Moody's.
La sua consapevolezza di essere "comico dentro" non lo abbandona mai, tanto che un giorno nello scrivere alla Morgan Stanley, raccontano che, burlato dall'inconscio, sulla busta gli scappi Morgan Stan Laurel & Hardy. La cosa fa scompisciare quei buontemponi della finanza a tal punto, che sembra vogliano assumerlo come consulente, solo per la sua verve raffinata. Verranno presto delusi, pur continuando ad apprezzarne le non comuni doti di economista.
Il 9 novembre 2011 Napolitano lo nomina senatore a vita.
Ormai personaggio di levatura internazionale, è uno di quei rari uomini - come Draghi e Marchionne - programmati per essere funzionali a poteri "senza bandiera", a gruppi d'interessi neoliberisti globalizzati ( non dimentichiamo che è stato membro della torbida, silenziosa e onnipotente Commissione Trilateral *), e che - come gli affiliati a confraternite massoniche - si sentono tanto investiti di responsabilità sovranazionali da considerarsi, sotto sotto, italiani per caso.
Il 13 novembre del 2011 riceve da Napolitano l'incarico per la formazione di un governo di tecnici, a termine. Fino a luglio 2012 ricopre anche la carica di Ministro dell'Economia e delle Finanze ad interim. Alcuni giorni fa, sfiduciato dal Cavaliere, rassegna le dimissioni.
Oggi Monti si appresta a scendere in campo per giocarsi la premiership con Bersani. Chi lo conosce bene dice che se non dovesse spuntarla potrebbe anche fare una pazzia: piantare baracca, burattini, moglie, figli, nipoti, studenti, ed elettori e, insieme alla Fornero, ritirarsi nella Riserva-Casa di Riposo che ospita i pochi, ormai appassiti, figli dei fiori sopravvissuti ai mitici anni sessanta. Nel caso qualcuno fosse interessato, pare che si trovi in una località desertica, nel triangolo tra San Francisco, Las Vegas, e l'Area 51.
Evvai, Mario, stupiscici!
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l'autore Gabriele Zarotti ha riportato queste note sull'opera
* K. Bouldin, negli anni sessanta, scriveva: " Si può perfettamente concepire un mondo dominato da una dittatura invisibile nel quale tuttavia siano mantenute le forme esteriori della democrazia".
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