Le tue braccia mi avvolgono completamente, salde ed accoglienti, senza procurarmi alcun
senso di costrizione. Ho la testa appoggiata sul tuo torace, che si alza e si abbassa
impercettibilmente al ritmo del respiro tranquillo, con l'orecchio sinistro sento i battiti del tuo cuore e non riesco a fare a meno di auscultarli professionalmente: toni validi e ritmici, direi una settantina di pulsazioni al minuto. Riesco quasi a visualizzarlo mentalmente, questo muscolo meraviglioso che si contrae per tutto il tempo che ci è concesso vivere.
Chiudo gli occhi intanto che accolgo il calore che il tuo corpo trasmette al mio, incollati come siamo, le gambe intrecciate una nell'altra.
La tua pelle calda emana una fragranza che si mescola alla mia e resta sospesa tutto intorno a noi. Il nostro odore sale lungo le mie terminazioni olfattive e va a depositarsi da qualche parte nell'encefalo, associandosi per sempre ad una sensazione estremamente gradevole di totale rilassamento.
Il silenzio è quasi sacro e parlano per te le tue mani, una delle quali scende lungo la mia schiena e poi torna e ritorna. Sono felice di essere donna, di avere la pelle delle donne, quella che sembra creata al solo scopo di ricevere decine di carezze. A volte scendi pigramente a sfiorare i muscoli più grandi che abbiamo nel corpo: i glutei. Non sono carezze lascive o erotizzanti, non c'è possesso o brama: sono parte integrante dell'abbraccio.
Ti bacio il petto, con piccoli baci a labbra socchiuse. Salgo fino alla tenera epidermide della gola, ti assaggio piano, quasi avessi fame di te.
Il tempo non esiste: finalmente sembra sospeso, immobile fra un respiro e l'altro.
Sento che mi sto addormentando e non voglio. Non voglio perdere neppure un attimo di
questi momenti.
Mi infili una mano sotto il mento alzandolo con delicatezza e vieni a cercare la mia bocca con la tua.
Sorrido dentro di me: mi fai sentire come una zuppiera di fragole.. ogni tanto ti vien pensato di assaggiarne una.
Non ho capito bene cos'è la felicità ma in questi momenti la riconosco.
Mi chiami piano per nome e un pensiero strano mi colpisce: io non avrei mai potuto chiamarmi in altro modo. Questo che tu stai sussurrando è il mio vero nome e dunque questa sono io.